FURBETTI COL TURBO – CON LA QUOTAZIONE IN BORSA, LA FERRARI USATA COME UN BANCOMAT DALAL FIAT – NON SOLO, MARANELLO DOVRÀ ANCHE INDEBITARSI PER FORAGGIARE LA CASA MADRE – IL CONFLITTO D’INTERESSI DI MARPIONNE, CHE AMMINISTRA ENTRAMBE LE SOCIETÀ
Vittorio Malagutti per “l’Espresso”
Solo due mesi fa, neppure il più ottimista degli investitori avrebbe immaginato la quotazione dei titoli Fiat Chrysler Automobiles (Fca) saldamente ancorata oltre i 10 euro. Da fine ottobre il valore di Borsa del gruppo automobilistico ha fatto un balzo del 40 per cento. Il mercato premia i piani di Sergio Marchionne, che vuol portare la Ferrari a Wall Street come società autonoma e punta a raccogliere 4 miliardi sul mercato per migliorare la debole posizione finanziaria di Fca.
Entro Natale infatti, Fiat Chrysler ha in programma di collocare sul mercato Usa circa 100 milioni di azioni proprie. Ebbene, grazie al boom di queste settimane, i proventi dell'operazione saranno ben superiori a quanto si poteva prevedere poche settimane fa. E anche il prestito convertendo in azioni Fca per 2,5 miliardi di dollari (2 miliardi di euro) potrà essere piazzato più facilmente in Borsa.
Come dire che la tempistica degli annunci, a cominciare da quelli che riguardano Ferrari, il gioiello del gruppo, sembra studiata apposta per tirare la volata ai due collocamenti. Un marketing perfetto. Altro discorso sono le prospettive a lungo termine di Fca così come della Ferrari, destinata a diventare una società autonoma controllata dagli attuali soci del gruppo automobilistico, a cominciare dalla holding Exor degli Agnelli che conserveranno il 24 per cento del Cavallino rampante.
La società che approderà al listino sarà molto diversa da quella attuale. La Fca, infatti, con debiti per oltre 11 miliardi, si servirà a piene mani dalle casse di Maranello, che invece ha il portafoglio gonfio di denaro, con una posizione finanziaria netta (crediti e liquidità meno i debiti) positiva per 1,6 miliardi.
ferrari star a los angeles, festa per i 60 anni in usa 5
In sostanza l'azienda dei bolidi di Formula Uno, che macina da anni profitti in gran quantità, verrà trattata come una sorta di bancomat al servizio della controllante. Di più: Maranello sarà costretta anche a indebitarsi per foraggiare Fca, che riceverà 2,25 miliardi di euro entro il primo semestre del 2015. Dopodiché, una volta spremuta, Ferrari verrà piazzata in Borsa. La maggior parte degli investitori non si preoccupa: con i bilanci che grondano profitti, il Cavallino rampante non avrà problemi a far fronte all'indebitamento.
ferrari star a los angeles, festa per i 60 anni in usa 3
D'altra parte, è difficile negare che, nell'ottica dei soci di minoranza, sia preferibile un'azienda con le casse piene e senza debiti a una destinata a finanziarsi sul mercato, con tutti gli oneri del caso. Marchionne, a quanto pare, ha già fatto la sua scelta. Lui comanda in Fiat Chrysler (amministratore delegato) e anche in Ferrari (presidente). La strada è segnata, quindi, all'ombra del conflitto d'interessi.