CAIRO-TORINO, CON ARRIVO A VIA SOLFERINO - “MISTER 3%” HA VERSATO 14,5 MILIONI IN RCS “PER AFFETTO” DI KAKY ELKANN
Luca Fornovo per "La Stampa"
Prima i rumors, poi il silenzio-stampa e ieri la conferma ufficiale: Cairo entra nel capitale di Rcs. à lui il Mister X, anzi il Mister 3% che ha comprato azioni (per la precisione il 2,8%) del gruppo che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Il giallo dei diritti inoptati per l'aumento di capitale di Rcs è risolto: Cairo ha comprato quasi 4 milioni di diritti che ha poi convertito in quasi 12 milioni di azioni, cioè il 2,8%.
Non è un socio forte, visto che come dice lui «è una piccola partecipazione...entro in punta di piedi, con molto rispetto per chi c'è già » e con «un investimento a titolo personale», come aveva fatto col Torino e non quindi come editore della Cairo Communication e da qualche mese proprietario anche della tv La7.
Comunque un investimento non proprio da due lire considerato che l'imprenditore di Masio (Alessandria) ha speso circa 14 milioni e mezzo per il 3% della Rizzoli. Con gli occhi del tifoso di calcio è come se Cairo avesse aggiunto due milioni e mezzo ai 12 milioni che il presidente del Toro aveva già incassato dalla vendita del campione Ogbonna ai cugini della Juve. Ma come si spiega questo interesse di Cairo per Rcs?
«Ho fatto questo investimento - spiega l'editore di La7 - perché credo nelle potenzialità della Rcs. à una piccola partecipazione, presa con un pizzico di motivo affettivo, quando cominciai nel '96 Rizzoli mi diede tre testate in concessione nonostante io fossi manager da poco licenziato da Mondadori». à alla fine del 1995 che Cairo viene licenziato dalla Fininvest e nel gennaio 1996 inizia la sua avventura imprenditoriale fondando la Cairo Pubblicità , ottenendo appunto da Rcs la concessione in esclusiva della vendita di spazi pubblicitari.
Con i giornali è passione a prima vista. «Nei settimanali ho cominciato a investire nel 2004 e oggi vendiamo due milioni di copie a settimana. Credo molto nella carta stampata». Cairo dice anche di non avere mire particolari: «La mia non è operazione fatta perché ho qualche asset di interesse nella Rcs».
Eppure chi conosce Cairo sa che il suo grande sogno nel cassetto è fare un grande quotidiano popolare, magari un cocktail di sport e gossip sul modello del giornale americano New York Post. Un sogno che chissà forse potrebbe coronare un giorno con la Gazzetta dello Sport? Le speculazioni del mondo dell'editoria e della finanza si sprecano sulla mossa di Cairo.
Ma l'editore ribadisce: «Non sono interessato a prendere un pezzo della Rcs. Tutte le cose che ho fatto le ho fatte prendendo il 100%, ma questa è un'azienda grande con tanti azionisti quindi ho approccio diverso».
Sul piano dell'ad Pietro Scott Jovane, Cairo osserva «lo conosco a grandi linee, di sicuro puntare più sul digitale è cosa giusta alla quale stanno pensando anche in Germania editori come Axel Springer. Ma penso che la carta stampata abbia ancora un futuro, chiaramente il digitale andrà pagato».
Il Patto di sindacato di Rcs? «Non ci ho ancora pensato spiega l'imprenditore - ma se posso dare un contributo lo do volentieri». Intanto la riunione del patto (in cui ci sarà il primo contatto diretto con i nuovi pesi dei soci dopo la salita di Fiat al 20,1%) dovrebbe essere a fine luglio in concomitanza col Cda del 31 luglio. Entro metà settembre andranno poi date le disdette per quanti vorranno uscire dall'accordo in scadenza a marzo 2014. L'attesa è che, a fine luglio, vengano affrontate le varie ipotesi sul futuro del patto, incluso uno scioglimento, anticipato o meno, o una riformulazione in versione più snella.
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