TIPI DA SPIAGGIA - PSICODRAMMA SINISTRATO SULL’EMENDAMENTO PD PER LA VENDITA DELLE SPIAGGE AI PRIVATI - EPIFANI: “NON È LA POSIZIONE DEL PARTITO”

Valentina Conte per "La Repubblica"

Al termine di una lunga giornata di imbarazzati silenzi, rotti solo da alcuni distinguo, il Pd ritira la proposta di privatizzare le spiagge. Un emendamento fotocopia rispetto all'analogo Pdl - come anticipato ieri da Repubblica - depositato tra i 3.093 alla legge di Stabilità, in
commissione Bilancio del Senato. La retromarcia del Pd arriva dunque alle sette di sera, dopo la richiesta al partito del governatore della Toscana, Enrico Rossi, di «alzare la voce» perché «le spiagge sono di tutti».

Dopo il no alla «svendita», definita «inaccettabile e sbagliata», espresso dal ministro pd dell'Ambiente, Andrea Orlando. E soprattutto dopo che la commissione di Palazzo Madama aveva già dichiarato ammissibile quell'emendamento, al pari degli altri sulle spiagge di Pdl, ma anche Lega, che dunque rimangono in ballo. Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, interviene alla fine, a ritiro già compiuto, per dire che «l'emendamento non è la posizione del partito» e ribadire che «le spiagge son di tutti, lasciamole di tutti».

Un tentativo di dissipare la tensione palpabile che aveva costretto nel pomeriggio il relatore Pd della legge, Giorgio Santini, ad assicurare che «non c'è alcun accordo in vista con il Pdl sulle concessioni balneari». Mentre l'altro relatore, il senatore Pdl Antonio D'Alì (primo firmatario per il centrodestra di quella proposta), assaporava «buoni punti di incontro» con il Pd sulla "sdemanializzazione" delle aree coperte, dove insistono gli stabilimenti balneari.

Nel frattempo la prima dei nove senatori pd, sottoscrittori dell'emendamento fotocopia, Manuela Granaiola provava a difendere la proposta, come nata «da un'ipotesi prospettata dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta», anche lui Pd, «e dal direttore dell'Agenzia del demanio».

Ipotesi «a mio parere interessante», insisteva la senatrice. Valutazione condivisa, c'è da pensare, anche dagli altri otto senatori, tutti o quasi di area renziana (molti hanno firmato la candidatura di Renzi a segretario del Pd): Tomaselli, Albano, Caleo, Fabbri, Favero, Marcucci, Padua, Vattuone. Andrea Marcucci è anche presidente della Commissione istruzione e cultura del Senato e "capo" dei renziani a Palazzo Madama.

Sul fronte delle modifiche alla legge di Stabilità, la situazione è ancora fluida. Il viceministro pd Fassina promette «la disponibilità del governo a fare miglioramenti, specie sulla parte che riguarda l'Irpef, per irrobustire il potere d'acquisto delle famiglie in difficoltà».

Ma poi precisa che vincoli di finanza pubblica ed europei rendono «irricevibile la richiesta di una terapia shock», formulata nei giorni scorsi dal guru economico di Renzi, il deputato Gutgeld. Sulla no-tax area (l'ipotesi di estenderla a 12 mila euro dagli 8 mila attuali), «valuteremo gli emendamenti», prende tempo Fassina. La misura, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Legnini, varrebbe 1,8 miliardi. Per quanto riguarda infine il Tuc, il nuovo Tributo unico comunale ideato dal Pdl in sostituzione di Imu e Trise, il relatore D'Alì precisa che la prima casa non sarà tassata perché «la parte relativa a servizi indivisibili va ricompresa nella componente della gestione
rifiuti».

 

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