
È PARTITA LA CAMPAGNA DI GERMANIA DI PIER SILVIO BERLUSCONI – MEDIASET LANCIA UN’OPA DA UN MILIARDO DI EURO SU PROSIEBEN: IL BISCIONE, GIÀ PRIMO AZIONISTA CON IL 29,9%, PUNTA A SALIRE OLTRE IL 30% DEL CAPITALE PER INCIDERE SULLE SCELTE INDUSTRIALI DELLA TELEVISIONE TEDESCA – “PIER DUDI” È INSODDISFATTO DEL MANAGEMENT, CHE HA RITARDATO LA VENDITA DEGLI ASSET NON CORE: “SERVE UN CAMBIO DI PASSO, È INDISPENSABILE CREARE VALORE PER TUTTI GLI AZIONISTI, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI” – IL TITOLO DI PROSIEBEN CEDE IL 10% IN APERTURA ALLA BORSA DI FRANCOFORTE...
PROSIEBEN CEDE IN BORSA (-10%), VERSO IL PREZZO DELL'OPA DI MFE
(ANSA) - Partenza molto negativa per Prosieben in Borsa a Francoforte dopo l'Opa lanciata ieri a mercati chiusi al prezzo minimo di legge da Mfe-Mediaset, già primo azionista: il titolo del gruppo tedesco in avvio di seduta cede il 10% a 5,84 euro, avvicinandosi al valore di 5,75 euro dell'offerta calcolato sugli ultimi tre mesi di quotazione.
Debole anche Mfe B, il titolo più rappresentativo del gruppo italiano con dieci diritti di voto, che in Piazza Affari in avvio scende del 2,6% a 4,7 euro con il listino generale di Milano che perde un punto percentuale e mezzo. Il Consiglio esecutivo e il Consiglio di sorveglianza di Prosieben hanno comunicato che "esamineranno attentamente l'Opa dopo la pubblicazione del documento di offerta e successivamente emetteranno il loro parere motivato come richiesto" dalla legge tedesca.
MFE, OPA DA UN MILIARDO SU PROSIEBEN
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Una mini Opa per salire oltre il 30% del capitale di Prosieben: la soglia necessaria per avere una minoranza di blocco, capace di impedire di operazione lontane dal core business del gruppo; ma anche una soglia di rilievo per poter incidere con più forza nelle scelte strategiche della società tedesca.
[…] E l'amministratore delegato del Biscione, Pier Silvio Berlusconi la spiega con chiarezza: «Serve un cambio di passo, rafforziamo il nostro ruolo di socio industriale per sostenere e supportare la società». E ancora: l'Opa «è indispensabile per poter concretamente affiancare Prosieben con un approccio costruttivo e creare valore per tutti gli azionisti, prima che sia troppo tardi». Il gruppo italiano era già il primo azionista della società con il 29,9% e ha già raggiunto un accordo con un piccolo azionista per rilevare le sue quote e salire oltre il 30%: una soglia oltre la quale è obbligatorio lanciare l'Opa.
Dopo, Mfe-Mediaset avrà le mani libere per comprare sul mercato senza dove intervenire ulteriormente. L'azionista in questione, comunque, non sarebbe il gruppo Ppf, che detiene una quota superiore al 10% della società tedesca, ma al Biscione comunque basta una frazione per superare l'obbligo di Opa, che quindi è stata lanciata ufficialmente.
Una mossa strategica, strutturata con Mediobanca nelle vesti di advisor finanziario, che spiega la decisione di lanciare un'offerta al prezzo minimo di legge, circa 5,7 euro, ovvero la media ponderata degli ultimi tre mesi. Il 78% del prezzo sarà offerto in contanti mentre il restante 22% con azioni Mfe-A di nuova emissione, frutto di un aumento di capitale che sarà deliberato dall'assemblea del prossimo 7 maggio.
Difficilmente - oltre all'azionista con cui il Biscione ha già un accordo - altri soci seguiranno l'offerta. D'altra parte, la proposta è inferiore agli attuali corsi di Borsa di Prosieben che ieri ha chiuso la seduta a 6,5 euro. Tuttavia, gli addetti ai lavori sono convinti che il valore sia gonfiato anche alla luce del debito in pancia alla società tedesca: 1,5 miliardi di euro che la società vorrebbe ridurre a 1,2 miliardi di euro per fine anno con le dismissioni.
Tradotto: Mfe-Mediaset potrebbe anche decidere di salire al 100%, ma prima vuole incidere sulle mosse industriali della società per ripulirla.
Inoltre, un'Opa "vera", quindi con un prezzo a premio sugli attuali valori di Borsa, comporterebbe per la totalità di Prosieben un esborso superiore al miliardo. Il Biscione dispone ampiamente di queste risorse, soprattutto dopo aver completato in inverno un finanziamento da 3,4 miliardi con capofila Unicredit che fornisce le munizioni per le prossime operazioni all'estero.
Ma non serve investire così tanto: il gruppo tedesco è una public company con un'azionariato diffuso e si può realisticamente gestirne l'assemblea anche con una quota inferiore al 51% dei diritti di voto. Motivo per cui, almeno per ore, Berlusconi non ha obiettivi sulla governance dei tedeschi che resteranno indipendenti.
Tuttavia, da tempo il principale azionista di Prosieben è molto insoddisfatto del management del gruppo che ha ritardato la vendita degli asset non core mentre Mfe-Mediaset vorrebbe che la società si concentrasse sul settore televisivo.
«Per decenni molte grandi aziende italiane sono state conquistate da multinazionali straniere: quello di Mfe è uno dei pochi casi in cui è un'azienda italiana a investire con coraggio all'estero, oltretutto in un mercato rilevante come quello tedesco», conclude Pier Silvio Berlusconi, che da anni punta alla creazione di un gruppo paneuropeo, anche per reggere la concorrenza dei colossi del digitale nella raccolta della pubblicità: «Il prossimo passo è lavorare per estendere la stessa strategia alla Spagna».