alessandro benetton ponte morandi crollo genova

MA CHE BEL CASELLO! - CHE PACCHIA PER I BENETTON: NON SOLO ARRIVERÀ LORO IL MAXI-ASSEGNO DA 8 MILIARDI CON CUI LO STATO E I FONDI SI COMPRERANNO AUTOSTRADE, MA SI BECCHERANNO PURE UN MILIARDO DI RISTORI COVID! - BELPIETRO: “MENTRE GLI AUTOMOBILISTI SI LECCANO LE FERITE PER GLI AUMENTI DELLA BENZINA E DEL GASOLIO, I CONCESSIONARI SI LECCANO I BAFFI PER I PROFITTI CHE POTRANNO REGISTRARE NONOSTANTE LA CRISI E LA GUERRA. TUTTI D'ACCORDO: LA PANDEMIA PUÒ PESARE SUI CONTI DEGLI ITALIANI, MA NON SU QUELLI DI CHI GESTISCE LE AUTOSTRADE. TANTO PAGA PANTALONE”

1 - SCANDALOSO: AI BENETTON ANCHE IL «REGALO COVID»

Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

maurizio belpietro la verita

Quando il Ponte Morandi crollò, a cadaveri ancora caldi, Giuseppe Conte corse a Genova per rassicurare gli italiani, garantendo che il suo governo non avrebbe atteso i tempi della giustizia per punire i responsabili del disastro.

 

Così è passata alla storia la promessa in puro legalese della «caducazione della concessione», da attuarsi in tempi brevissimi. Come tutti sanno, è finita dopo due anni con una maxi donazione di oltre 9 miliardi ai Benetton, i quali oggi si concedono il lusso di scalare la loro società, per impedire che qualcuno metta le mani sul congruo tesoretto ottenuto con i soldi degli italiani.

 

ponte morandi

Sì, perché invece di dover pagare per ciò che era accaduto, i magliai di Ponzano Veneto sono stati ripagati dallo Stato per aver mollato l'osso di Autostrade. Ovviamente dopo averlo spolpato.

 

Ma a quanto pare il generoso esborso non è stato ritenuto sufficiente, perché il governo è tornato a mettere mano al portafogli, questa volta per risarcire direttamente la società che ha in gestione la concessione autostradale.

 

CARLO BERTAGNIN BENETTON - ALESSANDRO BENETTON - ERMANNO BOFFA CHRISTIAN BENETTON

La notizia è di questi giorni, perché si è scoperto che a differenza delle centinaia di migliaia di aziende che hanno chiuso a causa della pandemia, Aspi ha ricevuto un trattamento di favore che le ha consentito di ammortizzare al cento per cento la perdita di fatturato.

 

Ricordate il decreto Ristori, quello che doveva assicurare un aiuto immediato a chi era stato costretto a interrompere l'attività per effetto del lockdown? Secondo il ministero, l'aiuto statale si è aggirato tra il 10 e il 20 per cento dei mancati ricavi, ma con un tetto di 150.000 euro per ogni singola azienda. La regola era dettata da una legge varata in piena epidemia, ma come si sa la legge non è uguale per tutti e basta la circolare di un funzionario per ampliare i benefici.

 

ponte morandi

E questo è appunto ciò che è accaduto, dato che a pochi giorni dal varo del cosiddetto decreto Rilancio, nel maggio di due anni fa, i concessionari autostradali hanno potuto batter cassa direttamente con il direttore generale del ministero, chiedendo un occhio di riguardo per il settore.

 

Detto fatto, il sovrintendente alle concessioni a ottobre invitava le società che gestiscono le autostrade per conto dello Stato a riformulare i piani finanziari «in relazione all'evoluzione dell'emergenza sanitaria».

alessando benetton

 

In questo modo il governo si dichiarava disponibile ad aprire i cordoni della borsa e non per poche centinaia di migliaia di euro, ma per centinaia di milioni. Il caso di Aspi, la più grossa delle concessionarie, è clamoroso. Il ministero infatti, avrebbe proposto alla società un totale ristoro dei minori incassi. Così, per i soli quattro mesi di inizio 2020, ad Autostrade sono stati riconosciuti 542 milioni.

 

Se fosse stata applicata la regola in vigore per tutte le altre aziende, cioè quella che imponeva un rimborso solo a fronte di una perdita di fatturato superiore al 33 per cento, Aspi in realtà non avrebbe dovuto incassare neppure i famosi 150.000 euro, perché la diminuzione dei pedaggi rispetto al 2019 è stata pari al 26 per cento.

 

Ma ciò che vale per bar, ristoranti e imprese, a quanto pare non vale per i concessionari e nemmeno è valsa la regola del 10-20 per cento di ristoro, che avrebbe fermato l'esborso a un massimo di 163 milioni. Considerando il resto dell'anno, cioè l'intero 2020, la cifra che entrerà nelle casse di Aspi però sfiorerà il miliardo, perché ai 542 milioni per i primi quattro mesi bisognerà poi aggiungere il ristoro dovuto al resto dell'anno, vale a dire altre centinaia di milioni.

 

a genova il varo del primo impalcato del nuovo ponte

A onor del vero, Autostrade non sarà la sola società del settore a ricevere questo trattamento, perché da quanto si capisce, accogliendo il grido di dolore del capogruppo Pd in commissione Trasporti, il quale una settimana fa si dichiarava preoccupato per i pesanti passivi rischiati dalle concessionarie dello Stato a causa del Covid, il ministero dell'Economia ha intenzione di applicare lo stesso meccanismo anche ad altre aziende che gestiscono la rete autostradale. Dunque, mentre gli automobilisti si leccano le ferite per gli aumenti della benzina e del gasolio, i concessionari si leccano i baffi per i profitti che potranno registrare nonostante la crisi e la guerra.

 

L'ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SUI BENETTON

Qualcuno potrebbe pensare che il gioco sulla pelle e il portafogli degli italiani sia fatto da un oscuro funzionario all'insaputa del governo. Difficile da credere, perché il maxi regalo è stato approvato dall'ex Cipe prima di Natale e in quella riunione, che di solito è presieduta dal ministro dell'Economia, c'era anche il presidente del Consiglio. Insomma, tutti d'accordo: la pandemia può pesare sui conti degli italiani, ma non su quelli di chi gestisce le autostrade. Tanto paga Pantalone.

 

2 - AD ASPI 1 MILIARDO DI RIMBORSI COVID ALLE PICCOLE IMPRESE SOLO 150.000 EURO

autostrage per l italia

Francesco Bonazzi per “La Verità”

 

Si fa prima a chiamarli benefattori della patria, i Benetton. Mentre lo Stato e i fondi stranieri che hanno rilevato Autostrade si apprestano a staccare un assegno da 8 miliardi con cui la famiglia di Ponzano Veneto si ricomprerà tutta Atlantia, si scopre che il gestore autostradale incassa la bellezza di 1 miliardo di euro dai famosi rimborsi Covid, con tanti saluti alle migliaia di imprese e di esercizi commerciali che non hanno ricevuto nulla per i lockdown e che in molti casi hanno chiuso i battenti.

la demolizione del palazzo in via porro 10 a genova 1

 

 Non solo, ma anche grazie ai quei milioni, lo scorso autunno Autostrade ha rimborsato integralmente un bond da 480 milioni.

 

«Piccolo è bello», dicevano una volta economisti e sociologi che cantavano il «modello Italia» delle Pmi e dei distretti industriali a produzione diffusa. Quarant' anni dopo, la storia dei Benetton dimostra che è molto più conveniente vendere le aziende che devono stare sul mercato (innovando e gareggiando con i concorrenti) e mettersi al casello a incassare pedaggi, avendo ovviamente cura solo di tenere buone e proficue relazioni con i partiti che contano.

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

 

Ma se in Italia un concessionario autostradale non perde un euro neppure se gli crolla un ponte con 43 morti, va detto che non tutti, al posto dei Benetton, avrebbero avuto la medesima resilienza. Resilienza, del resto, ormai è una parola malata e si applica benissimo anche al titolo Atlantia, che in questi giorni è tornato a sfiorare i 24 euro, ovvero i livelli precedenti il crollo del ponte Morandi.

 

camion basko ponte morandi

La holding che controlla Autostrade, a sua volta controllata al 33% da Edizione dei Benetton, ha macinato tre governi, ha tenuto duro sul bluff della revoca delle concessioni sparato dall'ex premier Giuseppe Conte, sta cedendo 12 miliardi di debiti alla cordata Cdp, Macquarie e Blackstone e incassa pure 8 miliardi in contanti. Nel frattempo, Aspi è rimasta al casello e quindi ha beneficiato dei rimborsi Covid. E ne ha beneficiato parecchio.

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

Gli indennizzi erano tra il 10 e il 20% del minor fatturato e non potevano superare per legge i 150.000 euro, oltre a escludere dalla platea degli aventi diritto le aziende che non hanno subito un calo dei ricavi superiori al 33%. Ma il 20 maggio 2020, ovvero nove giorni dopo il decreto Rilancio e i suoi esigui ristori, i concessionari autostradali ottenevano un incontro online con Felice Morisco, direttore generale per la Vigilanza sulle concessioni autostradali che fin dal 1997 si occupa di loro, in barba a ogni più elementare criterio di rotazione prudenziale. Il meeting deve essere andato proprio bene, visto che Morisco invita tutti i concessionari a riformulare i loro piani finanziari «in relazione all'evoluzione dell'emergenza sanitaria».

 

Si tratta delle previsioni di traffico, dei lavori di manutenzione e di ritocchi tariffari, naturalmente. E qui, senza bisogno di alcuna legge, al ministero delle Infrastrutture, retto all'epoca dalla Paola De Micheli (Pd), partono gli sconti.

 

demolizione palazzo via porro 10, sotto ponte morandi 3

La prima «manovra correttiva» è quella di Aspi, che chiede e ottiene 542 milioni di euro per i quattro mesi da marzo-giugno 2020, che sarebbero la differenza con il fatturato del medesimo periodo dell'anno precedente. Se si fossero applicati i criteri che valevano per le altre aziende, comprese le ditte di autotrasporto, Aspi non avrebbe dovuto incassare più del tetto di 150.000 euro, ma poi forse neppure un centesimo, avendo registrato nel 2020 un calo di fatturato del 26% sul 2019, quindi sette punti sotto il minimo richiesto.

 

Se invece si fosse applicata ad Autostrade almeno la regola del 20% come limite massimo del ristoro, avrebbe dovuto ricevere non più di 163 milioni (su 542), cioè il 20% del calo che è stato, per l'intero 2020, di 816 milioni. Massimo Ruspandini, senatore di Fratelli d'Italia che si è studiato tutte le carte ministeriali e i conti di Aspi, aggiunge che «basta leggere i bilanci ufficiali di Autostrade per vedere che si arriverà al miliardo, visto che nell'intero 2020 gli incassi netti sono stati inferiori a quelli del 2019 di 816 milioni e nel 2021 la differenza è stata di altri 231 milioni (pari al 7,6%)». Il totale fa un miliardo e 44 milioni.

camion basko ponte morandi

Al ministero delle Infrastrutture, tra l'altro, hanno anche dimenticato che dal 2008 al 2019 Autostrade ha incassato ben più di quanto programmato nei piani finanziari (oltre 400 milioni nel biennio 2018-2019). La morale la riassume ancora Ruspandini: «Se quando i concessionari incassano di meno vanno rimborsati, allora dovrebbero regalare allo Stato i miliardi incassati in più nei 12 anni precedenti, o almeno abbassare i pedaggi.

Ovviamente questo non avviene e i documenti già dicono che lo stesso meccanismo verrà applicato agli altri concessionari autostradali». A cominciare dalle famiglie Gavio e Toto. Nella relazione finanziaria sui primi nove mesi del 2021, chiusi con un bell'utile di 498 milioni di euro (contro i 292 milioni di rosso di un anno prima), in due righe Autostrade comunica che «in data 4 novembre 2021 la società ha provveduto a rimborsare 480 milioni di euro di debito estinguendo un prestito obbligazionario». È cosa buona e giusta saldare i debiti in anticipo, specie quando si prendono così tanti ristori.

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