francesco milleri matteo del fante alberto nagel mediobanca

UNA RACCOMANDATA A PIAZZETTA CUCCIA – POSTE ITALIANE ENTRA NEL CAPITALE DI MEDIOBANCA CON UNA QUOTA SUPERIORE ALL’1% - L’INGRESSO DELLA PARTECIPATA PUBBLICA ARRIVA NEL BEL MEZZO DELLE GRANDI MANOVRE PER I NUOVI ASSETTI NEL CDA DELL’ISTITUTO, SUI CUI È IN ATTO UNA GUERRA TRA DELFIN (PRIMO AZIONISTA) E IL MANAGEMENT (NAGEL) - QUELL’1% PUÒ RISULTARE DECISIVO, ANCHE SE POSTE PRECISA: “NON ESERCITEREMO IL DIRITTO DI VOTO IN ASSEMBLEA” - L'ALLEANZA CON CALTAGIRONE IN "ANIMA"

matteo del fante poste italiane 4

1. POSTE NON ESERCITERÀ DIRITTO DI VOTO IN MEDIOBANCA

(ANSA) - ROMA, 30 SET - "Poste Italiane, in relazione a notizie apparse sui media, chiarisce i termini della partecipazione in Mediobanca. Per quanto concerne gli investimenti effettuati da Poste Vita, la compagnia detiene oltre 150 miliardi di euro di investimenti, tra questi anche titoli bancari e quotati, incluso Mediobanca. L'azienda, come da prassi consolidata, non eserciterà il diritto di voto nell'assemblea del 28 ottobre". Lo si legge in una nota di Poste.

 

2. MEDIOBANCA, NUOVO AZIONISTA IN CAMPO POSTE ITALIANE È ENTRATA NEL CAPITALE

Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “La Stampa”

 

I SOCI DI MEDIOBANCA A SETTEMBRE 2023

Spuntano le Poste Italiane nel capitale di Mediobanca. Secondo fonti finanziarie, la società di servizi e logistica controllata dallo Stato – con il Tesoro al 29,26% e Cdp con un altro 35% – è entrata con una quota superiore all'1% nel capitale di Piazzetta Cuccia pur restando sotto la soglia del 3%, oltre cui sarebbe scattato l'obbligo di comunicazione al mercato.

 

Il suo ingresso fa rumore perché arriva nel mezzo delle grandi manovre in vista dell'assemblea che il 28 ottobre stabilirà i nuovi assetti del cda della banca guidata da Alberto Nagel divenuta col tempo un fortino sotto assedio.

 

FRANCESCO MILLERI

Il banchiere sarà sicuramente riconfermato amministratore delegato, in quanto figura al secondo posto dietro il presidente Renato Pagliaro nella lista presentata dal consiglio di amministrazione e destinata ad avere la maggior parte delle seggiole.

 

Entro martedì però […] la Delfin, finanziaria della famiglia Del Vecchio e primo socio della banca, presenterà a sua volta la sua squadra di candidati per i posti di minoranza. La battaglia starà proprio in questo, nel pesare gli schieramenti in campo: nel caso Delfin dovesse prevalere nei voti, potrebbe schierare nel board una minoranza ben più corposa delle due seggiole previste da statuto […] e nelle ultime ore si consolidano le indiscrezioni secondo cui la sua sarà una lista «lunga» da 5 candidati. I nomi che circolano sono quelli di Sandro Panizza, ex manager delle Generali, Sabrina Pucci, ex consigliera del Leone.

 

VITTORIO GRILLI

Inoltre torna a rimbalzare nelle indiscrezioni anche l'ipotesi di Vittorio Grilli, ex ministro e banchiere che in caso di elezione dovrà scegliere tra la seggiola in Mediobanca e la poltrona da chairman del Cib Emea di J.p. Morgan.

 

[…] L'ingresso di Poste conta molto proprio perché la partita si gioca sul filo di lana e la quota superiore all'1% in mano alla società a controllo pubblico può risultare potenzialmente determinante nel deciderne l'esito.

 

Delfin parte da una base del 19,8% [...]. Sulla sua lista dovrebbero poi convogliare i voti di Francesco Gaetano Caltagirone, secondo socio della banca col 9,9%, dopo che [...] sono naufragate le trattative con il cda di Mediobanca che richiedeva impegni stringenti, e ritenuti inaccettabili dall'imprenditore romano, in cambio di un posto nel listone di maggioranza.

 

Alberto Nagel

Accanto a loro si potrebbero schierare una serie di imprenditori al di fuori (ma anche dentro, visto le esternazioni in tal senso di Romano Minozzi) dell'accordo di consultazione.

 

Il cda di Mediobanca invece può contare su quasi il 10,8% del patto più un nocciolo duro di fondi. Dire quanto pesino oggi è arduo, proprio alla luce dei passaggi di mano degli ultimi mesi, come dimostra il caso Poste.

francesco gaetano caltagirone

 

La quota complessiva degli investitori istituzionali sarebbe comunque scesa ben al di sotto del 43% conteggiato all'ultimo stacco di dividendi di ottobre. Quanti di loro, poi, si presenteranno alla riunione dei soci? Unipol (1,9%) non si è espressa ma dovrebbe votare con il cda, i Benetton (2,2%) decideranno all'ultimo ma potrebbero scegliere una posizione di neutralità. Il resto lo farà l'affluenza, ma tutto si giocherà in un pugno di voti.

 

MEDIOBANCA

Cosa farà dunque la società pubblica guidata da Matteo Del Fante all'assemblea? Sulla scena finanziaria nel recente passato si ricorda l'alleanza tra Poste e Gamma, società del gruppo Caltagirone: insieme hanno stretto un patto di sindacato in Anima, finalizzato alla creazione e al voto di una lista di minoranza all'ultima assemblea della società di gestione del risparmio. Basta per dire che le Poste si schiereranno con Delfin? No, ma è un indizio. [...]

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO