“RITENIAMO CHE LA NOSTRA OFFERTA PER BPM SIA CONGRUA” – ORCEL DEPOSITA IN CONSOB IL PROSPETTO DELL’OPS SU BANCO BPM – LE CONTROMOSSE DI CASTAGNA E IL RUOLO DI CREDIT AGRICOLE (SALITO AL 15,1% DI BPM) - COME DAGO-DIXIT, ALLA FINE I FRANCESI E ANDREA ORCEL TROVERANNO UN ACCORDO SULLA CESSIONE DI BANCO BPM A UNICREDIT. TRA I DUE ISTITUTI CI SONO TROPPI INTERESSI IN BALLO, BEN PIÙ IMPORTANTI DELL’INDIPENDENZA DI CASTAGNA O DELLE MIRE DI CALTAGIRONE. UNO SU TUTTI: LA PARTNERSHIP SU “AMUNDI” (ASSET MANAGER CONTROLLATO DA CREDIT AGRICOLE)….
Andrea Greco per la Repubblica - Estratti
«Riteniamo che la nostra offerta sia congrua, in quanto porta un premio di circa il 15-20% sul prezzo di Bpm prima che fosse influenzata positivamente dall’Opa su Anima e da ulteriori speculazioni su possibili fusioni - ha detto l’ad Andrea Orcel - .
Data la solidità del nostro approccio e assumendo un contesto che rimanga invariato rispetto al momento dell’annuncio dell’Ops, procediamo quindi alle condizioni proposte. Allo stesso tempo, siamo in continua discussione con tutti gli stakeholder. Le aggregazioni sono un potenziale acceleratore di crescita che aggiunge valore, ma solo se disciplinate e basate sui giusti parametri».
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
A Orcel non importa se in Borsa, fin dall’annuncio dell’offerta, i prezzi indicavano un rilancio, e un concambio implicito del 5%, poi salito fino al 15% di ieri, quando Banco Bpm ha perso lo 0,18% (ma Unicredit lo 0,79%). Né interessa, al banchiere romano, che più analisti abbiano scritto che serviranno 1-2 miliardi in contanti per convincere ad aderire i soci dell’ex popolare. Il cda di Banco Bpm, unanime e anche un po’ sdegnato, il giorno dopo aveva respinto l’offerta, scrivendo che «non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti».
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Con l’informativa sull’Ops da 10 miliardi Unicredit ieri ha inoltrato le richieste di autorizzazioni. Di rito, ma copiose: oltre che a Consob, anche alla Bce e a Bankitalia sul fronte bancario, all’Ivass per i cascami assicurativi, all’Antitrust e al governo Meloni per la legge sul golden power , che gli assegna poteri di veto.
Il documento, da pubblicare dopo il nulla osta Consob, sembra pertanto allineato alla comunicazione preliminare del 25 novembre. Anche le due soglie di adesione sarebbero confermate: al 66,67% di Banco Bpm l’obiettivo ottimale per integrare i due gruppi, ma con la riserva di accettare il 50% più un’azione, che resta la soglia minima vincolante.
Sul fronte rivale, intanto, l’ad Giuseppe Castagna sta valutando le strategie difensive da opporre all’Ops, non concordata e di fatto ostile.
Anche lui si dice che prenderà tutto il tempo a disposizione: almeno fino al 7 febbraio, quando Banco Bpm diffonderà i dati del 2024. Le opzioni teoriche sono due: o una fusione con Mps, con la sponda del governo e magari del socio francese Crédit Agricole (salito al 15,1%); ovvero inglobare Anima Sgr - ma servirà forse un rilancio perché quota già oltre il prezzo d’Opa del 6 novembre e alzare la remunerazione ai soci perché snobbino Unicredit.
C’è tempo fino al 10 aprile, quando Unicredit riunirà l’assemblea per l’emissione di «massimo 266 milioni di azioni». Sono quelle riservate ai soci di Banco Bpm e corrispondono ai 6,657 euro del concambio. Non una di più, per ora.
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