joe biden soldi

RECOVERY BIDEN! – IL PRESIDENTE AMERICANO PRESENTA IL SUO MEGA-PIANO DA 2MILA MILIARDI (QUANTO IL PIL ITALIANO). NON POTENDO ESSERE PAGATO INTERAMENTE DAL GOVERNO CON IL DEBITO PUBBLICO, LE TASSE SALIRANNO AL 28% PER LE AZIENDE. CHE INFATTI, INSIEME AI REPUBBLICANI, SONO SUL PIEDE DI GUERRA (SE SAPESSERO IL CARICO FISCALE CHE ABBIAMO IN ITALIA…). MA IL PIANO NON VA BENE NEMMENO ALLA SINISTRA DEM GUIDATA DALLA OCASIO-CORTEZ, SECONDO CUI INVECE È TROPPO POCO. AUGURI, JOE!

 

 

 

Francesco Semprini per "la Stampa"

 

pittsburgh, joe biden presenta l american jobs plan 1

Duemila miliardi di dollari in investimenti infrastrutturali per ricostruire l'America, finanziati principalmente con un aumento della pressione fiscale sulle imprese. È l'equazione con la quale Joe Biden punta a rimodernare l'ossatura produttiva degli Stati Uniti picconando al contempo il taglio delle tasse varato da Donald Trump.

 

Una formula il cui capitolo di spesa è stato presentato ieri dal presidente degli Stati Uniti a Pittsburgh, nella sua Pennsylvania. Un luogo particolarmente iconico perché posizionato nel cuore della Rust Belt (cintura della ruggine) simbolo della decadenza della vecchia industria pesante americana.

pittsburgh, joe biden presenta l american jobs plan

 

E al contempo esempio virtuoso di rinascita, visto che attorno alla città si è sviluppato un distretto di start-up e aziende navigate, operanti in settori tradizionali come il farmaceutico e della "new economy".

 

Ecco allora la scelta dell'inquilino della Casa Bianca di tenervi a battesimo l'American Jobs Plan per dare forma alla nuova America industriale, creare milioni di posti di lavoro e rafforzare la competitività del Paese per la sfida con la Cina che l'attende nei prossimi decenni. Il piano complessivo ammonta in realtà a 4 mila miliardi di dollari.

joe biden presenta l american jobs plan

 

La metà dedicata appunto alla prima fase con stanziamenti spalmati su otto anni in grandi opere come strade, ponti, completamento della banda larga, ammodernamento della rete elettrica e di quella idrica. «Non si erano mai visti tanti investimenti dagli anni '60, da quando abbiamo conquistato lo spazio», afferma la Casa Bianca, secondo cui l'ambizioso progetto decreta «la fine di decenni di stagnazione negli investimenti federali, soprattutto nella ricerca e nelle infrastrutture».

 

joe biden

La seconda fase dell'American Jobs Plan (per altri 2 mila miliardi) attesa per le prossime settimane è stata invece modulata per agire su altri settori economico-sociali affetti in alcuni casi da evidente obsolescenza, come sanità, assistenza e istruzione.

 

La bontà del piano è stata certificata da Wall Street dove ieri è prevalso il segno "più" accanto ai principali indici, ma le cassandre dei mercati temono contraccolpi nel medio periodo, a causa dei capitoli di finanziamento del piano stesso.

 

LE TASSE DI TRUMP

Il rilancio americano, non potendo essere pagato dal governo federale in prevalenza con la creazione di nuovo debito pubblico, per altro caratterizzato da stress in termini di crescita, poggerà su un aumento della pressione fiscale. Nella sua prima fase, attraverso (si prevede) un ritocco delle aliquote per le aziende, dal 21% al 28 percento, di quelle sui redditi superiori ai 400 mila dollari l'anno per la seconda.

pittsburgh, joe biden presenta l american jobs plan 2

 

 Oltre a rialzi della tassazione su immobili e rendite finanziarie per un totale di 2.100 miliardi di dollari in dieci anni, il più imponente incremento dal 1993 a favore della casse dell'Irs (il fisco americano).

 

Una drastica inversione di marcia rispetto a quella impressa da Trump con la sua riforma fiscale del 2017, quando tagliò le tasse a "Corporate America" dal 35 al 21 percento. La manovra dovrà fare quindi i conti con la levata di scudi delle imprese, oltre che con quella dell'opposizione repubblicana al Congresso.

per alexandria ocasio cortez il piano di biden non e' abbastanza

 

Per altro già sferzata proprio dall'ex presidente, il quale sul piano infrastrutturale (così come sull'emergenza immigrazione) sta ponendo le basi per riaffacciarsi nell'arena politica dopo l'uscita di scena a gennaio. «È un attacco crudele al sogno americano» che prevede «l'aumento maggiore delle tasse nella storia d'America». Un aumento che, secondo Trump, concederà una «vittoria alla Cina, ai politici di Washington e ai burocrati del governo. E a perdere saranno le famiglie americane».

 

joe biden air force one 1

L'appello al dialogo bipartisan di Biden sembra quindi destinato a cadere nel vuoto, non solo a destra, visto che l'ala progressista del partito democratico già si è detta insoddisfatta del programma definito «insufficiente». «Sono solo 2 mila miliardi di dollari in dieci anni», sottolinea la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, icona della fronda liberal. La quale ricorda come i 1.900 miliardi del piano anti-Covid sono stati stanziati «solamente per quest' anno, con alcune norme che hanno la durata di massimo due anni». «Quello che serve - tuona la "pasionaria" di Capitol Hill - è un piano molto più grande».

joe biden air force one

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)