mps morelli renzi verdini montepaschi

MONTE DEI FIASCHI: DALLA PADELLA ALLA BRACE - PER IL BIDONE SENESE S'AVANZANO DUE IPOTESI: O L'ARRIVO DEGLI OPACHI FONDI DEL QATAR IN DUPLEX CON FONDI PENSIONE E ASSICURAZIONE, O L'INTERVENTO DELLO STATO (OVVERO DELLE NOSTRE TASSE) - A BRUXELLES NON CREDONO PIÙ AI CONTINUI PIANI DI RILANCIO E DANNO PER SCONTATO IL PARACADUTE PUBBLICO

 

1. AUMENTO DI CAPITALE MONTEPASCHI, L' OPZIONE DEI FONDI DEL QATAR

Federico Fubini per il ''Corriere della Sera''

 

Più passano le settimane, più diventa chiaro che per Monte dei Paschi non sarà facile trovare sul mercato i cinque miliardi di euro di cui ha bisogno entro pochi mesi. Per la banca di Siena però non si sono chiuse tutte le porte: di recente un ristretto gruppo di investitori legati al governo del Qatar ha preso forma come nucleo di base attorno al quale l' aumento di capitale della banca potrebbe essere lanciato nel 2017.

 

MARCO MORELLI2MARCO MORELLI2

L' apertura dal Golfo è una nota incoraggiante per Mps, che in estate ha registrato i risultati più deboli del continente nelle «prove da sforzo» dell' Autorità bancaria europea e da allora a cambiato amministratore delegato e presidente. Per il momento l' interesse del Qatar non sembra sufficiente da solo a garantire che vada in porto un' operazione interamente eseguita sul mercato.

 

Sarebbero però quattro le entità disposte all' investimento dal Qatar (e in parte forse anche da un altro Paese del Golfo), in un intervento strettamente coordinato: i quattro investitori sarebbero disposti a comprare quattro lotti da 250 milioni di euro ciascuno delle azioni di nuova emissione di Montepaschi.

 

Il loro contributo coprirebbe dunque uno dei cinque miliardi di nuovo capitale che oggi, secondo i regolatori europei, sono necessari per garantire che la banca continui a operare in continuità aziendale.

 

MARCO MORELLIMARCO MORELLI

Per coprire parte della somma rimanente il governo italiano, primo azionista di Mps con il 4%, pensa a offrire l' opzione della conversione in azioni delle obbligazioni subordinate in mano a investitori istituzionali come fondi pensioni e assicurazione. Se tutti questi soggetti accettassero, la banca troverebbe altri due miliardi di capitale.

 

Ad oggi però sembra più probabile che il contributo da questa fonte non superi quota 1,2 miliardi di euro: non tutti gli investitori istituzionali sarebbero disposti a convertire subito i loro bond in azioni, con la forte diluizione di valore che ne risulterebbe. Alcuni potrebbero provare a proteggere le proprie cedole ad alto rendimento, sapendo che nel peggiore dei casi la conversione arriverebbe comunque nel caso in cui l' aumento di capitale di Mps sul mercato non funzionasse e lo Stato dovesse intervenire.

 

Anche per questo, non è escluso che nei prossimi mesi venga sollecitata anche la conversione volontaria delle obbligazioni subordinate in mano ad alcuni dei risparmiatori: in particolare, i molti fra questi che detengono patrimoni particolarmente elevati.

 

Nel frattempo il Qatar si profila come l' investitore-ancora attorno al quale il consorzio di banche guidato dall' americana Jp Morgan cercherà nuovi possibili azionisti per Monte dei Paschi.

EMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani EMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani

 

I contatti con l' emirato in questi mesi sarebbero stati tenuti da Palazzo Chigi e dai suoi emissari, anche perché il fondo sovrano di Doha ha già numerose partite aperte con l' Italia: attraverso Qatar Holding, è impegnato in una joint-venture con capitale fino a due miliardi con il Fondo strategico italiano della Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell' Economia); società pubbliche del Qatar hanno poi acquisito la casa di moda Valentino per 700 milioni, sono impegnati nell' area di Porta Nuova a Milano e detengono importanti proprietà immobiliari a Roma e in Costa Smeralda.

 

Il Qatar si profila così come un investitore strategico per l' Italia, anche se non sembra ancora sicuro che i colloqui su Monte dei Paschi sfocino comunque in un impegno concreto: i potenziali azionisti di Siena vorranno valutare il risultato del referendum costituzionale delle prossime settimane e soprattutto il quadro politico che ne emergerà.

 

Non è vero in ogni caso che Siena non ha riscosso negli ultimi mesi alcun interesse per un' acquisizione in blocco. Un sondaggio è stato tentato da Bnp Paribas, secondo due persone con una diretta conoscenza del dossier, ma legato a due presupposti: un taglio del numero di dipendenti di Siena di circa diecimila dai 25.700 attuali, e la garanzia di poter evitare aumenti di capitale della nuova entità dopo la fusione. Il governo italiano si è dimostrato freddo sulla prima condizione, mentre la Banca centrale europea lo sarebbe stato sulla seconda.

 

matteo renzi padoanmatteo renzi padoan

Non è sfuggito però al mercato un apparente paradosso: la parte fissa del compenso annuale di Jean-Laurent Bonnafé, direttore generale e amministratore delegato Bnp Paribas (1,25 milioni), è ad oggi più bassa di quella del suo collega di Mps Marco Morelli (1,86 milioni). Questo sembra in contrasto con il fatto che Bnp è la prima banca europea per dimensioni e per solidità, mentre Mps è otto volte più piccola, resta fragile, chiede capitali ai mercati globali e il suo primo socio oggi è lo Stato italiano.

 

 

2. I TANTI BUCHI DI MPS SARANNO COPERTI CON LE NOSTRE TASSE - BRUXELLES È CONVINTA CHE IL PIANO STUDIATO DA MEDIOBANCA E JP MORGAN NON ANDRÀ IN PORTO

Nino Sunseri per ''Libero Quotidiano''

 

Si annuncia la peggiore delle conclusioni possibili. Le tasse degli italiani, con tutta probabilità, serviranno a pagare il salvataggio di Mps e chiudere il buco lasciato da una generazione di manager molto cari al Pci e ai suoi eredi politici.

 

L' intervento pubblico viene considerato ormai inevitabile per tirare fuori dai guai la banca più antica del mondo. Anche alla Bce stanno studiando un sistema per limitare e non arrivare alla la strage del risparmio privato come accaduto con le quattro banche fallite in novembre.

mario draghimario draghi

 

L' intervento pubblico, se dovesse essere la conclusione rappresenterà il trionfo dell' incompetenza. Il salvataggio pubblico, fatto tre anni fa, avrebbe evitato otto miliardi di aumento di capitale bruciati nel falò delle perdite. Ma soprattutto sarebbe scampato al rogo del bail in. Oggi avviene nelle peggiori condizioni: mercato furente e tagliola pronta a scattare sul patrimonio dei risparmiatori.

 

Così se per il momento la priorità viene data all' operazione privata gestita da Mediobanca e Jp Morgan, si fanno sempre più insistenti le voci su un paracadute pubblico di riserva che intervenga come soluzione di ultima istanza.

Dopo le indiscrezioni raccolte nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza, oggi è l' agenzia Reuters a rilanciare l' ipotesi.

 

Secondo la ricostruzione, l' ipotesi di un supporto pubblico viene presa in considerazione concretamente da diversi funzionari europei. Tanto più che in estate c' era stata una trattativa intavolata dal governo italiano con Bruxelles. Poi il negoziato era stato interrotto con l' ingresso in scena di Jp Morgan e Mediobanca che avevano proposto la soluzione di mercato.

 

jamie dimon cancro jp morganjamie dimon cancro jp morgan

Il quadro è complesso. Anche se il governo dice di avere piena fiducia nel nuovo amministratore delegato, Marco Morelli, sull' esito dell' operazione pesano incognite nei confronti delle quali il top management può poco: dal referendum costituzionale all' andamento dei mercati nei primi mesi del 2017, quando è previsto l' aumento di capitale.

 

L' unica certezza riguarda diversi fondi internazionali (soprattutto anglosassoni) che avrebbero preso in mano il dossier per esaminarlo ed eventualmente giocare la partita. La prudenza impone però di pensare anche a un piano di riserva. Da qui la riapertura del canale tra Roma e Bruxelles per il paracadute di Stato.

 

Fonti qualificate confermano comunque che, prima di individuare lo strumento tecnico più adatto occorre verificare la volontà politica. «Una ricapitalizzazione cautelativa dello Stato» sarebbe probabilmente messa in opera una volta che l' appello al mercato si fosse concluso con un insuccesso, spiega Reuters.

 

il palazzo della commissione europea a bruxelles il palazzo della commissione europea a bruxelles

Certo è sempre possibile il colpo di scena con l' ingresso in partita di Corrado Passera. Forse prima di dare la parola allo Stato sarebbe opportuno conoscere nel dettaglio il piano dell' ex amministratore delegato di Banca Intesa. Si era presentato a luglio ma la sua proposta era stata respinta prima ancora di arrivare in cda. Ora potrebbe riprovarci. La risorsa tempo, però, è sempre più scarsa.

 

 

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…