1- SMANETTANDO TRA UNA BESTEMMIA E L’ALTRA, I CONTRADAIOLI SENESI SI SONO FERMATI SUL SITO “LINKIESTA” CHE ALLA FINE DI AGOSTO HA SPARATO BORDATE MICIDIALI NEI CONFRONTI DI MPS: A CHE GIOCO GIOCA IL PRESIDENTE PROFUMO CHE RISULTA ANCORA TRA GLI AZIONISTI DEL SITO? UN PICCOLO CONFLITTO DI INTERESSI CHE NON GIOVA CERTO ALL’IMMAGINE DELLA BANCA DOVE PROFUMO E' STATO ACCOLTO COME UN SALVATORE 2- PER RCS IL MOMENTO DELLA VERITÀ SARÀ IL 16 OTTOBRE QUANDO JOVANE SCOPRIRÀ LE SUE CARTE E SI CAPIRÀ SE HA QUALCHE FONDAMENTO L’ULTIMO RUMOR CHE ATTRIBUISCE AD ABRAMO-BAZOL IL PROGETTO DI UN’EMISSIONE DI BOND CONVERTIBILI E FORSE LA SUA VOCE POTRÀ DARE UN VOLTO ALLE “MANONE” (ROTELLI E DELLA VALLE) CHE VOGLIONO CONTROLLARE LA CORAZZATA EDITORIALE IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI 3- L’AMERICA LO VUOLE, ORSI UBBIDISCE: CHIUSURA DI FINMECCANICA NORTH AMERICA 4- IL MONDO DELL’INFORMAZIONE PRESO IN CONTROPIEDE DALLA NOMINA DEL DIRETTORE DI “MILANO FINANZA”, OSVALDO DE PAOLINI, A VICEDIRETTORE DEL “MESSAGGERO”

1- PROFUMO DOUBLE-FACE
I contradaioli di Siena che ogni giorno leggono il "Wall Street Journal" nei bar della piazza del Palio, hanno messo da parte i discorsi volgari sui cavalli per seguire con ansia le vicende di MontePaschi.

In particolare hanno cercato di capire quale sia lo stato d'animo di Alessandro Profumo, l'ex-boyscout McKinsey di Genova che dopo aver lasciato il timone di Unicredit nel 2010 con una paccata di milioni ha preso in mano le redini del più antico istituto italiano.

Per quanto i contradaioli sono riusciti a sapere Mr Arrogance e la moglie Sabina Ratti quest'anno hanno evitato di fare le vacanze nel Mar Rosso dove tempo fa hanno rischiato di essere mangiati dagli squali. Le notizie che trapelano dai piani alti della banca segnalano che il presidente è terribilmente incazzato e questo atteggiamento è venuto fuori alla vigilia delle ferie quando durante la festa provinciale del Pd che si è tenuta a Siena il 27 agosto Profumo ha esclamato: "questa banca perde quattrini dal punto di vista operativo, non guadagniamo un euro e così non possiamo andare avanti" e ha aggiunto tra i brividi della platea: "in questo modo il posto di lavoro lo perdono tutti, bisogna guardare in faccia la situazione".

A queste parole si è aggiunto l'ultimatum di Fabrizio Viola, il 54enne romano bocconiano che nel corso di una teleconferenza ha ribadito la necessità di accelerare i tempi del piano industriale.

È lo stesso concetto che il manager romano dall'aria falsamente paciosa nominato a maggio al posto di Vigni, ha riproposto ieri in una lettera ai dipendenti consapevole che il buco di 1,6 miliardi del primo semestre è un bagno di sangue per il quale dovranno scattare migliaia di licenziamenti e operazioni straordinarie.

I contradaioli di Siena non riescono a vedere la fine della tragica telenovela che nemmeno un aumento di capitale da 1 miliardo e l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti (presieduta da quel Franco Bassanini che ha la vita intrecciata con i poteri chiaroscuri locali) potranno sanare.

È inutile dire che la caccia alle responsabilità del passato sembra un esercizio inutile. Le cause sono chiare e si scaricano quasi integralmente sulle spalle di Peppiniello Mussari, l'avvocato calabrese che dopo aver lasciato il bastone del comando a Profumo è stato paradossalmente gratificato con la seconda presidenza al vertice dell'Abi, l'Associazione dei banchieri.

Un'altra porzione grandiosa delle colpe ricade sui politici locali che in per anni hanno munto alle poppe della Fondazione MontePaschi presieduta dal ragioniere Gabriello Mancini. Ci sono quindi buoni motivi per capire l'irritazione di Profumo che dopo aver lasciato Unicredit in un mare di problemi pensava di vivere una stagione tranquilla nella piccola boutique "Appeal Strategy & Finance".

La sorte lo ha rimesso in campo e adesso il malessere è profondo, ma da ciò che dice non sembra aver voglia di farsi crogiolare all'infinito sulla graticola di una banca che sotto gli occhi (piuttosto miopi di Draghi e della Tarantola ) è riuscita a distruggere un patrimonio di 500 anni.

A dimostrazione che l'ex-boyscout di Genova intende scrollarsi dalle spalle un passato che non gli appartiene, i contradaioli hanno scoperto sull'ipad qualcosa di curioso. Smanettando tra una bestemmia e l'altra, la loro attenzione si è fermata su una serie di articoli pubblicati alla fine di agosto sul sito "Linkiesta".

Per chi non lo conosce il sito online è nato nel gennaio 2011 su iniziativa di una società composta da 80 investitori ciascuno dei quali detiene non più del 5% del capitale. L'obiettivo è quello di approfondire i temi dell'economia e della finanza con articoli meditati senza rincorrere l'attualità e i gossip. Questo approccio è piaciuto sin dall'inizio ad alcuni imprenditori come Anna Maria Artoni e allo stesso Profumo che risulta ancora tra gli azionisti.

I contradaioli sanno di questa partecipazione azionaria di Profumo e sono rimasti allibiti quando nello spazio di tre giorni (27, 29, 31 agosto) "Linkiesta" ha sparato bordate micidiali nei confronti della banca presieduta da quello che un tempo era Alessandro il Grande.

Di fronte ai tre articoli de "Linkiesta" dove si parla di depositi in fuga, crollo degli interessi e perdite operative disastrose, c'è da chiedersi quale sia il gioco del banchiere genovese, una sorta di autoflagellazione indiretta che va oltre la vendetta nei confronti del trio Mussari-Vigni-Mancini.

Non e' il preludio di una fuga , ma un piccolo conflitto di interessi che non giova certo all'immagine della banca dove e' stato accolto come un salvatore.


2- RUN, RCS, RUN!
Anche oggi i giovanotti con le bretelle che stanno dietro ai monitor della Borsa hanno goduto quando il titolo Rcs ha aperto le contrattazioni con un incremento del 12%, anche se poi è ripiegato, per la prima volta dopo tanti giorni, con una perdita superiore al 10%.

La cavalcata a Piazza Affari della casa editrice che pubblica il "Corriere della Sera" è diventata comunque una case history nel piccolo universo della finanza. Nello spazio di 20 giorni la corsa di Rcs è stata irrefrenabile e ha fatto venire in mente i tempi in cui il furbetto del quartierino Ricucci tentò senza soldi di scalare la società facendo schizzare il titolo a 7 euro.

Giustamente il "Sole 24 Ore" ricorda che un caso simile si è verificato anche nel '98 intorno alle azioni della società farmaceutica Schiapparelli quando annunciò un farmaco in grado di appoggiare la cura anticancro del "mago" Di Bella. Resta il fatto che mentre a metà agosto Rcs capitalizzava intorno ai 430 milioni oggi ne vale 1.062 e questo è certamente un motivo di soddisfazione per i soci forti e per Scott Jovane il 44enne ex-capo di Microsoft che a luglio si è insediato al vertice del Gruppo.

Pare che per questo giovinotto nato a Cambridge (Usa) la lettura preferita sia "Il giovane Holden" mentre tra i film predilige "Nuovo Cinema Paradiso" di Tornatore.

Il paradiso si è spalancato di fronte ai trader che negli ultimi 20 giorni hanno eiaculato sul titolo pagandosi lautamente le vacanze e ripagandosi delle delusioni accumulate negli anni intorno a Rcs che ha un buco di 1 miliardo e deve procedere a un aumento di capitale.

La cavalcata è avvenuta sotto gli occhi della Consob che seguendo una specie di rito ambrosiano "ha aperto un faro" sugli acquisti in Borsa.

Più che un faro quello dei commissari della Consob è, come al solito, una lanterna a olio o nella migliore delle ipotesi una lampadina che non porta a capire l'identità delle mani e delle manine che continuano a rastrellare le azioni della società.

A questo punto sembra valere poco la spiegazione dello scarso flottante (120 milioni) che circola al di fuori del patto di sindacato tra i soci forti. Allo stesso modo non sembra valida la giustificazione del nuovo piano industriale del giovane Jovane che giocherà le sue carte sulla vendita di Flammarion (200 milioni circa) e su quella assai problematica del palazzo di via Solferino. Se poi il neoamministratore delegato vorrà proporre un aumento di capitale allora saranno dolori perché i grandi azionisti come Fiat, Mediobanca, Generali e Intesa non sono con le pezze al culo ma poco ci manca.

Ecco allora che tra gli analisti meno sprovveduti si sta facendo strada l'ipotesi che almeno un paio di azionisti con le tasche ancora gonfie abbiano dedicato la parte finale delle loro vacanze a raccattare robuste mollichine di quel flottante che con solo 5 milioni di investimento manda il titolo alle stelle.

Il pensiero va subito a Giuseppe Rotelli che nonostante il 16,5% delle azioni non è ancora riuscito a varcare la soglia del Patto di sindacato. A ruota ci potrebbe essere anche Dieguito Della Valle, lo scarparo marchigiano che nelle ultime settimane si è chiuso in un silenzio impenetrabile ma nel primo semestre ha realizzato utili dentro Tod's che gli consentono di comprarsi braccialetti nuovi e altri gadget da esibire nel dalotto che lo rifiuta.

Il 4 aprile scorso Dieguito (che finora ha smentito blandamente di far parte della pattuglia degli scalatori) ha sbattuto la porta del Patto di sindacato con una polemica furibonda nei confronti del "giovinotto" Elkann e dell'"inesperto" Pagliaro di Mediobanca.

Sono questi i rumors che corrono a Piazza Affari dove negli ultimi due anni e mezzo il titolo Rcs aveva perso il 98% del valore di mercato. Il momento della verità sarà il 16 ottobre quando il giovane Jovane scoprirà le sue carte al consiglio di amministrazione.

In quella occasione si capirà se ha qualche fondamento l'ultimo rumor che attribuisce al patriarca Abramo-Bazoli, presidente di Intesa, il progetto di un'emissione di bond convertibili e forse la sua voce potrà dare un volto alle "manone" che vogliono controllare la corazzata editoriale in vista delle prossime elezioni.


3- DECOLLA IL PROGETTO "FINMECCANICA DEFENCE" CHE PREVEDE LA CHIUSURA DI FINMECCANICA NORTH AMERICA, FORTEMENTE VOLUTO DAI MANAGER STATUNITENSI DELLA CONTROLLATA DRS
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che ai piani alti di Finmeccanica non stanno con le mani in mano.

Dopo la modesta comparsata di Giuseppe Orsi al Meeting di Rimini, nel Gruppo si è proceduto a nuove nomine e ingaggi. In Ansaldo Sts e' salito di grado Christian Andi, un manager di 39 anni che ricopriva la carica di vice president Internal Audit, e sara' il nuovo direttore finanza.

Nell'area della comunicazione, già affollata da una pletora di pretoriani e di consulenti, è entrato a far parte anche il nipote del generale Leonardo Tricarico, l'ex-capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica che a fine aprile rivolse un peana a Orsi ( "una persona che stimo da più di 30 anni e vale più degli strampalati dossier").

Tra pochi giorni si dovrebbe alzare il sipario su un'operazione che riguarda la presenza del Gruppo negli Stati Uniti. Pare infatti stia per decollare il progetto "Finmeccanica Defence" che prevede la chiusura di Finmeccanica North America ed è fortemente voluto dai manager statunitensi della controllata Drs".


4- IL MONDO DELL'INFORMAZIONE PRESO IN CONTROPIEDE DALLA NOMINA DEL DIRETTORE DI "MF", OSVALDO DE PAOLINI, A VICEDIRETTORE DEL "MESSAGGERO"

Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che il mondo dell'informazione è stato preso in contropiede dalla nomina del direttore di "MF", Osvaldo De Paolini, a vicedirettore del "Messaggero".

Il giornalista ,che ha profonde radici nella finanza milanese,è stato chiamato da Caltariccone per sviluppare i temi dell'economia in tutti i giornali del Gruppo".

 

 

Profumo AlessandroALESSANDRO PROFUMO E MOGLIE SABINA RATTI ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA FRANCO BASSANINI GIUSEPPE MUSSARI Gabriello ManciniANTONIO VIGNI PIETRO SCOTT JOVANEGIUSEPPE ROTELLI JOHN ELKANN ALL ALLEN CONFERENCE GIOVANNI BAZOLI DIEGO DELLA VALLE jpeggiuseppe orsi Osvaldo De Paolini

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