IL TESORO DEL VATICANO - LA SANTA SEDE HA 400 LINGOTTI D’ORO, PER UN VALORE DI 22,8 MILIONI DI EURO, DEPOSITATI PRESSO LA FEDERAL RESERVE AMERICANA - NEL CAVEAU DELLO IOR, LA BANCA VATICANA, SONO CUSTODITE MEDAGLIE E MONETE PREZIOSE PER 10,6 MILIONI - A GESTIRE L’OPERATIVITÀ DELLO IOR È GIAN FRANCO MAMMÌ, DIRETTORE GENERALE DAL 2015. IL SUO STIPENDIO NEL 2021 È STATO DI 205MILA EURO - MENTRE IL CONSIGLIO DI SOVRINTENDENZA, COMPOSTO DA 6 MEMBRI LAICI (NESSUN ITALIANO), HA RICEVUTO EMOLUMENTI PER CIRCA 300MILA EURO…

Mario Gerevini per www.corriere.it

 

ORO NELLA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

È vero che nei magazzini della Federal Reserve americana ci sono centinaia di lingotti d’oro dello Ior? E che nel caveau della banca vaticana sono custodite medaglie e monete preziose per milioni di euro? Chi sono i clienti dello Ior? Qual è lo stipendio del direttore generale? Quanti soldi hanno sul conto i cinque cardinali che rappresentano il papa? Che cos’è il «Fondo Sante Messe»?

 

LE RISPOSTE IN 130 PAGINE

Nel comunicato sul bilancio 2021 dell’Istituto per le Opere di Religione diffuso martedì 7 giugno questi argomenti di dettaglio non sono stati affrontati. Si dava conto di un utile netto a 18,1 milioni (36 milioni nel 2020), della crescita del margine d’interesse (+15%) e delle masse gestite (+4%). Ma le risposte a tutte le domande iniziali si trovano, ufficiali e precise, nelle 130 pagine del Rapporto annuale dello Ior (pubblicato sul sito) che è un modello di trasparenza per le istituzioni economiche vaticane.

 

bergoglio in carrozzina 4

I LINGOTTI ALLA FEDERAL RESERVE

I lingotti d’oro, per esempio. È una voce dell’attivo («Oro») e un valore («22,8 milioni»). Il metallo prezioso è «prevalentemente depositato presso la U.S. Federal Reserve», spiega il bilancio. Con il lingotto da 1 chilogrammo quotato attualmente intorno ai 55 mila euro vuol dire che ci sono oltre 400 lingotti targati Ior negli immensi e impenetrabili depositi della Fed che custodiscono migliaia di tonnellate del nobile metallo (1.061 tonnellate solo di Banca d’Italia). Non si tratta di finanza «vuota», di trading speculativo ma di fondamenta che contribuiscono a garantire la solidità dell’istituto che ha un patrimonio netto di 650 milioni. E così anche le medaglie e monete preziose sotto chiave nel caveau che complessivamente valgono 10,6 milioni. Sono riserve di utili non distribuibili create negli anni e sostanzialmente inalterate da molto tempo.

 

VIGILANZA ETICA

L ORO NELLA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

Alla voce investimenti lo Ior sottolinea le sue «scelte di gestione prudenti e coerenti con i principi della Dottrina sociale della Chiesa e investe solo in imprese e Stati che rispettano tali principi». Esattamente ciò che dovrà garantire, vigilando sugli investimenti mobiliari della Santa Sede, il neonato Comitato per gli investimenti, introdotto dalla Costituzione apostolica «Praedicate evangelium» che delinea la nuova architettura della Curia romana. Lo scandalo del palazzo di Londra e gli investimenti speculativi, in passato, della Segreteria di Stato restano una ferita aperta, almeno finché non si chiude il processo penale in corso, nel quale, tra l’altro, lo Ior è stato ammesso come parte civile.

 

I 472 CONTI TAGLIATI

ior

I clienti dello Ior a fine 2021 erano 14.519, cioè 472 in meno dell’anno precedente. Il calo «include sia i conti chiusi da seminaristi o chierici rientrati nel proprio Paese — si legge nel rendiconto — sia quelli chiusi dall’Istituto … per il venir meno dei requisiti di titolarità, l’inosservanza delle norme contrattuali o il mancato utilizzo» per lungo tempo. Insomma «pulizia», che continuerà. Ma chi sono i clienti, o meglio, di chi sono i 5,2 miliardi di risorse affidate allo Ior? La metà sono ordini religiosi, il 23% dicasteri della curia romana, uffici della Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano e nunziature apostoliche, il 9% conferenze episcopali, diocesi e parrocchie, l’8% cardinali, vescovi e clero, il 7% dipendenti e pensionati vaticani, il 3% fondazioni e altri enti di diritto canonico. Lo Ior «non accetta come clienti istituzioni o persone fisiche che non abbiano una stretta relazione con la Santa Sede e la Chiesa Cattolica», garantisce il presidente del consiglio di sovrintendenza Jean-Baptiste Douville de Franssu.

 

LO STIPENDIO DI MAMMÌ

IL TORRIONE DELLO IOR

A gestire l’operatività dello Ior è Gian Franco Mammì, direttore generale dal 2015. Il suo stipendio nel 2021 è stato di 205mila euro, come nel 2020. L’organo collegiale di indirizzo gestionale è il consiglio di sovrintendenza, in pratica un consiglio di amministrazione. È composto da 6 membri laici (nessun italiano) nominati dalla Commissione cardinalizia e ha ricevuto emolumenti complessivi per circa 300mila euro. Niente compenso, invece, ai cinque cardinali della commissione, nominati dall’«azionista» ovvero dal Papa: lo spagnolo Santos Abril y Castelló, presidente, Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, il filippino Luis Antonio Gokim Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il polacco Konrad Krajewski, Elemosiniere apostolico e Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’ Aquila.

GIAN FRANCO MAMMI' IOR

 

I CONTI DEI CARDINALI

A fine 2021 presso lo Ior «il saldo dei depositi dei membri della Commissione cardinalizia era pari a 1,6 milioni di euro». È una cifra globale che, facendo la media, corrisponderebbe a poco più 300mila euro a testa. Ordinaria amministrazione. I cardinali, ovvero i più alti membri della gerarchia cattolica dopo il papa, nella curia romana guadagnano 4.500-5.000 euro (i vescovi 3.000-4.000) al mese, al lordo del provvedimento con cui papa Francesco nel marzo 2021 decise un contenimento delle spese per il personale, compreso un taglio del 10% ai porporati.

 

DUE MILIONI DI MESSE

ior 2

E il «Fondo Sante Messe»? Nel bilancio dello Ior ha una consistenza di 2,2 milioni. Da lì si pesca per «elargizioni a sacerdoti» allo scopo di celebrare messe. I fondi vengono da numerosissime piccole elargizioni «vincolate allo scopo». Le donazioni e le modalità con cui vengono distribuite «sono direttamente registrate nel fondo».

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…