OGGI SARÀ IL GIORNO IN CUI GOOGLE SUPERA APPLE? - I DUE GIGANTI LOTTANO PER IL DOMINIO IN BORSA. TIM COOK, DOPO AVER AVVERTITO GLI INVESTITORI CHE L'IPHONE È IN CALO, PUNTA SU FILM E APP - OGGI L'ANNUNCIO SUI CONTI DI GOOGLE CHE POTREBBE PORTARE IL SORPASSO
1. GOOGLE: VERSO GRANDE SORPASSO APPLE, MA MINACCIA E' FACEBOOK
(ANSA) - Nella battaglia per la conquista della vetta del mondo Google potrebbe presto superare Apple. A separare i due giganti - riporta il Wall Street Journal - ci sono solo 15 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Ma se Apple sembra 'a portata di mano', e' Facebook a far tremare Google. In palio, in questo caso, c'e' il mercato della pubblicita' digitale mobile, dove Facebook ha compiuto passi da gigante.
E' proprio la voce della pubblicita' che sara' il 'termometro' della trimestrale di Google, attesa lunedi' dopo la chiusura di Wall Street. Google ha il 33% dei ricavi del mercato globale dell'internet mobile, a fronte del 17% di Facebook. Ma il social network e' stato piu' rapido a muoversi nel mobile e questo potrebbe costare a Google. Gli analisti si attendono un aumento dell'utile per azione di Google del 18% a 8,10 dollari per azione.
2. TIM COOK L’IPHONE FRENA? VI STUPIRÒ CON FILM E APP
Maria Teresa Cometto per “CorrierEconomia- Corriere della Sera”
Il compito di continuare a crescere è più difficile per Apple, che soffre del complesso del numero uno e deve battere i propri record: 18,4 miliardi di dollari di profitti netti negli ultimi tre mesi del 2015, più dei 18 miliardi di un anno prima e più di quanto qualsiasi altra azienda abbia mai guadagnato in un solo trimestre. Gran parte di questi profitti viene dall’iPhone, le cui vendite non aumentano più a un ritmo mozzafiato, mentre non si vedono all’orizzonte altre novità targate Mela capaci di rimpiazzare il successo dell’iconico smartphone.
I progetti di un servizio che rivoluzioni il mondo della televisione come l’iTunes fece con quello musicale, e di una smart car disegnata da Jony Ive, sono ben lontani dal realizzarsi. Per questo Wall Street è scettica e ha penalizzato le azioni di Apple con un taglio di quasi un terzo del loro valore dai massimi.
Il calo
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Un anno fa un’azione di Apple costava 133 dollari, la settimana scorsa è scesa a 93. In mezzo, a partire dall’estate ha pesato la paura dell’effetto Cina sui conti di Cupertino e poi sono arrivate le previsioni di una stagione natalizia non così brillante come quella del 2014, quando era stato lanciato l’iPhone 6 e 6 Plus. Gli ultimi modelli 6S e 6S Plus non hanno suscitato lo stesso entusiasmo e gli analisti si aspettavano già un aumento modesto delle vendite, che si sono rivelate anche inferiori alle aspettative: 74,77 milioni di smartphone venduti nell’ultimo trimestre 2015, solo l’1% più di un anno prima, mentre nell’ultimo trimestre 2014 i modelli 6 avevano fatto incrementare le vendite del 46%.
Ora, in attesa di vedere le novità della prossima generazione di iPhone, si moltiplicano le domande su come Cook intende affrontare lo stallo nella crescita di Apple. Qualche analista ha perfino cominciato ad agitare lo spettro di un declino alla Nokia o Blackberry, marchi storici che una volta erano ubiqui e sono rapidamente scomparsi dal mercato. Se un simile scenario sembra esagerato, certo le scelte che ha di fronte Cook non sono semplici.
Il pieno
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L’intero mercato globale degli smartphone è vicino alla saturazione: nel 2015 le vendite sono cresciute del 10% soprattutto grazie ai produttori cinesi low cost come Huawei, secondo gli ultimi dati Idc. E per il 2016 i ricercatori di Gartner prevedono un aumento di solo il 3% del numero di apparecchi venduti, con un calo pero’ del fatturato. In altre parole i prezzi scenderanno.
Lo stesso Cook nella conferenza con gli analisti della settimana scorsa ha avvertito che le vendite dell’iPhone diminuiranno nel trimestre in corso, per la prima volta da quando il telefonino fu lanciato nel 2007; e che anche il fatturato scenderà dell’11% circa, il primo calo dal 2003. Le ragioni sono il rallentamento dell’economia mondiale e in particolare della Cina, che ormai rappresenta un quarto di tutto il fatturato di Apple. Allo stesso tempo il rafforzamento del dollaro penalizza i conti dell’azienda californiana: due terzi del suo fatturato sono realizzati fuori dagli Stati Uniti e tradotti nella valuta Usa valgono di meno. Per difendere i margini di profitto, Apple nei mesi scorsi ha aumento il prezzo dell’iPhone in alcuni mercati.
Le opzioni
Ma per contrastare la tendenza allo stallo o addirittura al declino, forse Cook dovrebbe fare il contrario e prendere un’altra decisione «eretica» rispetto alla filosofia di Steve Jobs, dopo quelle già prese sul fronte estetico, come quella delle dimensioni plus dell’Iphone, per esempio. Eccola: lanciare un iPhone davvero low cost per conquistare nuove fasce di utenti che oggi non possono permetterselo.
È l’unico modo per penetrare di più nel mercato cinese e in altri Paesi emergenti. Però è una mossa ad alto rischio, perché anche in Cina gran parte del fascino del marchio della Mela morsicata viene dal suo essere uno status symbol , non un semplice apparecchio hi-tech, ma un prodotto con un contenuto emotivo.