PIÙ CHE ZERO COVID, ZERO AFFARI – GLI INVESTIMENTI OCCIDENTALI IN CINA SONO IN CALO SOPRATTUTTO PERCHÉ LA POLITICA “ZERO-COVID” IMPOSTA DA PECHINO ANCORA OGGI HA PORTATO E STA PORTANDO A INTERRUZIONI SENZA PRECEDENTI DELLE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI – A QUESTO SI AGGIUNGE LA SCARSA TRASPARENZE E LA TROPPA IDEOLOGIA, ELEMENTI CHE NON SI SPOSANO BENE CON IL BUSINESS – AD AVVISARE XI È LA CAMERA DI COMMERCIO DELL’UNIONE EUROPEA IN CINA...
Rita Fatiguso per “Il Sole 24 Ore”
Troppa ideologia sta intaccando lo slancio delle riforme cinesi delle quali oggi c’è bisogno più che mai per favorire la ripresa economica. Il monito arriva dalla Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina ha appena pubblicato il suo Position Paper 2022/2023, forse il più difficile degli ultimi anni, frutto del lavoro dei suoi 35 gruppi e sottogruppi durante nove mesi parecchio travagliati.
Mentre in passato, però, il programma di riforme di Pechino ha contribuito a garantire la stabilità, a stimolare la crescita economica e facilitare enormi afflussi di investimenti diretti esteri, ora l’ideologia sta prevalendo sull’economia.
Jörg Wuttke, che presiede la Camera, ne è più che convinto. «Le aziende europee sono ancora desiderose di contribuire allo sviluppo economico della Cina - dice il presidente -, ma è improbabile che gli investimenti nel Paese aumentino mentre la Cina mantiene i battenti chiusi e le aziende percepiscono che i rischi politici, economici e reputazionali stanno crescendo. Le aziende straniere chiedono anche trasparenza nell’ambiente imprenditoriale, poiché ora devono allineare le loro operazioni in Cina sia con gli impegni aziendali che con la nuova legislazione sulla catena di approvvigionamento nell’Unione europea e negli Stati Uniti».
vladimir putin xi jinping a samarcanda
Nel 2020, quando la Cina si è ripresa rapidamente dalla pandemia rispetto al resto del mondo, il Paese è diventato un porto sicuro per gli investimenti. Tuttavia, l’adesione alla politica zero-Covid 19 ha portato a interruzioni senza precedenti nelle attività inasprendo le sfide preesistenti.
Fattori negativi come il favoritismo nei confronti delle imprese statali e la maggiore politicizzazione degli affari hanno ulteriormente eroso la posizione della Cina come destinazione di investimento.
I flussi di investimento in entrata dall’Europa indicano già una tendenza in evoluzione. Negli ultimi quattro anni, la maggior parte degli IDE europei in Cina è stata frutto di una manciata di grandi aziende, mentre molte altre hanno messo le loro operazioni in Cina in stand by in attesa di valutare destinazioni alternative.
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Per la Camera europea, a questo punto, è urgente ricostruire rapidamente la fiducia degli investitori. «Perché la Cina intraprenda le riforme necessarie, è fondamentale cambiare rotta ma solo dopo un dialogo interno costruttivo, come la Cina ha fatto storicamente. Perché - continua Wuttke - nonostante le accresciute difficoltà che le aziende europee devono affrontare in Cina, si impegnano a restare e a migliorare l’ambiente imprenditoriale, come illustrato dalle 967 raccomandazioni costruttive avanzate nel Position Paper 2022/2023».
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