SE CI INFLIGGONO IL METODO-CIPRO ARRIVA UNA BOTTA DA 50 MILIARDI

Claudio Antonelli per "Libero"

Non succederà mai. Probabilmente. Ma al bar non si parla d'altro. Che succederebbe se come a Cipro anche in Italia si confiscasse una percentuale di conti correnti? L'Unione Europea ha più volte ribadito che Cipro è un caso isolato. Che il rapporto debito/ Pil è quasi al 140% (il nostro vicino al 130), che la piazza finanziaria di Nicosia è ipertrofica (in realtà anche a Malta gli asset bancari sono otto volte il Pil).

E che Cipro è piena di soldi di russi e quindi è un caso doppiamente isolato. Certo, l'Italia non è nemmeno paragonabile a Cipro. Ma se una volta che Irlanda, Spagna e Portogallo venissero schiacciate dalla Troika, nessuno a oggi può escludere che dopo potrebbe essere il turno dell'Italia. D'altronde l'altro ieri quel genio del chief economist di Commerzbank, chiaramente tedesco, ha ipotizzato un prelievo forzoso del 15% sui patrimoni finanziari e sulle case.

Ha argomentato che la ricchezza mediana in Italia è di 164.000 euro, «il che significa che, in teoria, l'Italia non ha una crisi del debito, con un patrimonio netto al 173% del PIL - significativamente più alto del patrimonio netto dei tedeschi al 124% -quindi in Italia avrebbe senso un prelievo una tantum sulla proprietà immobiliare e un'aliquota d'imposta del 15% sulle attività finanziarie.

Questo sarebbe probabilmente sufficiente a portare il debito del governo italiano al di sotto del livello critico del 100% del prodotto interno lordo». Premesso che l'Italia morirebbe l'indomani, ma soprattutto nessuno avrebbe la liquidità per pagare. Siccome le idee stupide viaggiano più velocemente di quelle intelligenti, abbiamo dunque provato a immaginare che succederebbe se la genialità del chief economist contagiasse anche Bruxelles.

In Italia la ricchezza complessiva delle famiglie, compresi i 900 miliardi di passivi tra mutui e fidi, ammonta a circa 8.600 miliardi di euro, stando ai dati forniti da Bankitalia nel dicembre scorso. Poco più di cinquemila miliardi è il valore delle case e degli uffici. Sui conti correnti bancari e postali ci sono circa 650 miliardi. Il valore degli investimenti azionari è di circa 450 miliardi.

Mentre il risparmio complessivo investito in obbligazioni e titoli arriva a 700 miliardi. Di questi circa 200 sono titoli di debito italiani, il resto qualcosa di estero e bond delle banche Infine ci sono circa 250 miliardi di fondi comuni di investimento. Se applicassimo la ricetta tedesca, dal patrimonio finanziario lo Stato raccoglierebbe l'incredibile somma di 320 miliardi di euro.

Se poi le case fossero tassate una tantum di un altro 15% (considerando il valore complessivo di 5mila miliardi diviso per due al fine di fare una media tra prezzi reali e di catasto) ci sarebbe un gettito di altri 375 miliardi. In tutto 695. Se il prelievo fosse solo su case e conti correnti (perché liquidi) l'incasso complessivo sarebbe di circa 460 miliardi. La cifra giusta per riportare il rapporto debito Pil sotto il 100%. Perfetto. A quel punto dovremmo dire che l'operazione è riuscita nel migliore dei modi. Ma il paziente è morto. Nessuno però potrebbe solo immaginare che in questo momento gli italiani, poveri e ricchi, sarebbero in grado di pagare una tassa del 15% sugli immobili.

I cittadini a basso reddito cadrebbero in miseria. I ricchi si svenerebbero e smetterebbero di sostenere il Pil. Dunque alla stagflazione attuale si aggiungerebbe, paradossalmente, la depressione. Chiari sintomi di guerra civile. Se poi si volessero tassare solo i patrimoni finanziari, ovvero quei 320 miliardi di gettito, dovremmo immaginare che chi ha azioni o obbligazioni dovrebbe venderle per pagare l'imposta. Certo non potrebbe anticipare la liquidità la banca. Se poi lo Stato dicesse che di fatto ha deciso di congelare il 15% di Bot o Btp, non piazzerebbe un centesimo all'asta successiva. Una sorta di autoevirazione.

Se infine si volesse compensare la tassa sugli investimenti finanziari con un prelievo secco sui conti correnti a livello teorico vorrebbe dire prelevare il 55% da ciascun conto. Inutile nemmeno parlarne. Ecco che il modello Commerzbank è una via di mezzo tra la luna e l'inferno.

Diverso sarebbe lo scenario cipriota applicato all'Italia. Ipotizziamo che un giorno non lontano l'Italia con un governo instabile e debole - formato da Bersani, Vendola e alcuni grillini - chiedesse aiuti alla Troika non esiteremmo a pensare che, visto la predilezione per le patrimoniali, che l'offerta prestito in cambio di prelievo sarebbe accolta dal parlamento.

A quel punto ci sarebbero solo i conti correnti da saccheggiare perché, come abbiamo visto prima, i soldi li prendi solo dove c'è liquidità, non dalle case. Dunque, applicata un'aliquota variabile tra il 6,75 e il 10% gli italiani dovrebbero consegnare allo Stato - a tutti gli effetti stalinista - ben 50 miliardi di euro.

Un massacro inutile. Piegherebbe le famiglie per sempre e non risolverebbe un bel nulla. Ieri il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha detto che quello di Cipro è un precedente «pericoloso». Il ceo di SaxoBank, Lars Seier Christensen, ha, giustamente, definito il prelievo forzoso una chiara violazione dei diritti di proprietà fondamentali che può cambiare le regole del mercato. Speriamo non succeda mai. Da noi.

 

L EURO CHE AFFONDA LA TOMBA DELL EURO BANCA CENTRALE EUROPEA EURO NELLA POZZANGHERA CIPRO - TROIKA GO HOMEproteste-ciproGIU' LE MANI DA CIPROPROTESTE A CIPRO jpegPROTESTE A CIPRO jpeg

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…