SCHERZI DELLO SPREAD: STAVOLTA A FAR SCHIZZARE L’INDICE SONO STATI MONTI E LANZILLOTTA (TUTTO IL VOTO E’ PALESE…)
Mara Monti per "Il Sole 24 Ore"
Obiettivo centrato all'asta di ieri dei BTp a 5 e 10 anni: tutti i 6 miliardi di euro sono stati collocati con una buona domanda e rendimenti in discesa oltre le attese. Poteva essere la settimana della riscossa per il Tesoro che si lasciava alle spalle 17 miliardi di euro di titoli con i rendimenti in calo di 50 centesimi rispetto ad un mese fa quando Via XX Settembre dovette affrontare i mercati nel mezzo della bufera della crisi del governo Letta.
Un brutto incubo che sembrava ormai alle spalle. Ma nel pomeriggio a rovinare la festa un'improvvisa risalita di dieci centesimi dello spread tra BTp e Bund fino a 250, un rally che qualcuno attribuisce in parte alla discesa del titolo tedesco di 5 punti base, ma non solo.
Tornano i timori di crisi
Tra le attese dei risultati della Federal Reserve, i dati americani deludenti e le prese di profitto alla vigilia del lungo weekend per la festa di Ognissanti, sui mercati sono tornate di attualità le rinnovate tensioni politiche, dopo la decisione della Giunta di votare a scrutinio palese la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, con la conseguente minaccia del Pdl di staccare la spina al governo Letta.
Una soluzione sostenuta da Pd, M5S, Sel e Scelta civica, mentre per il voto segreto si erano espressi Pdl, Lega, Gal e Svp-Autonomie. Ora spetterà al Presidente del Senato Pietro Grasso convocare la conferenza dei capigruppo per mettere in calendario lo scrutinio. Nel frattempo, si prevedono giornate di fuoco sui mercati.
I timori di un ritorno all'instabilità politica hanno aumentato la distanza dell'Italia con la Spagna misurata dallo spread salito fino a 12 centesimi, favorito dal dato sul Pil del terzo trimestre che segna l'uscita di Madrid dalla recessione. All'unisono è salito anche il differenziale tra i titoli decennali iberici e gli equivalenti tedeschi a 237 punti base, con i Bonos che pagano un interesse del 4,06 per cento. Il mercato, tuttavia, non sembra credere a una nuova fiammata di instabilità proveniente dai palazzi della politica dal momento che entro novembre il Tesoro attende un corposo ammontare di pagamenti per 17 miliardi.
Centrate le aste dei BTp
La settimana poteva concludersi con l'asta di ieri mattina che ha terminato il tour de force di fine mese del Tesoro, iniziato lunedì con l'asta dei CTz e proseguito con quella del BoT a sei mesi. Gli ottimi risultati si sono confermati ieri con il BTp a 5 anni che ha visto scendere il rendimento sotto la soglia psicologica del 3% per la prima volta dallo scorso aprile, attestandosi al 2,89% dal 3,38% dell'asta di settembre, sostenuta da richieste per 4,94 miliardi di euro e una domanda superiore all'offerta di 1,65 volte da 1,43 di quella precedente.
Meno vistoso il calo della tranche a 10 anni, comunque significativa, con il rendimento sceso al 4,11% rispetto al precedente 4,50 per cento, con richieste per 4,58 miliardi sui 3 miliardi offerti.
Pesano i dati Usa
Il risultato delle aste aveva rianimato lo spread, tornato a salire nel pomeriggio anche a causa dei dati provenienti dagli States sul mercato del lavoro al di sotto delle previsioni a causa dello shutdown, terminato lo scorso 16 ottobre. Uno scenario che allontana almeno fino alla prossima primavera l'avvio del tapering, ovvero il rallentamento dell'espansione monetaria, confermato in serata dalla Fed.
Quanto basta per spingere al ribasso i rendimenti dei Treasury americani e del Bund. Per il titolo tedesco la corsa era iniziata con l'asta da 3,41 miliardi di euro riportando il rendimento al livello dello scorso luglio all'1,71%; ed era poi proseguita sul mercato secondario facendo precipitare il tasso tedesco all'1,69%, al punto da riportare le lancette indietro all'agosto scorso.





