UN “PASTORE TEDESCO” A GUARDIA DELLO IOR? - RATZINGER “FRENA” SUL BELGA BERNARD DE CORTE, ORA IL FAVORITO E’ ERNEST VON FREYBER, TESORIERE DEL RAMO TEDESCO DEI CAVALIERI DI MALTA - IN CORSA ANCHE IL BERTONIANO ANTONIO MARIA MAROCCO - LA GUERRA PER IL SUCCESSORE DI LIN-GOTTI TEDESCHI IERI E’ ESPLOSA PUBBLICAMENTE TRA LANCI DI AGENZIE, SMENTITE, FUGHE IN AVANTI E PRECIPITOSI DIETRO-FRONT - I GUAI CON L’ANTIRICICLAGGIO…

Andrea Tornielli per LaStampa.it

Il nuovo presidente dello IOR sarà annunciato nelle prossime ore. È in arrivo, tra indiscrezioni e smentite. Potrebbe essere tedesco, belga o nuovamente italiano. Lo scorso martedì il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, nel corso dei colloqui con la delegazione del Governo durante il ricevimento nell'anniversario dei Patti Lateranensi all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, aveva preannunciato la nomina imminente.

«Nei prossimi giorni», aveva detto. La notizia era stata rilanciata da diversi quotidiani la mattina successiva, e nel corso del briefing giornaliero padre Federico Lombardi confermava: «È plausibile che nei prossimi giorni ci sia la nomina ufficiale del presidente dello IOR. Era un processo avviato da molto tempo e non vedo perché debba essere interrotto se il Papa ha annunciato la sua rinuncia».

La designazione della nuova guida della «banca vaticana», vista la coincidenza temporale, è destinata a rimanere come uno degli ultimi atti avvenuti durante il pontificato ratzingeriano. Secondo alcune fonti, colloqui informali per risolvere l'ormai annosa questione del nuovo vertice della «banca» d'Oltretevere si sarebbero svolti ai massimi livelli sabato scorso.

L'esito del summit è l'individuazione di due nuovi membri laici, un tedesco e un belga, che la commissione cardinalizia di sovrintendenza dovrebbe oggi cooptare nel board dell'Istituto. Lo stresso board laico che già oggi potrebbe eleggere al suo interno il nuovo presidente.

Dopo la cacciata di Ettore Gotti Tedeschi avvenuta nel maggio 2012, l'Istituto è retto da un consiglio nel quale siedono il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz (proviene da Deutsche Bank e in questi mesi ha retto l'interim), lo statunitense Carl Anderson, Cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo; lo spagnolo Manuel Soto Serrano, del Banco Santander; l'avvocato Antonio Maria Marocco, presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Di questi, soltanto Schmitz sarebbe destinato a lasciare l'incarico, permettendo così la cooptazione di due nuovi membri, uno in sua sostituzione, e un secondo al posto lasciato da Gotti.

Dopo mesi di consultazioni e valutazioni di profili, avvalendosi anche di una società specializzata nella ricerca del personale, sono stati individuati due nomi. Il primo è quello del tedesco Ernest von Freyber, co-fondatore e direttore generale della società di Francoforte DC Advisory Partners, tesoriere del ramo tedesco dei Cavalieri di Malta, molto attivo nell'organizzazione dei pellegrinaggi per i malati a Lourdes.

Il secondo è quello del belga Bernand De Corte, già membro della società d'investimenti Wereldhave Belgium e fino al 2007 consigliere di Brederode, società d'investimenti quotata a Bruxelles. Il «papabile» più quotato per la presidenza in queste ore è von Freyber, seguito da De Corte. Ma non si esclude ancora del tutto la possibilità della nomina di Marocco, uomo molto stimato dal card. Bertone.

L'intenzione della Segreteria di Stato è quella di sganciare il più possibile lo IOR dalle vicende italiane. Negli ultimi mesi la Banca d'Italia, dalla quale il Vaticano si sente considerato un «sorvegliato speciale», aveva chiesto di consultare gli elenchi dei correntisti anche per il periodo precedente all'entrata in vigore della legge antiriciclaggio, come pure aveva chiesto il dettaglio dei prelievi fatti con i bancomat interni prima di rifornire la Santa Sede di contante.

Mentre si è da due giorni risolto il problema dei POS vaticani, bloccati su richiesta della vigilanza di Bankitalia per una mancanza richiesta di autorizzazioni della quale era responsabile Dutsche Bank Italia. In quella occasione, il direttore dell'Autorità d'informazione finanziaria della Santa Sede, lo svizzero René Bruelhart, aveva espresso pubblicamente la sua sorpresa per il trattamento a cui veniva sottoposto il Vaticano.

 

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