SBANCATI DA MEDIOBANCA - IL PM ORSI STA SCAVANDO SULLE OPERAZIONI IMMOBILIARI, MA SOPRATTUTTO FINANZIARIE, CHE HANNO PORTATO AL DISASTRO FONSAI E LE HOLDING LIGRESTI - CENTINAIA DI MILIONI IN ASSICURAZIONI ITALIANE E STRANIERE CHE ORA NON VALGONO NULLA. E SEMPRE CON LA SPINTA DI MEDIOBANCA, AZIONISTA, CREDITORE, ADVISOR - SE IL “CORRIERE” CON MUCCHETTI BASTONA PERISSI-ROTTO E MENEGUZZO, “REPUBBLICA” INCHIODA PIAZZETTA CUCCIA…

Sandro De Riccardis e Giovanni Pons per "la Repubblica"

L'inchiesta sulla scalata al gruppo Fonsai e sul fallimento delle società di Salvatore Ligresti prosegue a spron battuto. Ieri è stato sentito per quasi due ore in procura, dal pm Luigi Orsi, Giovanni Perissinotto, ad fino alla scorsa estate di Generali. Le indagini del pm e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno portato finora all'iscrizione nel registro degli indagati dello stesso immobiliarista siciliano, dei suoi figli e dell'ad di Mediobanca Alberto Nagel, tutti indagati per ostacolo agli organi di vigilanza per il presunto patto occulto tra Mediobanca e la famiglia Ligresti.

L'inchiesta di Orsi sta approfondendo, oltre alle operazioni immobiliari che hanno portato al fallimento di Imco e Sinergia, gravate da circa 400 milioni di debiti, anche alcune acquisizioni di compagnie assicurative italiane ed estere effettuate dal gruppo Fonsai e che sarebbero state sollecitate da Mediobanca e da altri consulenti vicini alla società.

Tra queste vi è sicuramente l'acquisizione, avvenuta a inizio 2008 su consiglio di Kpmg, dell'83% di Ddor Novi Sad, compagnia serba pagata in totale più di 270 milioni di euro a fronte di 300 milioni di premi oggi in gran parte evaporati. Non a caso, dal punto di vista finanziario, gli investigatori sospettano che questo tipo di operazioni siano state ancora più dannose di quelle immobiliari per i bilanci della Fonsai.

Un altro esempio è quello della Liguria assicurazioni, compagnia da 150 milioni di premi passata ai Ligresti nel primo semestre 2006 per 148 milioni, più 50 di garanzia su un eventuale sottoriservazione. Dopo aver versato altri 200 milioni in conto aumento di capitale, che hanno portato il costo totale a 350 milioni, oggi la Liguria è valutata nel bilancio Fonsai solo 167 milioni. Mediobanca a quell'epoca assistette la famiglia De' Longhi, venditrice della Liguria attraverso una società off shore, la Gaula Consultadoria e Investimentos.

Un terzo caso riguarda l'operazione Popolare Vita, accordo di bancassurance siglato nel 2007 da Fonsai insieme al Banco Popolare per vendere le polizze vita in 2mila sportelli. L'esborso iniziale per Fonsai fu di 530 milioni, a cui seguì una ricapitalizzazione per altri 94 milioni più il conferimento di una partecipata del valore di 200 milioni. In totale più di 800 milioni di costo per una partnership che nel 2017 avrebbe dovuto portare 6 miliardi di premi (oggi è in perdita) con la consulenza specifica di Mediobanca e Kpmg.

Per analizzare questi aspetti negli ultimi mesi, oltre a Salvatore Ligresti, accompagnato in procura dal suo legale Gianluigi Tizzoni, sono sfilati davanti a Orsi altri importanti manager come l'ex direttore generale di Fonsai, Piergiorgio Peluso, figlio del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, liquidato con 3,6 milioni di euro per un anno di lavoro in azienda, o come il consulente Fulvio Gismondi e l'ex ad di Fonsai, Emanuele Erbetta.

Da ultimo è toccato a Perissinotto, uscito da Trieste con un anno d'anticipo accusando esplicitamente Mediobanca, principale azionista di Generali, della sua estromissione. Perissinotto nel suo j'accuse sosteneva che il vero motivo del suo licenziamento era l'inesistente sostegno alla veneta Palladio, rivale di Unipol per l'acquisto di Fonsai. E tra le varie accuse, Perissinotto aveva parlato di «seri dubbi sulla visione strategica di questa operazione (fusione Unipol-Fonsai, ndr) non solo per la inquietante prova che non si può certo ignorare riguardante la salute finanziaria di quello che dovrebbe essere il salvatore».

Chi non ha mai sollevato alcun rilievo sull'operazione, invece, sono le authority Consob e Isvap. Ma ora la procura vuole verificare se i giudizi della prima non siano stati condizionati dai rapporti tra Fonsai e Marco Cardia, figlio dell'ex presidente della Consob Lamberto Cardia, che ha staccato parcelle per consulenze legali pari a 1,2 milioni di euro, mentre il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini risulta indagato per concorso in falso in bilancio nel filone torinese dell'inchiesta per presunti omissioni e ritardi nei controlli. L'impressione è che l'inchiesta sia solo all'inizio.

 

ALBERTO NAGEL PERISSINOTTO jonella e salvatore ligrestiSALVATORE LIGRESTI E I FIGLI GIULIA JONELLA E PAOLO ROBERTO MENEGUZZO FONSAILUIGI ORSIGIANCARLO GIANNINI

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO