RETROCONSULENZE - PERCHÉ LE FATTURE PAGATE DA FONSAI A MARCO CARDIA, FIGLIO DELL’EX PRESIDENTE CONSOB, FINIVANO IN TASCA A RAPISARDA, BRACCIO DESTRO DI LIGRESTI?
Niccolò Zancan e Gianluca Paolucci per "La Stampa"
«Che c... ne so, perché qui voglio dire va tutto così». A lasciarsi andare ad uno sfogo un po' sopra le righe è Riccardo Quagliana, avvocato, legale di FonSai nonché consigliere di Popolare Vita. Ha appena scoperto, l'avvocato, che parte dei soldi pagati in consulenze a Marco Cardia - anche lui avvocato e figlio dell'ex presidente Consob, Lamberto - tornavano in tasca ad un personaggio da sempre molto vicino ai Ligresti: Fausto Rapisarda. Siamo nel novembre 2012 e l'avvocato sta parlando al telefono, intercettato, con Emanuele Erbetta, all'epoca amministratore delegato di FonSai.
Delle vicende dei Ligresti si stanno occupando da tempo le procure di Torino e Milano e Quagliana deve presentarsi il giorno successivo dal pm milanese Luigi Orsi che sta indagando sul caso Ligresti-Fonsai. Quagliana - annota la pg - «si concentra su una determinata fattura da esibire al pm e che riguarderebbe delle consulenze (180 mila euro) nei confronti di società riconducili a Cardia (Marco, ndr.)». Documento che rivestirebbe «una particolare importanza ai fini investigativi».
«Raimondi mi dice che tu ce l'hai», dice l'avvocato a Erbetta. «La fattura con la quale Rapisarda fattura alle società di Cardia. (...) è la prova provata del fatto che si riprende i soldi da Cardia!». Erbetta mostra sorpresa, dice di non saperne nulla, nega di esserne mai stato informato. «Quella è la fattura - prosegue Quagliana - che lui fa alle società di Cardia con cui si prende 180 mila euro».
«Ma lui (Raimondi, un funzionario di Banca Sai, ndr.) come mai si è accorto di questo?», chiede Erbetta. «Perché l'hanno mandata in banca per scontarla, perché Faustino era senza soldi», replica l'avvocato. Che poi si sfoga: «Qui va tutto così». Nei primi sei mesi dell'anno Fonsai aveva dato a Marco Cardia 1,2 milioni di euro di consulenze. Tra gli altri incarichi, aveva quello di supervisionare all'organismo che, ai sensi della legge 231, dovrebbe prevenire i reati finanziari da parte della società .
Rapisarda è invece una vecchia conoscenza delle cronache giudiziarie. Da sempre fedele braccio destro di Salvatore Ligresti, finisce nel filone Eni-Sai di Tangetopoli. In anni più recenti, viene coinvolto - poi assolto a processo - nell'inchiesta fiorentina sull'area Castello. In Fonsai, si occupava della segreteria generale e degli affari legali e societari. Fin troppo, probabilmente.
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