padoan montepaschi

PADOAN CI FA O C'E'? – A SIENA, DOV’E’ CANDIDATO PD, DICE CHE “CI VORRANNO ANNI” PRIMA CHE LO STATO USCIRA’ DA MONTEPASCHI. MA A ROMA IL SUO BRACCIO DESTRO, FABRIZIO PAGANI, LO SMENTISCE: DECIDE LA BCE E, COMUNQUE, IL TESORO DOVRA’ USCIRE PRESTO DALL’AZIONARIATO DELLA BANCA

 

Claudio Antonelli per la Verità

 

FABRIZIO PAGANI

Cortocircuito ai vertici del ministero dell' Economia. Ieri il capo segretaria del Mef, Fabrizio Pagani, ha fornito un' interessante informazione sul futuro di Mps. Ha detto che potrebbe essere venduta entro la fine dell' anno. Confermando che i tempi di cessione dell' istituto senese sono decisi dalla vigilanza europea che si limita a far rispettare gli accordi presi dal governo. In poche parole, per evitare che gli otto miliardi versati a Mps diventino aiuti di Stato, il Tesoro dovrà presto uscire dall' istituto.

 

Eppure lunedì il ministro Pier Carlo Padoan rivolgendosi ai suoi elettori senesi si è spinto a dire che lo Stato rimarrà anni dentro la banca riproponendo quanto aveva già sostenuto il 10 febbraio scorso. «Ci vorrà tempo perché lo Stato esca da Mps»: aveva detto l' azionista di maggioranza della banca. In netta confusione con le dichiarazioni diffuse il 23 gennaio quando Padoan si diceva certo «di uscire presto dall' azionariato di Mps».

 

RENZI PADOAN ORECCHIE

A questo punto c' è da essere confusi. A quale Padoan credere? Oppure, dal momento che segue il dossier da vicino, ha ragione Pagani? E la sua uscita taglia la testa al toro? In occasione del 10 febbraio, a far pensare che le dichiarazioni di Padoan fossero destinate a rassicurare il mercato c' erano i numeri del bilancio. Purtroppo i risultati del 2017 tendono tutti al rosso e ci riferiamo all' andamento negativo, non tanto alle preferenze politiche del territorio di riferimento. E dunque far sapere al mercato che lo Stato è disposto a rimanere garante a lungo è un modo come un altro per stabilizzare il titolo. E forse ce n' è bisogno.

 

L'iceberg della Monte dei Paschi di Siena

Il gruppo ha realizzato ricavi per poco più di 4 miliardi di euro, in calo del 6% rispetto al 2016, «per la flessione del margine di interesse e delle commissioni nette». Scendono dell' 11,5% anche gli attivi fruttiferi, gli impieghi commerciali e del portafoglio titoli. E questo al netto delle rettifiche dei crediti e delle attività finanziarie che hanno superato la cifra di 5 miliardi.

 

Tirando le somme l' istituto ha chiuso in rosso di 3,5 miliardi di euro il suo primo anno di «normalizzazione pubblica», con una perdita di 502 milioni soltanto nell' ultimo trimestre. A fine 2016 il segno meno era di 3,2 miliardi. La fetta preponderante del buco è ancora legata alla dismissione di 24,2 miliardi di crediti deteriorati. D' altronde, la pulizia del portafoglio è uno dei quattro pilastri del piano di ristrutturazione concordato con Ue e Bce.

 

MARCO MORELLI

«Stiamo attuando il piano di ristrutturazione, anche se il processo è stato più lungo di quanto ci attendessimo», aveva sottolineato l' ad di Montepaschi, Marco Morelli. «Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti all' inizio dello scorso anno», in termini anche di rafforzamento patrimoniale, recupero della raccolta e tagli dei costi. «Ora», ha aggiunto, «siamo focalizzati e pronti a dedicare energia e impegno alla gestione commerciale della banca». In realtà il dato della raccolta spicca non certo in senso positivo. Si è attestata a 193,6 miliardi di euro (-4,5% rispetto al 31 dicembre 2016), con una riduzione delle masse nel quarto trimestre di 7,6 miliardi di euro. A fine 2017 i crediti verso la clientela del gruppo valevano 86,5 miliardi di euro, in riduzione di 20,2 miliardi rispetto a fine dicembre 2016 e di 4,6 miliardi di euro sul 30 settembre 2017. Un lungo elenco di numeri che cozza con la garanzia pubblica.

 

RENZI MPS

Mps è di fatto un istituto pubblico, e alle sue spalle ha una grande solidità: il denaro dei contribuenti. Eppure i cittadini e gli investitori istituzionali sembrano pensarla ancora diversamente. Al di là delle dismissioni, della pulizia di bilancio e dei tagli, al momento a latitare è la fiducia. Ecco perché dobbiamo rivedere la nostra analisi di febbraio. Le dichiarazioni di Padoan non erano dirette al mercato, ma agli elettori senesi che vedono nella presenza del Tesoro un ritorno ai vecchi tempi. Quando la banca era la prima industria della città e della provincia.

 

mps titoli di stato 4

Un modo per mantenere il più possibile lo status quo anche se nella realtà tutto è cambiato. A parlare ai mercati è invece il dirigente del Mef che conosce le regole della Bce e si prepara a un' operazione di mercato. Se i conti vanno male e bisognerà organizzare un matrimonio, serviranno altre pulizie e altri sacrifici da parte dei dipendenti e degli sportellisti. Esattamente ciò che il candidato Padoan non può al momento permettersi di esternare.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!