GOVERNO BARZELLETTA – SALVINI AVEVA DEFINITO UNICREDIT “UNA BANCA STRANIERA” DOPO L’OPS SU BPM E POI IL GOVERNO DEI PATRIOTI DA’ L’OK ALLA FRANCESE CREDIT AGRICOLE DI SALIRE FINO AL 15,1% DI BPM – “REPUBBLICA”: “UN ABBRACCIO TRA GOVERNO E CRÉDIT AGRICOLE IN CHIAVE ANTI UNICREDIT È PERICOLOSO PER L’ATTUALE MAGGIORANZA DI DESTRA CHE HA SEMPRE DENUNCIATO LA PREPOTENZA FRANCESE IN ITALIA. SENZA UNICREDIT AL TAVOLO, IL BANCO BPM PARLEREBBE FRANCESE, CON IL CREDIT SOCIO AL 20% IN GRADO DI COMANDARE GRAZIE ALLA LEGGE CAPITALI CHE TRA POCO ENTRERÀ IN VIGORE. ANCHE IN CASO DELLA FUSIONE PROMOSSA DAL GOVERNO CON MPS, PER L’AGOGNATO TERZO POLO BANCARIO, LA QUOTA DEI FRANCESI RIMARREBBE PREPONDERANTE. IN PRATICA SI VENDEREBBERO AI FRANCESI LE AREE DEL CREDITO A MAGGIOR REDDITO DEL PAESE”

1 - LA DETERMINAZIONE DI UNICREDIT «PER NOI NON CAMBIA NULLA SU BANCO BPM SI VA AVANTI»

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Con una mossa preventiva, Crédit Agricole ha comunicato al governo in anticipo le proprie intenzioni di salire nel capitale di Banco Bpm. […] Il governo avrebbe segnalato alla Banque Verte il proprio assenso all’operazione. Visto da Roma, questo «via libera» però non equivale al permesso ai manager francesi di lanciare una controfferta per il controllo dell’istituto italiano oggi soggetto a un’offerta pubblica di scambio, azioni contro azioni, da parte di Unicredit.

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

 

Non è neppure escluso che nel governo si torni a parlare di golden power […] qualora la banca francese dovesse realmente ambire a scalare il Banco Bpm fino a prenderne il controllo di diritto o di fatto. Certo nei palazzi del potere politico l’iniziativa del Crédit Agricole probabilmente non dispiace: non nella misura in cui potrebbe complicare i piani di acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit.

Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024

 

Nel governo si spiega che a creare irritazione nei palazzi della politica sarebbe stata la riluttanza di Andrea Orcel, amministratore delegato della stessa Unicredit, a informare i ministri prima di annunciare l’offerta su Banco Bpm. Naturalmente è possibile che anche la sostanza non piaccia all’esecutivo, il quale lavorava a un terzo polo bancario imperniato sull’aggregazione di Banco Bpm con Monte dei Paschi.

 

Le percezioni nelle torri di Unicredit a Milano sono diverse. In primo luogo, si ritiene che l’operazione dell’Agricole su Banco Bpm sia partita ben prima di lunedì scorso. Sarebbe nata come reazione di disappunto per l’attivismo del Banco stesso, che aveva lanciato una scalata sul gestore di risparmio Anima ed era entrato in Monte dei Paschi a un iniziale 5%, d’intesa con il governo.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Proprio quell’intesa fra il Banco e l’esecutivo su Mps avrebbe generato contendibilità e instabilità negli assetti in Italia, invece del contrario. Visto da Unicredit, non sembra credibile che la Banque Verte abbia costruito una nuova posizione da 600 milioni di euro in Banco Bpm solo da lunedì scorso, vista l’esiguità delle azioni disponibili sul mercato. Questa circostanza confermerebbe dunque che Orcel avrebbe avuto ragione di muoversi rapidamente con la sua offerta, per anticipare i francesi. In ogni caso il top manager di Unicredit ritiene che la mossa di venerdì sera dell’Agricole non cambi niente. […]

 

2 - VIA LIBERA DI GOVERNO E BANCO BPM ALLA SCALATA DI CRÉDIT AGRICOLE

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

CREDIT AGRICOLE

 

La mossa del Crédit Agricole di salire al 15,1% di Banco Bpm sembra abbia avuto un preventivo cenno di via libera da parte del governo Meloni. Lo scrive l’agenzia Reuters senza citare fonti ma la circostanza non è stata smentita. Sarebbe una nuova importante svolta nella partita che oppone l’Unicredit guidato da Andrea Orcel al Banco Bpm, oggetto di un’offerta pubblica non concordata lanciata dal primo lunedì 25 novembre. Operazione sulla quale, fin da subito, il governo ha dichiarato la sua contrarietà, prima invocando il golden power con il ministro Giorgetti e poi evocando scenari da tregenda con Matteo Salvini.

 

giuseppe castagna

[…] Da parte sua Unicredit ha fatto sapere, attraverso un post su Linkedin del suo portavoce, che «nulla cambia per Unicredit ma che la mossa dei francesi può distruggere valore per gli azionisti Banco Bpm». Fin dall’inizio Orcel sapeva che avrebbe dovuto trattare con Agricole per avere il via libera alla sua offerta, qualunque fosse stata la loro quota. Unicredit si è mosso in anticipo e ha fatto spendere di più ai francesi ma il rischio ora è che «gli azionisti di Bpm potrebbero trovarsi a dover scegliere tra una fusione Crédit Agricole Italia-Bpm (con termini vantaggiosi per i francesi) o una complicata combinazione con Mps».

 

In realtà, agli occhi più attenti, la partita per Unicredit si sta complicando non poco visto che i francesi si sono abilmente ritagliati il ruolo di ago della bilancia. Orcel per convincere Crédit Agricole a consegnare le azioni all’Ops deve non solo rilanciare sul prezzo in modo da soddisfare il mercato e i francesi (la plusvalenza sul 10% di Bpm, in carico a circa 350 milioni, sarebbe molto alta) ma offrire anche un allungamento del contratto di Amundi sulla rete Unicredit che scade nel 2027. Questo contratto vale molto per Parigi ed è una leva importante da manovrare per gli italiani.

 

CREDIT AGRICOLE

In estrema necessità Orcel potrebbe mettere sul piatto anche Anima, la società di gestione del risparmio il cui controllo non è sicuro visto il prezzo di Borsa in continua ascesa e la pletora di azionisti che la stanno comprando. Il negoziato tra Orcel e Philippe Brassac, ceo di CA in scadenza in primavera, si annuncia dunque molto difficile. L’arma in mano a Bressac è infatti letale, potendo far saltare l’Ops semplicemente non consegnando l’eventuale 20%, in linea con il governo che presumibilmente può indirizzare i voti delle fondazioni ex bancarie (6%) e di Enasarco (3%).

SALVINI MELONI GIORGETTI 1

 

Un blocco a cui si possono aggiungere azionisti privati come Caltagirone, indicato con in mano un 2%. Se oltre il 30% del capitale del Banco non aderisse all’Ops qualunque sia il prezzo offerto di fatto impedirebbe a Unicredit, anche con il 51%, di procedere con la fusione tra le due banche, cioé l’operazione da cui trarre i maggiori benefici. Orcel nella sua esposizione al mercato ha detto che con 2 miliardi di costi di ristrutturazione riuscirebbe a ottenere un miliardo di sinergie per sempre. Numeri forti che dimostrano le grandi potenzialità di una rete integrata Unicredit-Banco Bpm.

 

andrea orcel

Balza tuttavia all’occhio che un eventuale abbraccio tra governo e Crédit Agricole in chiave anti Unicredit è pericoloso in primo luogo per l’attuale maggioranza politica di destra che ha sempre denunciato la prepotenza francese in terra italiana. Senza Unicredit al tavolo, infatti, il Banco Bpm parlerebbe francese, con il CA socio al 20% in grado di comandare grazie alla Legge Capitali che tra poco entrerà in vigore e con la possibilità di promuovere l’integrazione con le altre attività bancarie già possedute in Italia, il polo Cariparma.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini

E anche in caso di una fusione a tre promossa dal governo, che comprenda il Monte dei Paschi e vada a formare l’agognato terzo polo bancario, la quota dei francesi rimarrebbe alta e preponderante. In pratica si venderebbero ai francesi le aree del credito a maggior reddito e produttive del paese, Lombardia, Veneto e Piemonte, la locomotiva d’Italia. Insomma, si rischia l’esito di vent’anni fa, quando la guerra tra opposte fazioni di cordate italiane alla fine favorì il rafforzamento di Bnp Paribas, che comprò Bnl ambita da Unipol, e l’Abn Amro che strappò l’Antonveneta dalle mire della Popolare di Lodi.

 

 

 

 

CREDIT AGRICOLEgiampiero maioli CREDIT AGRICOLE

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...