LA RETE TIM VA AL FONDO? – OGGI IL CDA DI TELECOM ITALIA DOVREBBE CONCEDERE UN’ESCLUSIVA DI 8 SETTIMANE AL FONDO AMERICANO KKR PER FORMULARE UN’OFFERTA VINCOLANTE PER NETCO. MA IL PRIMO AZIONISTA DELLA COMPAGNIA TELEFONICA, VIVENDI, GIÀ STORCE IL NASO (CHIEDE 30 MILIARDI CONTRO I 23 OFFERTI DA KKR) E BOCCIA LA PROPOSTA – LABRIOLA POTREBBE FAR DECIDERE A UNA ASSEMBLEA ORDINARIA, DOVE SI DECIDE A MAGGIORANZA, E NON STRAORDINARIA, COME RICHIESTO DA BOLLORÈ. A QUEL PUNTO, SAREBBE GUERRA...
1. TIM GIRA A -4% IN BORSA, VIVENDI CONTRO OFFERTA KKR
(ANSA) - Vivendi boccia l'offerta di Kkr per la rete di Tim, ritenendo che la sottovaluti e che sarebbe un errore strategico. A scriverlo è il Financial Times citando fonti vicine al dossier. Il titolo ha invertito la rotta arrivando al cedere il 4%, per poi assestarsi a -2,5 per cento
2. TIM VERSO L’ESCLUSIVA AL FONDO KKR PER LE RETI DI NETCO
Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Vincent Bollore - Emmanuel Macron - Vivendi Tim -poste by macondo
Oggi il cda di Telecom Italia, esaminati i pareri convergenti di cinque banche advisor, dovrebbe dare un’esclusiva di almeno 8 settimane a Kkr per formulare un’offerta vincolante per la sua Netco, ovvero la società che controlla la rete primaria, quella secondaria di Fibercop (di cui il fondo Usa ha il 37,5%) e i cavi sottomarini di Sparkle.
Goldman Sachs, Mediobanca e Vitale, che sono advisor di Tim, ma anche Equita e LionTree che invece sono consulenti dei consiglieri indipendenti, sono tutti d’accordo che la proposta del fondo Usa sia migliore di quella della cordata di Cdp-Macquarie. Non solo dal punto di vista economico, ma anche per il fatto che Kkr, non avendo altre infrastrutture in Italia a parte Fibercop e una quota delle Torri di Inwit via Vantage Towers, è scevra da ogni possibile rischio antitrust.
L’esclusiva dovrebbe essere corredata anche da una cospicua penale, nel caso in cui […] Kkr dovesse cambiare idea. Una volta che il fondo Usa avrà stilato la sua offerta vincolante, Tim convocherà un’apposita assemblea per far decidere ai soci il da farsi. Una decisione in merito non è stata ancora presa, ma stando a fonti finanziarie Tim avrebbe già raccolto diversi pareri legali secondo cui l’assemblea potrebbe anche essere ordinaria (dove si decide a maggioranza dei presenti), e non straordinaria come richiesto dal primo azionista Vivendi (23,75% di Tim), che con la sua partecipazione ha di fatto potere di veto quando si vota a maggioranza di due terzi dei presenti.
In proposito ieri l’ad Pietro Labriola […] avrebbe detto che Tim non esclude neppure di organizzare una attività di proxy presso i tanti piccoli azionisti della società, per raccogliere le deleghe in vista dell’assemblea che dovrà approvare la vendita della Netco al fondo Usa. Sempre ieri Labriola avrebbe dichiarato agli investitori di essere fiducioso sulle prospettive del gruppo anche senza la rete, e di aver avuto diverse interlocuzioni con le istituzioni a tutela dei dipendenti.
Il governo Meloni a luglio, secondo Labriola, potrebbe infatti intervenire in aiuto del gruppo che ha 40 mila dipendenti, di cui la metà allocata alla società dei servizi, che si confronta con rivali come Vodafone, che ha 5 mila addetti, e ha appena negoziato con i sindacati un piano da mille uscite volontarie. […]
L’ad di Tim è inoltre convinto che anche per le aziende dei servizi telefonici si apra una nuova stagione di consolidamento. E in proposito se già si torna a parlare di un possibile matrimonio tra le attività tricolori di Vodafone e Iliad, Labriola vedrebbe di buon occhio un matrimonio tra i servizi di Tim e quelli di Poste da cui nascerebbero importanti sinergie sia sul lato dei costi che dei ricavi.