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SALVINI E MELONI LITIGANO ANCHE SULLA RETE UNICA – LEGA E FRATELLI D’ITALIA HANNO IDEE MOLTO DIVERSE SUL FUTURO DEL PROGETTO: I MELONIANI HANNO PROPOSTO UN’OPA A CUI POTREBBE PARTECIPARE CDP. INTANTO, ENTRO METÀ SETTEMBRE (QUINDI PRIMA DELLE ELEZIONI) DOVREBBE ARRIVARE LA PRIMA CIFRA NON VINCOLANTE PROPOSTA DA CASSA E OPEN FIBER. TUTTO DIPENDE DA COSA VUOLE VIVENDI, CHE HA SPARATO LA CIFRA FOLLE DI 31 MILIARDI, GIUSTO PER VEDERE L’EFFETTO CHE FA. A QUELLA CIFRA, CDP SI COMPRA TUTTA L’EX TELECOM…

Francesco Spini per “La Stampa”

 

VITTORIO COLAO A CERNOBBIO

A proposito di dossier che scottano. Nella sua corsa finale, il governo Draghi è riuscito se non altro a incanalare il destino di Ita Airways, impostando le trattative con la cordata Certares-Delta-Air France.

 

Sul Monte dei Paschi ha negoziato con Bruxelles più tempo per la ri-privatizzazione e l'aumento di capitale è sulla strada. Manca un faldone all'appello: la rete unica, o come preferisce chiamarla il ministro dell'Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, la rete nazionale. È la solita storia. Ogni volta che l'affare sembra fatto, spunta l'impedimento.

 

PIETRO LABRIOLA

A fine maggio è stata firmata la lettera di intenti che entro il 31 ottobre prevede la formulazione di un'offerta vincolante, preceduta da un'altra che vincolante non sarà. Il mercato l'aspettava a fine luglio, niente. Poi ad agosto, attesa vana.

 

Ora sembra l'ennesima volta buona: per metà settembre dovrebbe arrivare sul tavolo di Tim una prima cifra non vincolante da Cdp-Open Fiber (servirà un passaggio in cda per entrambi) per la rete Telecom su cui intavolare una discussione fatta, finalmente, di numeri certi. Piccolo particolare: nel frattempo il governo è caduto e del domani, dopo il voto del 25 settembre, non c'è certezza.

 

vincent bollore

Gli advisor sono al lavoro e, per quel che vale, il governo uscente non ha cambiato idea. «Ci interessa che ci sia un'infrastruttura nazionale di grande performance e qualità», dice Colao parlando al Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove fa il suo debutto anche l'ad di Tim, Pietro Labriola. E «se questo deve avvenire attraverso la fusione alcuni componenti di Telecom e Open Fiber - dice il ministro - ben venga, basta che si preservi la concorrenza».

 

Tradotto: la rete unica si può fare a patto che Tim separi la rete dai servizi e abbia azionisti diversi. Grosso modo si può tradurre così: niente Vivendi nella rete, e disco verde a Cdp. Che è poi lo schema su cui da tempo lavora Labriola. Tra mille ostacoli, a cominciare proprio dal valore che i francesi chiedono per valorizzare la rete: 31 miliardi, debito incluso.

 

dario scannapieco

Una cifra paracadutata nella casella email dei consiglieri di Tim proprio il giorno dopo il voto che ha indotto Mario Draghi a porre fine alla sua avventura a Palazzo Chigi. «Forse credono che il prossimo governo sarà meno competente, forse più malleabile, anche se su quest' ultimo punto potrebbero clamorosamente sbagliarsi», commenta sotto rigoroso anonimato uno dei tanti addetti ai lavori che affollano il Forum delle élite a bordo lago.

 

Il punto è che a molti osservatori la cifra da 31 miliardi appare «esagerata», «esoterica», «bizzarra». Non si capisce se sia una ardita mossa negoziale o altro. Anche perché la richiesta francese sarebbe più del doppio del punto di partenza, quando il punto di caduta, secondo alcuni, potrebbe arrivare invece a 18 miliardi, mentre c'è chi spinge per atterrare tra 20 e 25. Numeri ancora in libertà.

 

VITTORIO COLAO A CERNOBBIO

L'incertezza è massima. «È un progetto che con il nuovo governo si ridisegnerà profondamente anche sulla base degli equilibri dentro il centrodestra», favorito alle elezioni: «Non dimentichiamo che Lega e Fdi hanno idee diverse», dice un autorevole osservatore. L'estate, per dire, è stata ravvivata dalle idee di Fdi - non è chiaro quanto condivise nel partito - di un'Opa a cui accanto a fondi potrebbe partecipare Cdp ma complicata dalle difficoltà, in un momento di mercato non favorevole, di rifinanziare almeno parte del debito di Tim e di vendere poi forzatamente i servizi per imposizione dell'Antitrust Ue.

 

vincent bollore

E poi l'idea di vendere il Brasile che non è passato inosservata anche in terra carioca. Anche per le mille variabili in campo, Labriola - mentre trimestre dopo trimestre lavora per portare risultati dopo aver alzato le stime per l'anno - ha costruito un piano di opzionalità, pronte a scattare qualora l'ipotesi Cdp sfumasse. Il famoso piano B, che si accompagna ad altre alternative. «Finirà che arriverà l'offerta - si scommette qui a Cernobbio -, ma poi il dossier finirà al nuovo governo e se ne parlerà nel 2023».

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