PURE LE GIACCHE DA MOTO DAINESE VENDUTE ALL’ESTERO (IN BAHREIN) – DUE STRADE PER LA QUOTAZIONE DI SORGENTE - ENERSIS CAMBIA VERTICE E SCATTA LA VENDITA DI ENDESA - PER ZUCKERBERG 7MILA DOMANDE ALL'ORA
1.PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
SORGENTE RES E LE SCELTE SUI TEMPI DELL'IPO
Due strade per la quotazione di Sorgente. Il clima variabile sulle Borse ha creato due correnti di pensiero tra i consulenti di Valter Mainetti, il capoazienda di Sorgente Group, gruppo di finanza immobiliare internazionale che punta a portare a Piazza Affari la controllata Sorgente Res. Lo sbarco dovrebbe invertire un trend negativo dopo le rinunce di Italiaonline, Fedrigoni, Intercos e Caffè Zanetti.
Ora per Sorgente Res c'è infatti chi pensa che l'Ipo possa concretizzarsi, come nei piani, prima di fine anno, ma con un obiettivo di raccolta più contenuto e attorno ai 250 milioni. C'è invece chi pensa che sia meglio rinviare l'Ipo (dove il pool di banche è costituito da Banca Imi, Barclays, Merrill Lynch e Intermonte) a marzo, dopo la presentazione dei conti 2014, con il target già prefissato di 500-600 milioni. Quale corrente di pensiero prevarrà? (C.Fe.)
ENERSIS CAMBIA IL VERTICE SCATTA LA VENDITA DI ENDESA
Cambio al vertice di Enersis, la controllata cilena di Enel appena scorporata da Endesa. Come anticipato dal Sole 24 Ore, il nuovo ceo della società sarà Luigi Ferraris che assumerà anche la guida dell'area America Latina e che lascia l'incarico di cfo del colosso elettrico. Al suo posto è stato nominato ieri Alberto De Paoli, già direttore finanziario di Egp e dal 2012 responsabile delle strategie Enel.
Il riassetto delle attività sudamericane procede quindi a tambur battente, ma nei prossimi giorni scatterà anche la cessione di azioni Endesa. Secondo indiscrezioni, l'operazione dovrebbe partire infatti venerdì. Sulla modalità, il ceo Francesco Starace non si è sbottonato, ma, con molta probabilità, si andrà verso un mix di offerta pubblica di vendita per il retail e di collocamento rivolto agli istituzionali per cedere una quota tra il 17% e il 22% della controllata iberica. Con un incasso che, agli attuali corsi di Borsa (ieri Endesa ha chiuso a 14,98 euro), supererebbe i tre miliardi di euro se fosse venduto oltre il 20% del capitale. (Ce. Do.)
ANCHE CARIPLO ASCIUGA I CONSIGLI
Il giro di vite fiscale che il Governo ha pensato per le Fondazioni, che si vedranno tassati quasi tutti i dividendi incassati, colpirà anche Fondazione Cariplo. O meglio, gli enti beneficiari dei suoi interventi (che intanto ieri hanno fatto partire la campagna #menotassepiuerogazioni): ieri la Commissione centrale di Beneficenza ha approvato «con riserva» le linee programmatiche per il 2015: sulla carta gli investimenti pronti a finire sul territorio sono pari a 142,6 milioni, ma se la Finanziaria confermerà il nuovo regime fiscale scatterà un taglio di «almeno» 20 milioni.
GIUSEPPE MUSSARI GIUSEPPE GUZZETTI resize
Ma ieri in commissione si è decisa anche una modifica dello statuto con la riduzione degli organi: a partire dal prossimo mandato, che si avvierà nel 2019, il parlamentino dell'ente, ovvero la Ccb, scenderà da 40 a 28 componenti, mentre in consiglio di amministrazione i posti passeranno dagli attuali 9 a quota sette. (Ma.Fe.)
2.SUSSURRI & GRIDA
Dal "Corriere della Sera"
CDP RETI E LA (PRIMA) MAXICEDOLA DA 1,5 MILIARDI ALLA CASSA
( c. tur. ) La maxicedola da 1,5 miliardi a favore della Cassa depositi ha adesso l’imprimatur di Cdp Reti, la subholding nata due anni fa per rilevare il 30% Snam dall’Eni e rimpolpata con il conferimento in natura del 29,85% Terna al valore di libro (1,32 miliardi). Dopo lo slittamento dei dossier Poste, Ferrovie, Sace, Enav e altro ancora, dell’ambizioso piano di privatizzazioni (0,7% del Pil pari a 10 miliardi) che il ministro Pier Carlo Padoan aveva ereditato dal predecessore al Mef, Fabrizio Saccomanni, la dote di Cdp Reti sarà il primo concreto incasso. Il primo assegno in assoluto per lo Stato.
Maurizio Tamagnini Giovanni Gorno Tempini
La forma tecnica deliberata in assemblea è la distribuzione parziale delle riserve (ammontano a 3,52 miliardi stando al reporting package) in pancia alla subholding dei gasdotti Snam e dei tralicci Enel, mentre i fondi da far risalire alla controllante Cdp verranno attinti da un finanziamento dell’identico importo di 1,5 miliardi già negoziato e a carico per il 45% del pool Unicredit, Imi, Mediobanca, Hsbc, SocGen, Bnp Paribas e 55% della stessa spa di Via Goito. Il montaggio dell’alleanza stretta in Cdp Reti con i cinesi di State grid corporation prevede questa scaletta.
Primo, la distribuzione degli 1,5 miliardi di riserve. Poi il pagamento di Pechino dei 2,1 miliardi per il 35% del capitale al closing, tra un mese circa. Infine la vendita per 700 milioni di un altro 14% agli istituzionali italiani (Fondazioni Cariplo e Crt, San Paolo, Inarcassa, Cassa forese e altre ancora). Un’operazione che per la Cassa depositi vale 5,3 miliardi, in linea con il net asset value di Cdp Reti, che resterà sotto governo pubblico con il 51%. Resta invece tutta da giocare la seconda partita.
Quanta parte di quel tesoretto vorrà trattenere Cdp guidata da Franco Bassanini per riequilibrare i molti esborsi degli ultimi anni (Sace, Simest, Fincantieri, Snam) e quanti ne vorrà il dicastero di Padoan? Non è un confronto scontato. E si scioglierà solo in primavera, con la destinazione dell’utile di bilancio di via Goito.
CRESCENT PUNTA A BRACCIALINI
( d.pol. ) Battute finali in vista dell’accordo che potrebbe a breve portare Crescent Hyde Park a investire nel capitale di Braccialini, di Firenze, antico marchio della pelletteria fondato dall’omonima famiglia toscana. Al lavoro sul dossier c’è l’amministratore delegato Riccardo Braccialini, seconda generazione degli imprenditori che fondarono l’azienda negli anni Cinquanta, azionista con il 22% della società che fattura circa 80 milioni di cui il 70% all’estero.
Dall’altra parte ci sono Sami Sindi e David Hand, ex banchieri di Morgan Stanley, che anni fa lanciarono uno dei primi fondi di private equity del Far East. Appunto il gruppo Crescent, base a Shanghai e testa di ponte in tutta l’Asia. Al centro del negoziato, il 78% del capitale in mano alla Sici della Regione Toscana, il club di investitori raccolti sotto il cappello della Hat, e la Popolare di Vicenza. Una pattuglia che sostenne i Braccialini quando si ricomprarono la società dal dissesto della Mariella Burani. A primavera Braccialini spingeva per l’Ipo. Ma la convinzione di dovere ancora investire, a scapito forse della redditività a breve, lo ha convinto a rimandare.
3.INDISCRETO
Da "il Giornale"
QUELLA TENTAZIONE TOSCANA DI PICCINI
L'ad Federico Ghizzoni ha chiarito che Unicredit non farà shopping in Italia dopo gli esami patrimoniali europei e quindi che il destino del gruppo non si incrocerà con quello (accidentato) del Monte Paschi. Ieri il «country chairman» per l'Italia, Gabriele Piccini, non ha però fatto mistero che Unicredit vuole crescere in Toscana: la regione che «ci manca per legare tutto il Nord, dove siamo una banca primaria, al Centro». Unicredit punta ad acquisire quote di mercato. Che possano venire utili le filiali (con i relativi impieghi a famiglie e imprese) che Mps potrebbe cedere per riparare con la Bce. Oggi le filiali bancarie valgono poco sul mercato, ma tutto ha un suo prezzo.
PER «ZUCK» 7MILA DOMANDE ALL'ORA
Non sarà facile per Mark Zuckerberg rispondere a 7mila domande in un'ora. Questo è il ritmo che dovrebbe tenere per soddisfare tutti quelli che hanno mandato quesiti alla pagina Facebook «Q&A with Mark» che invita gli utilizzatori del social network a partecipare, domani alle 20 ora italiana, alla conferenza stampa più grande del mondo. Il problema è che Zuckerberg dedicherà solo un'ora di tempo alla sessione, mentre gli iscritti a Facebook sono 1,3 miliardi. Un team di esperti è già al lavoro per selezionare le domande anche se «Zuck», come lo chiama la maggioranza degli utenti, ha assicurato di accettare anche quelle «cattive».
ZUCKERBERG ALL UNIVERSITA TSINGUA DI PECHINO
DAINESE VA ALL'ARABA INVESTCORP PER 130 MILIONI
Un altro pezzo dell'eccellenza made in Italy cambia bandiera: tocca a Dainese, lo storico marchio di abbigliamento tecnico per motociclisti, fondato a Molvena nel 1972 da Lino Dainese, un giovane motociclista e imprenditore. Investcorp, azienda leader di prodotti di investimento alternativi, quotata nella borsa di Bahrain, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il fondatore per l'acquisizione della società al valore finale di 130 milioni. Lino Dainese manterrà, comunque, una quota di minoranza.
«Era estremamente importante per noi trovare il giusto partner in questo momento di grande sviluppo dell'azienda», afferma il fondatore e presidente di Dainese, che resterà nella società, mettendo a disposizione la propria esperienza nello sviluppo di prodotti innovativi non solo nel settore motociclistico, ma anche in altri sport dinamici.
4.PANORAMA
Da "La Stampa"
VIA LIBERA DEGLI AZIONISTI - NASCE LA NUOVA GTECH
L’ex Lottomatica cresce e lascia l’Italia. La nuova società che nascerà dalla annunciata fusione di Gtech e Georgia Worlwide Plc sarà quotata a New York e manterrà come sede legale quella della società incorporante, a Londra.
Questo il risultato dell’assemblea straordinaria degli azionisti di Gtech, che ieri hanno votato a favore del progetto di fusione transfrontaliera attraverso l’incorporazione di Gtech S.p.a nella controllata di diritto inglese Georgia Worldwide («NewCo»).
L’operazione si muove nell’ambito della precedente e più grande acquisizione da parte della stessa Gtech di International Game Technology (Igt), il leader mondiale degli apparecchi di intrattenimento, anche noti come «game machines». Con la fusione nascerà un gruppo in grado di raggiungere un fatturato superiore ai 6 miliardi di dollari. [r. e.]
UNICREDIT FESTEGGIA I 15 ANNI DALLA NASCITA
Voglio ringraziare tutti gli azionisti che ci hanno supportato con molto coraggio e lungimiranza, sia privati che pubblici, le Fondazioni». Così l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, alla conclusione delle celebrazioni dei 15 anni dalla nascita dell’istituto. «Azionisti - ha proseguito - che hanno accettato di diluirsi per consentire la crescita della banca. Un esempio di come ci si deve comportare come azionisti, privilegiando la crescita e la generazione di valore rispetto a tutto il resto».
Il gruppo è giovane ma ha radici profonde: ha inglobato, fra altri istituti, la più antica società bancaria per azioni italiana (nata nel 1870 come Banca di Genova) oltre a Rolo Banca (fondata 541 anni fa) e alla tedesca Bayerische Hypotheken Und Wechsel-Bank (costituita 179 anni fa e poi confluita nel gruppo Hvb). Fra gli istituti i fondatori figurano Credito Italiano, Cassa di Risparmio di Torino e diverse altre banche locali. [r. e.]