renzi bollore berlusconi

DAGO-FIXER - IL "PATTO DOPPIO" (ANZI IL "PIATTO DOPPIO"). DA UNA PARTE IL SALVATAGGIO POLITICO (FORZA ITALIA AL GOVERNO) E INDUSTRIALE (ACCORDO MEDIASET-VIVENDI) DI BERLUSCONI; DALL'ALTRA LA CESSIONE DELLA RETE TELECOM A UNA SOCIETÀ PUBBLICA - LO STATO PAGHEREBBE A BOLLORE' UN PREZZO SUFFICIENTE PER COMPRARSI MEDIASET, SUA VERA PREDA MERCATO ITALIANO - L'OPERAZIONE È GIÀ STATA RISERVATAMENTE PRESENTATA AL GOVERNO DA BASSANINI E BERNABÈ - IL SILENZIO ASSORDANTE DEL M5S, IL MAGGIORE PARTITO DI OPPOSIZIONE

Interfax per Dagospia

BOLLORE BERLUSCONIBOLLORE BERLUSCONI

Le parole del sottosegretario alle telecomunicazioni Giacomelli e il silenzio-assenso dell'intero Governo Gentiloni, asseverano il via libera al "Patto Doppio": accordo Mediaset-Vivendi e accordo Telecom-Società di Stato delle Reti Unificate.

 

Su Dagospia Interfax lo sostiene da settimane e in questi giorni i giornali italiani ne stanno prendendo coscienza (vedi La Stampa e Libero di oggi). La "ragion di Stato" che prevede il tentativo di blindare l'attuale legislatura e di programmare la prossima Grande Coalizione PD-Berlusconi dopo le prossime elezioni politiche, passa attraverso la sigla del "Patto Doppio" (o meglio del "Doppio Piatto").

 

macron bolloremacron bollore

Come bene descritto nei giorni precedenti da Interfax, il Doppio Patto prevede da una parte il salvataggio politico (Forza Italia al Governo, comunque e con chiunque) e industriale (accordo Mediaset-Vivendi) di Berlusconi; dall'altra la cessione della Rete Telecom a una Società Pubblica (che potremmo denominare "Società di Stato delle Reti Unificate, in perfetto stile liberale e da vero libero mercato!), dove la rete di Open Fiber (Enel e Cassa Depositi e Prestiti) e quella di Telecom Italia convivano e si complementino.

 

L'operazione è già stata riservatamente presentata al Governo da Bassanini e Bernabè, duetto di complemento alle strategie di sistema in servizio permanente. Lo Stato in sostanza pagherebbe a Telecom un prezzo adeguato e sufficiente a Bollore' per uscire soddisfatto dall'"affaire Telecom", dotandosi così delle risorse necessarie per siglare un ricco accordo con Mediaset, sua vera preda mercato italiano.

 

sabrina florio  franco bassanini  claudia merlonisabrina florio franco bassanini claudia merloni

Gli unici aspetti "estetici" da salvaguardare sono: l'"italianità" (tema caro sia alla retorica del Governo che a quella di Berlusconi) sia delle Reti Unificate che di Mediaset, due vere FINZIONI, soprattutto la seconda, pronta alla non lontana "scadenza biologica" del leader.

 

E in tutto ciò cosa fa il M5S, il maggiore partito di opposizione? Ne parleremo più approfonditamente nei prossimi appuntamenti ma per ora segnaliamo due fatti: da una parte l'Acea, sotto la nuova guida grillina, poche settimane fa ha chiuso un accordo con Open Fiber, la società di Enel e CDP - di chiara marca governativa - per la gestione unificata delle reti in fibra della area di Roma; dall'altra assiste in totale silenzio alla preparazione del "Doppio Patto/Piatto", forse in attesa che diventi "Triplo". Alla prossima per maggiori spiegazioni.

 

2. VIVENDI RIPARTE CON TIM: BENE L' APERTURA DEL GOVERNO

antonello giacomelliantonello giacomelli

PIÙ DIFFICILE L' INTESA CON MEDIASET SENZA LO SCORPORO DELLA RETE

Francesco Spini per “la Stampa”

 

Nessun commento ufficiale, la materia è di quelle che scottano. Ma a Parigi, dalle parti di Vivendi, le parole di Antonello Giacomelli, sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Telecomunicazioni, sono state accolte con favore dagli uomini di Vincent Bolloré.

 

DE PUYFONTAINE BOLLOREDE PUYFONTAINE BOLLORE

Per la prima volta un componente del governo Gentiloni, in un' intervista a questo giornale, dopo i mesi passati a tirare bordate sul presunto ostruzionismo della Tim a trazione francese ai piani governativi sulla banda ultra larga (gli investimenti di Open Fiber erano stati messi a rischio dal progetto Cassiopea, messo in freezer dopo l' apertura dell' indagine dell' Antitrust) ha detto a chiare lettere che un accordo tra Telecom Italia, di cui Vivendi è primo azionista col 23,9%, e Mediaset, dove pure Parigi ha il 29,9% dei diritti di voto, si può fare. Anzi, un' intesa di natura industriale è addirittura «auspicabile», purché sia «ben presente» il timbro italiano.

linda lanzillotta col marito franco bassaninilinda lanzillotta col marito franco bassanini

 

Ma l' idea di fondo, avallata dal rappresentante dell' esecutivo, è quella di un soggetto che eviti «di lasciare a Fox e Netflix la supremazia culturale dei contenuti». Più o meno quanto ha sempre sostenuto Arnaud de Puyfontaine, presidente di Tim e pure amministratore delegato di Vivendi che non ha mai abbandonato il progetto di creare un gruppo media che si estenda in tutto il Sud Europa, in Francia, Italia e Spagna.

 

Il governo però ha anche mostrato di non avere alcun interesse nel rinazionalizzare la rete di Telecom, ipotesi su cui de Puyfontaine si era detto pronto a ragionare, senza escludere a priori uno scorporo dell' infrastruttura, che non necessariamente implicherebbe il ritorno della rete sotto il pubblico controllo.

 

franco bernabefranco bernabe

Per le future mosse di Vivendi e di Tim nei confronti di Mediaset la rete resta però un intralcio. Questo perché senza il suo scorporo (e secondo gli ultimi calcoli non basterebbe neppure quello) qualunque patto solido e duraturo tra Tim e Mediaset finirebbe per scontrarsi con il Tusmar, la legge del settore che impedisce - come ha sottolineato l' Agcom ai francesi - intrecci tra un gruppo che abbia più del 40% del mercato delle tlc con un operatore che pesa oltre il 10% del Sic, il sistema integrato delle comunicazioni.

 

Insomma, un ginepraio, tanto più in un momento in cui Vivendi sta «dialogando» con l' Agcom per risolvere la questione della quota Mediaset oltre il 10%, incompatibile con la presenza in Tim. Tutto si potrebbe risolvere riesumando un accordo più ridotto, dal carattere più industriale e meno finanziario, e che riguardi la sola Premium, la pay tv che Pier Silvio Berlusconi è deciso a tenere in partita anche per i diritti tv della Serie A, la cui nuova asta si terrà in autunno.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'

Per allora, se Agcom darà il benestare (ma sono già stati sollevati problemi, vista la presenza francese nel Biscione), avrà già visto la luce Canale+, la joint venture tra Tim e Canal+, il gruppo tv di Vivendi. Nell' occasione si potrebbe realizzare il progetto francese di tornare a stringere un' alleanza con Mediaset proprio attraverso il calcio, agitando lo spauracchio di un accordo alternativo con Sky o con Discovery.

 

Lì si vedrà se l' alleanza col Biscione, sfumata col dietrofront francese dall' accordo dell' aprile di un anno fa, si risolverà nelle aule del tribunale o avrà una seconda chance: al momento il dialogo stenta a decollare.

 

Prima i francesi dovranno risolvere i mille nodi che accompagnano la loro presenza in Italia, dalla questione del controllo di Tim, che i francesi hanno già formalmente negato alla Consob pur avendo recentemente ammesso la direzione e il coordinamento.

Giacomelli Antonello Giacomelli Antonello

 

Il tema porta con sé la questione relativa ai diritti dello Stato di esercitare il «golden power» sulle attività ritenute strategiche, come Sparkle, società dei cavi sottomarini, la cui portata Giacomelli ha molto ridimensionato, sancendo anche qui un cambio di tono nel dialogo con Parigi.

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...