luciano benetton gianni mion

PROSSIMA USCITA: BENETTON - PERCHÉ SOSTITUISCONO MION CON LAGHI? HANNO UN NUOVO PIANO: CEDERE LA QUOTA IN EDIZIONE, CHE CONTROLLA ATLANTIA E ALTRE SOCIETÀ, PER 3,6 MILIARDI. LA FAMIGLIA DI PONZANO VENETO NON DOVREBBE USARE I SOLDI PER LE CAUSE E LO STATO POTREBBE DIRE DI AVER RISPARMIATO - I "CACCIATORI DI TESTE" AVEVANO INDICATO LUIGI FERRARIS MA PD (DE MICHELI) E M5S (PATUANELLI) HANNO PREFERITO LAGHI 

 

Claudio Antonelli per “la Verità

 

Bisogna ammettere che la famiglia Benetton ha grande rispetto dei propri manager. Se li caccia concede laute buonuscite (il caso di Giovanni Castellucci) oppure fa in modo che il nome del nuovo ingresso faccia subito dimenticare quello del sostituito. È il caso di Gianni Mion, diventato un manager incandescente dopo la diffusione delle intercettazioni nelle quali confermava il pericoloso gioco di tagliare le manutenzioni per favorire i dividendi (destinati alla famiglia). A prendere il suo posto è stato chiamato uno dei commissari governativi più celebri, Enrico Laghi. Un passato con decine di incarichi e una agenda ancora estremamente fitta che lo rende uno dei più forti negoziatori d' Italia.

ENRICO LAGHI

 

 

Fino a ieri dalla parte dello Stato, da domani dalla parte del gruppo di Ponzano Veneto.

La sua nomina a presidente e ad di Edizione (la holding che con il 30% controlla l' intera Atlantia che a sua volta controlla Autostrade per l' Italia) è stata accolta dalla politica con grandi silenzi. A uscire allo scoperto è stata una ex ministra grillina, Barbara Lezzi. «Pensate che nel 2018, solo per incarichi di commissario straordinario di governo, arriva ad occupare la bellezza di dieci poltrone. Da Alitalia a Ilva, da Sanac a Socova.

 

E ancora, occupa anche tre poltrone da presidente di consiglio di amministrazione, cinque da consigliere, una da presidente di collegio sindacale e una da semplice sindaco», ha scritto la pasionaria a 5 stelle. Professore ordinario alla Sapienza e commercialista, Laghi finisce nel mirino della Lezzi per i numerosi incarichi ma non solo. «Come faccia Laghi a rendere i suoi prestigiosi servizi su tanti fronti è impossibile da capire ma, quello che si sa, è che il Partito democratico si è rivolto spesso proprio a lui. E ora anche i Benetton. Gualtieri e i Benetton si saranno fatti un amico in comune?» è quello che la grillina definisce «un legittimo sospetto» perché «Enrico Laghi, sino al 13 maggio 2020, e non mi risulta sia cessato l' incarico, era consulente del ministro Gualtieri».

GIANNI MION 1

Alla Verità non risulta in essere alcun contratto, ma il tema sollevato dall' ex titolare del ministero del Sud appare tanto interessante quanto è delicato il nuovo incaricato affidato al negoziatore.

La trattativa per il riassetto di Aspi vede da più di un mese in prima linea Cdp insieme ai fondi Macquarie e Blackstone, fattisi avanti con due offerte per rilevare l' 88,06% della concessionaria. Proposte «bocciate» entrambe da Atlantia perché i termini economici erano ritenuti ancora non adeguati. Cassa e soci hanno messo sul piatto fin dall' inizio una valutazione del 100% di Aspi nel range di 8,5-9,5 miliardi, rimasta invariata nelle due offerte. Ora entro il 30 Atlantia attende da Cassa e soci un' offerta. Il vero nodo è sempre stato e continua a restare il Pef che, regolando il sistema delle tariffe per i prossimi anni, è il vero cardine per poter determinare il valore della concessionaria. Ma sul piano, dopo i rilievi dell' Autorità di regolazione dei trasporti, ci sarebbe una situazione di stallo con il rischio concreto di dover alzare le tariffe a carico degli automobilisti per non abbattere troppo i margini e far scappare gli investitori esteri. Ipotesi estremamente discutibile se portata avanti da un gruppo privato, impossibile da realizzare se la proprietà diventa pubblica.

 

luciano benetton

Qui si inserirebbe il nuovo arrivato Laghi: il suo compito sarebbe di ragionare fuori dagli schemi e invertire l' intera trattativa. Invece di vendere solo Austostrade proverà a vendere allo Stato l' intero blocco. Cioè tutte le quote di Edizione in Atlantia. Si tratta di un 30% che vale sul mercato di Borsa circa 3,6 miliardi e con cui la famiglia di Ponzano Veneto gestisce non solo Aspi, ma anche Aeroporti di Roma (per il 96%), Pavimental, Telepass, Spea engineering e, al di fuori dei confini italiani, persino il 50% più uno di Abertis, la multinazionale spagnola che opera in 60 Paesi nel comparto delle infrastrutture delle telecomunicazioni. Sarebbe un bel colpo per Laghi.

 

Potrebbe comunicare che ai Benetton alla fine vanno meno soldi: 3,6 miliardi contro gli 8-9 potenziali per Aspi. Ma in realtà sarebbe una vittoria.

Sarebbe infatti denaro contante e non liquidità da destinare a tappare debiti e guai giudiziari. Se fosse Cdp l' acquirente potrebbe vantare ugualmente il successo. Minore esborso di denaro pubblico e molti più asset da portare a casa. Compreso il colpo grosso a Barcellona dove è quotata Abertis. Immaginiamo che lo schema sia già concordato tra le parti. Difficilmente Laghi si sarebbe imbarcato nell' impresa, altrimenti. Insomma, tutte e due le parti canterebbero vittoria.

 

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

E resterebbe solo aperto il tema della manleva e dei danni dovuti agli esiti delle inchieste giudiziarie. Cosa non da poco. Ma - ribadiamo - la politica potrebbe sempre vantarsi di aver risparmiato sulla carta quasi 5 miliardi. Tanto le eventuali rogne non sbucherebbero prima di qualche anno. Nel frattempo si tratterebbe di trovare un manager pubblico in grado di gestire investimenti così diversi che vanno da Roma al Sud America. Si fa già un nome: Luigi Ferraris, da poco uscito da Terna, che ha coordinato per anni le attività estere di Enel.

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...