adebayo ogunlesi

IL NIGERIANO DA 40 MILIARDI DI DOLLARI CHE SI È COMPRATO I TRENI ITALO - CHI È E DA DOVE VIENE ADEBAYO OGUNLESI, 64ENNE, CHE GESTISCE GIP, IL FONDO CHE SI È PRESO NTV - È STATO UNO DEI PRIMI NON AMERICANI A LAUREARSI AD HARVARD IN LEGGE, E IL PRIMO A FARE DA ASSISTENTE A UN GIUDICE DELLA CORTE SUPREMA: ‘NON HO MAI PERSO UN TRENO NEGLI AFFARI, E ORA…’

 

Maria Teresa Cometto per L’Economia – Corriere della Sera

adebayo ogunlesi e moglie amelia

 

il nuovo padrone dei treni Italo è un investment banker, un banchiere d' affari, «per caso». Si chiama Adebayo Ogunlesi, Bayo per gli amici, e ha 64 anni: dalla Nigeria, dove è nato, ha fatto carriera a Wall Street diventando uno dei manager di maggior successo ancorché meno conosciuti. E' il suo Global infrastructure partners (Gip), fondo privato di investimenti specializzato nel settore delle infrastrutture, che ha comprato l' impresa ferroviaria creata da Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle.

 

In realtà Ogunlesi voleva fare l' avvocato e per questo nel 1979 si era laureato in Legge a Harvard, quando la scuola di legge dell' università americana tipicamente non ammetteva studenti educati fuori dagli Stati Uniti. «Ero l' unico non americano, io che venivo dalla Nigeria, insieme a un tipo dall' Arabia Saudita e un altro dall' Iran, tre Paesi grandi produttori di petrolio: immagino che Harvard pensava che saremmo tornati nei nostri Paesi, diventati ricchi e finanziato una cattedra alla nostra Alma mater», ha raccontato Ogunlesi, con una buona dose di autoironia.

 

Spiritoso, gioviale e diverso dagli stereotipi dei banchieri di Wall Street - «Non porto le bretelle e, quando avevo i capelli, non li pettinavo all' indietro con la brillantina», sottolinea Ogunlesi - Da quando si occupa di affari ha pero' mostrato un gran fiuto e un pugno di ferro».

adebayo ogunlesi

 

Nel curriculum ha un' educazione di prim' ordine, grazie alla famiglia d' origine, parte dell' élite nigeriana: il padre Theophilus è stato il primo professore di Medicina alla University of Ibadan, la prima fondata dopo l' indipendenza del Paese. Così Ogunlesi ha frequentato prima il King' s College a Lagos, poi è andato in Gran Bretagna a studiare Filosofia, Politica ed Economia ad Oxford.

 

Quindi ha attraversato l' Atlantico per entrare ad Harvard dove ha ottenuto anche l' Mba.

La sua passione per la legge l' ha portato nella capitale, Washington, DC a lavorare dal 1980 all' 83 alla Corte suprema per il giudice Thurgood Marshall: Ogunlesi è stato il primo non americano ammesso al tribunale più alto negli Usa. Quando ha deciso di passare alla professione privata, si è trasferito a New York entrando nello studio legale Cravath, Swaine Moore, ma ci è rimasto solo nove mesi. Perché un giorno ha ricevuto la telefonata di un amico dalla Nigeria che stava lavorando per il ministero del Petrolio a un progetto insieme alla banca d' affari americana First Boston.

 

adebayo ogunlesi

Quest' ultima ha chiesto a Ogunlesi di farle da consulente per qualche mese. «Mi piacerebbe dire che sono state le mie brillanti capacità legali a interessare a First Boston, ma non era il caso - ha confessato lui, fra il serio e il faceto, al New York Times in un' intervista del 2002 -. Non può sfuggire la notizia che se la banca impiegava un buon amico del suo cliente, sperava di essere aiutata nel concludere l' affare». Invece sei mesi dopo l' inizio della sua consulenza, in Nigeria c' è stato un colpo di stato, il governo è cambiato e il suo amico è quasi finito in prigione.

 

Però First Boston ha voluto tenere fra le sue file Ogunlesi, che evidentemente in quei mesi si era fatto apprezzare. In questo modo è iniziata la sua carriera nel mondo della finanza specializzata in operazioni sulle infrastrutture, da quelle petrolifere ai trasporti. Ha cominciato con l' essere responsabile del gruppo project finance , poi anche di quello operativo su petrolio e gas, a cui si è aggiunto il gruppo della chimica.

 

FLAVIO CATTANEO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Nel 1990 Credit Suisse ha comprato First Boston e dalla fusione è nata Credit Suisse First Boston, dove Ogunlesi ha continuato a scalare la gerarchia fino ad essere promosso capo globale dell' investment banking nel 2002, con il compito di far tornare profittevole questa attività, che l' anno prima aveva perso quasi un miliardo di dollari, a causa delle sovrapposizioni di personale e funzioni create dall' acquisto nel 2000 di un' altra banca d' affari, Donaldson, Lufkin Jenrette.

 

«Romperò un sacco di vetro», aveva annunciato Ogunlesi ai manager sotto di lui, nella prima riunione dopo la nomina. E ha mantenuto la promessa, tagliando centinaia di teste e i costi (basta limousine per i banchieri) e riportando al profitto Csfb in solo un anno.

 

Nel luglio 2006 la decisione di mettersi in proprio, ma in collaborazione ancora con Credit Suisse, fondando Gip. Lo stesso anno Ogunlesi mette a segno il suo primo colpo: l' acquisto - in joint venture con il gruppo assicurativo Aig - del London City Airport. Non è nota la cifra pagata, ma secondo indiscrezioni di mercato l' affare ha fruttato un guadagno di 2,5 miliardi di dollari quando dieci anni dopo Gip ha rivenduto l' aeroporto.

 

Le infrastrutture per il trasporto aereo sono un pallino di Ogunlesi: la stampa nigeriana l' ha ribattezzato «L' uomo che ha comprato Gatwick» quando nel 2009 Gip ha acquisito il secondo più grande aeroporto in Gran Bretagna per traffico di passeggeri. Lo stesso Ogunlesi ha investito soldi propri nell' operazione, ancora in corso.

BOMBASSEI MONTEZEMOLO PUNZO DELLA VALLE PRESENTANO ITALO NTV

 

Adesso gli investitori fanno la fila per partecipare alle iniziative di Gip: il secondo fondo, lanciato nel settembre e forte di 8,25 miliardi di capitale, secondo stime di Bloomberg ha realizzato un guadagno medio del 24,2% l' anno.

 

Intanto il banchiere nigeriano non ha dimenticato il suo Paese e il suo continente: dà consigli ai governi nigeriani sulle politiche fiscali ed economiche e collabora con l' Africa finance corporation (Afc), una istituzione mirata a stimolare la ripresa economica africana. Aveva accettato di dare consigli anche a Donald Trump, quando il nuovo presidente aveva istituito nel dicembre 2016 un forum di businessmen sulla «strategia politica ed economica» per gli Usa e l' aveva invitato a farne parte.

 

Peccato che poi Trump abbia smantellato il forum pochi mesi dopo.

Chissà se ora, con il rilancio dei progetti per rinnovare le infrastrutture e fare l' America ancora grande, Trump tornerà a chiedere la consulenza di Ogunlesi, anche se il banchiere viene da uno dei Paesi definiti dal presidente con un epiteto decisamente poco elegante.

ITALO IL TRENO DI NTV

 

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…