mps monte dei paschi di siena carlo messina giuseppe castagna andrea orcel daniele franco

A CHE PUNTO È LA TRATTATIVA PER IL MATRIMONIO MPS-UNICREDIT? - ENRICO LETTA PUÒ STARE SERENO: ANDREA ORCEL E DANIELE FRANCO SONO IN CONTATTO CONTINUO, MA LA TIRERANNO PER LE LUNGHE FINO AL 3 OTTOBRE, QUANDO SI VOTERA' PER LE AMMINISTRATIVE E PER IL SEGGIO DI SIENA IN CUI CORRE IL SEGRETARIO DEL PD - IL TESORO PROPENDE PER UN ACQUISTO “IN BLOCCO”, E ALLA FINE ORCEL CEDERÀ, CHIEDENDO IN CAMBIO IL VIA LIBERA ALLA CONQUISTA DI BANCO BPM…

1 - DAGONOTA

andrea orcel

A che punto è la trattativa per il matrimonio Mps-Unicredit? Andrea Orcel e Daniele Franco si parlano spesso in questi giorni, ma faranno manfrina fino al 3 ottobre. Insomma, Enrico Letta può stare sereno: non succederà nulla prima delle elezioni, in cui in ballo c’è anche il seggio di Siena in Parlamento lasciato libero dal neo-presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan, per il quale corre il segretario del PD.

 

daniele franco

Ciò che divide il Tesoro e la banca milanese sono sempre i soliti asset di MPS: Orcel vorrebbe prendersene solo alcuni (quelli buoni, cioè la gran parte degli sportelli), mentre il governo gradirebbe un acquisto in blocco del bubbone senese, con una cessione successiva dei pezzi a cui Unicredit non è interessata.

enrico letta piercarlo padoan

 

Alla fine potrebbe andare così: Orcel trangerà  l'amaro calice del “Monte”, e in cambio chiederà il via libera del MEF sulla vera operazione che gli sta a cuore: Banco BPM.

 

Il problema sull’ex Popolare di Milano è però un altro: il ruolo di Banca Intesa. Carlo Messina potrebbe fare la prima mossa sull’istituto di Castagna, al netto degli eventuali (e molto probabili) rilievi dell’Antitrust. Lo stesso problema, spinoso, potrebbe averlo Orcel: una volta conquistate le filiali di MPS, se vuole lanciarsi anche su BPM dovrà cedere qualche sportello, come ha già fatto del resto Intesa dopo l’ops su Ubi vendendone 500 alla BPER di Cimbri.

giuseppe castagna banco bpm

 

2 - MPS: UNICREDIT È UNO SCENARIO POSSIBILE. LETTA: “ORA VIGILEREMO SULL’OPERAZIONE”

R. E. per "la Stampa"

 

La «soluzione strutturale» per il Monte dei Paschi «al momento non si è ancora concretizzata, ma rappresenta uno scenario possibile alla luce anche dei consistenti incentivi nonché dell'accordo tra UniCredit e Mef per una potenziale operazione». Così la Banca di Rocca Salimbeni nella relazione semestrale appena pubblicata, nel paragrafo dedicato alla continuità aziendale.

 

andrea orcel di unicredit

«L'operazione di aggregazione - scrive la Banca - potrebbe essere preceduta da un intervento di rafforzamento patrimoniale che si prevede possa essere agevolmente approvato da Dg Comp». Se dovesse saltare, l'aumento di capitale da 2,5 miliardi, previa valutazione di Dg Comp e Bce della «viability stand alone» della banca, ossia la capacità di andare avanti da sola, potrebbe essere lanciato «nel primo semestre 2022». Di Mps è tornato a parlare ieri il segretario del Pd, Enrico Letta, impegnato nella campagna elettorale per le suplettive nel collegio di Siena.

 

carlo messina

«Non si devono posporre le decisioni difficili, le decisioni vanno prese ed è meglio farlo con una campagna elettorale aperta, perché noi vogliamo essere trasparenti e dire le cose in faccia agli elettori, ha detto nel corso di un incontro con gli elettori a Montepulciano.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

«Ho fiducia negli impegni che il ministro Franco si è preso pubblicamente in Parlamento - ha aggiunto rispondendo alle domande dei giornalisti - Impegni sui quali noi vigileremo perché la salvaguardia dell'occupazione, l'unità della banca, l'unità e la forza del marchio, la capacità di rappresentanza di un territorio, il rapporto con le piccole e medie imprese che questa banca ha sempre avuto, vadano sempre salvaguardate. Se saremo ognuno in grado di fare la nostra parte, potrà avere un esito positivo».

 

ENRICO LETTA A MONTEPULCIANO

3 - MPS PRIMA DELLA VENDITA A UNICREDIT POSSIBILE RICAPITALIZZAZIONE DEL MEF

A. Fons. per "il Messaggero"

 

Lo aveva adombrato Daniele Franco nell'audizione davanti alle Commissioni finanza del Parlamento. Ora è lo stesso Montepaschi che mette nero su bianco la possibilità di una ricapitalizzazione da parte del Tesoro prima della vendita di un perimetro selezionato a Unicredit.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS

 

Questa soluzione strutturale «al momento non si è ancora concretizzata, ma rappresenta uno scenario possibile alla luce anche dei consistenti incentivi sopra richiamati nonchè dell'accordo tra UniCredit e Mef per una potenziale operazione». E' quanto scrive la banca di Rocca Salimbeni nella relazione semestrale appena pubblicata, nel paragrafo dedicato alla continuità aziendale.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

 

Nel documento c'è anche un'indicazione in più rispetto alle informazioni diffuse da UniCredit e ministro dell'Economia Franco negli ultimi 15 giorni. «L'operazione di aggregazione - scrive l'istituto senese - potrebbe essere preceduta da un intervento di rafforzamento patrimoniale che si prevede possa essere agevolmente approvato da Dg Comp».

 

Se invece il matrimonio con l'intrepido cavaliere biancò dovesse saltare, l'aumento di capitale da 2,5 miliardi, previa valutazione di Dg Comp e Bce della viability stand alone della banca, ossia la capacità di andare avanti da sola, potrebbe essere lanciato «nel primo semestre 2022».

GUIDO BASTIANINI

 

LA CINA

Ma al tirar delle somme dei risultati raggiunti con il piano di ristrutturazione 2017-2021 concordato con Bruxelles e propedeutico all'intervento pubblico del 2017, uno dei primi obiettivo raggiunto è stato quello delle chiusure di sportelli, operazione avviata celermente sotto la gestione di Marco Morelli.

 

Dal 2017 al 2020, ricorda Mps nella semestrale, sono stati chiusi 614 sportelli «raggiungendo l'obiettivo complessivo previsto per il periodo». La nuova gestione dell'ad Guido Bastianini però non si ferma e annuncia che nell'ultimo trimestre dell'anno chiuderà altri 50 sportelli.

 

È una delle misure attuate per l'impegno a ridurre i costi che è stata accompagnata dalla cessione delle banche estere controllate e dalla, recentissima, «razionalizzazione degli Uffici di rappresentanza all'estero, con la chiusura della Rappresentanza di Guangzhou, in Cina, nel primo trimestre 2021».

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