CHI SARÀ IL GRILLI DI NAGEL? - MEDIOBANCA DEVE SCEGLIERE UN ADVISOR PER ORGANIZZARE LA RESISTENZA ALL’ASSALTO DI MILLERI-CALTAGIRONE-MPS-GOVERNO - SE IL “MONTE” HA CHIAMATO VITTORIO GRILLI, EX MINISTRO GIÀ AL FIANCO DI “CALTA” E DELFIN, PER NAGEL NON SARA' FACILE TROVARE UN ADVISOR - ALCUNE GRANDI BANCHE SONO IMPELAGATE NEL CASO BPM-ANIMA, LA ROTHSCHILD DI DAFFINA È VICINA A MELONI) - MORGAN STANLEY, CITI, DEUTSCHE BANK E BANK OF AMERICA FANNO TANTI SOLDI CON I BTP: SI SCHIERERANNO CONTRO IL GOVERNO?
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/economia/2025/01/28/news/banchieri_affari_nagel_sceglie_advisor-423965703/
Quale advisor scegliere per farsi assistere nella difesa da Mps? Ci sarà anche questo passaggio cruciale sul tavolo dei consiglieri di Piazzetta Cuccia. Non sarà una scelta semplice, come si sa bene negli ambienti finanziari queste battaglie si vincono o si perdono anche con gli uomini e le banche d’affari ad essi collegati.
Oltre a Equita, merchant bank milanese guidata da Francesco Perilli e tradizionalmente vicina a Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel sta cercando un’altra banca d’affari di spicco da affiancare, ma non è così semplice visto la quantità di partite finanziarie aperte e in corso. Per esempio Mps ha scelto come propri advisor la Jp Morgan guidata da Vittorio Grilli e l’Ubs di Sergio Ermotti.
Grilli nella veste di banchiere d’affari aveva assistito Leonardo Del Vecchio e ora anche Francesco Milleri, ad di Delfin e di EssilorLuxottica, si sta appoggiando ai suoi consigli. Tra l’altro Grilli, ex direttore generale del Tesoro e ex ministro dell’Economia del governo Monti, si era esposto pubblicamente a fianco degli scalatori di Mediobanca quando era intervenuto in Parlamento argomentando contro i vantaggi della lista del cda.
Cioè lo strumento cruciale per eleggere i cda di Mediobanca e Generali e che la Legge Capitali approvata nel marzo scorso ha praticamente distrutto con il consenso del governo Meloni.
Grilli a seguito di quell’intervento era stato anche candidato a diventare presidente di Mediobanca quando Milleri e Alberto Nagel stavano discutendo della possibilità di una lista comune, nel settembre 2023.
Ma non se ne fece niente, Nagel ha preferito che rimanesse Renato Pagliaro alla presidenza. Ermotti è stato invece chiamato da Luigi Lovaglio per la conoscenza che era maturata quando lavoravano entrambi in Unicredit.
Difficilmente, a fianco di Mediobanca, potrà scendere Goldman Sachs, che vanta un ex, Gerardo Braggiotti, come senior advisor, e che al momento è stata ingaggiata da Anima per la difesa dall’Opa di Banco Bpm. Ma anche Lazard guidata da Marco Samaja e presieduta da Flavio Valeri è già impegnata sul fronte BancoBpm, che tra l’altro stava guardando a Mps come possibile target per una fusione, prima della mossa di Lovaglio su Mediobanca.
Un’altra banca d’affari come Rothschild non è mai stata in buoni rapporti con Mediobanca e tra l’altro è guidata da Alessandro Daffina che non ha interesse a schierarsi contro il governo Meloni. La stessa motivazione riguarda anche altri grossi nomi come Morgan Stanley, Citi, Deutsche Bank e Bank of America (Bofa), che in Italia fanno tanti soldi sui collocamenti dei titoli di Stato e che non vogliono rovinarsi i rapporti con il Tesoro […].
Più definita la seconda arma di difesa che sarà esaminata dal cda: etichettare l’Ops del Monte dei Paschi come “ostile”. Una definizione che ha un valore sia per la Bce che per la governance di alcuni fondi di investimento che fanno fatica a essere contrari al management di una società in cui hanno investito. […]
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