SE ENI CONSIDERA SAIPEM “NON STRATEGICA”, L’ENEL CERCA GAS IN ALGERIA - INVECE IL GASDOTTO TAP “È STRATEGICO” PER IL GOVERNO, MA NON HA AZIONISTI ITALIANI - FRANCO RICCI GUIDERÀ LA NUOVA MEDIASET PREMIUM
1.PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
MEDIASET, RICCI VERSO LA GUIDA DI MED 4
Gli investitori attesi – fatta eccezione per Telefonica che ha già opzionato un 11,1% – devono ancora arrivare. Ma intanto a Cologno Monzese la nuova Mediaset Premium sta prendendo forma e con una forte accelerazione in queste settimane. La procedura di spin off delle attività della pay tv del Biscione – che confluiranno nella newco Med 4 (il nome è provvisorio) – è attesa per la fine di ottobre. In questo quadro, si inizia a togliere il velo sui primi, importanti, dettagli.
Secondo quanto riportato dall'agenzia Radiocor, il perimetro delle attività da scorporare comprenderà - circa 250 dipendenti. E oltre a definire gli organi sociali di Med 4, che attualmente vede il cfo Marco Giordani amministratore unico, le prossime settimane saranno importanti per svelare anche la guida operativa. La quale, sempre secondo Radiocor, dovrebbe essere affidata a Franco Ricci, attuale direttore delle Operazioni e responsabile del business pay del gruppo. Lavori molto avanti quindi. Attendendo i nuovi investitori. (A. Bio.)
FSI ENTRA NEL GOTHA DEI FONDI SOVRANI
Il Fondo Strategico Italiano (Fsi), braccio finanziario della Cdp, entra nel Gotha dei fondi sovrani internazionali. Il fondo guidato da Maurizio Tamagnini è infatti diventato membro dell'International Forum of Sovereign Wealth Funds (Ifswf).
Quest'ultima è la maggiore associazione al mondo che riunisce i fondi sovrani e che comprende i big del settore espressione di autentiche potenze finanziarie d'investimento come la Cina, la Malesia, la Norvegia, il Qatar, la Russia, Singapore, gli Emirati Arabi e diversi altri. Ad accogliere il Fondo Strategico, in rappresentanza dell'Italia, è stato Bader M. Al Sa'ad, presidente di Ifswf e direttore generale della Kuwait Investment Authority, il veicolo di recente entrato come socio proprio in Fsi.
L'ingresso nell'associazione, secondo i rumors, potrebbe essere preludio ad altre alleanze dopo quella stretta con il Kuwait e con Qatar Holding. Tra i fondi sovrani con i quali starebbe discutendo Fsi ci sarebbe infatti il colosso finanziario cinese Cic. (C.Fe.)
APOLLO MA NON SOLO PER LE POLIZZE CARIGE
Come anticipato domenica scorsa da Il Sole 24 Ore, ieri il consiglio di amministrazione di Banca Carige «ha deciso di prorogare fino al 15 ottobre le negoziazioni in esclusiva con il fondo Apollo Management Holdings relativamente alla cessione delle partecipazioni detenute nel capitale di Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova», come si legge in una nota diffusa dal gruppo presieduto da Cesare Castelbarco Albani.
Aria di rottura? La banca parla di «continuo interesse manifestato dal potenziale acquirente» e segnala che le negoziazioni in corso stanno avendo «un andamento positivo», tuttavia non è detto che alla fine con Apollo si arrivi alla firma. Nel caso, si apprende, potrebbero riaffacciarsi i tedeschi di Talanx: a fine luglio si erano visti superati dagli americani, ma con una lettera inviata al cda avrebbero manifestato l'intenzione di tornare in partita – partendo dall'offerta già presentata – nel caso in cui dovesse naufragare la trattativa con Apollo. E alla finestra, come confermato nei giorni scorsi dai vertici del gruppo, resterebbe anche la trentina Itas. (Ma.Fe.)
FED E LE RICOSTRUZIONI SUL DEFAULT DI LEHMAN
A distanza di sei anni dal fallimento di Lehman Brothers emergono nuove ricostruzioni e polemiche sul default che ha dato il via alla maggiore crisi finanziaria dal 1929 in poi. Nella sostanza, ieri è stata resa nota la conclusione preliminare raggiunta nel 2008 da alcuni esperti finanziari della Federal Reserve di New York: a loro giudizio Lehman Brothers poteva essere salvata. Una conclusione che, tuttavia, non è mai giunta ai vertici della banca centrale Usa prima che questi ne decidessero il fallimento.
A ricostruire uno dei momenti più difficili della crisi finanziaria dell'investment bank Usa è stato il New York Times, sulla base delle informazioni raccolte fra gli ex e gli attuali membri della Fed. Una ricostruzione che va ad alimentare il dibattito e le critiche nei confronti delle autorità e della Fed, dopo che quest'ultima è stata accusata nei giorni scorsi da un ex dipendente di essere stata «succube» di Goldman Sachs. (R.Fi.)
TIM GEITHNER AL GIURAMENTO OBAMA
2.ENEL CERCA IL GAS IN ALGERIA - DUE CONCESSIONI NEL DESERTO
Da “la Stampa”
Quando sentiamo nominare l’Enel pensiamo, verosimilmente, a centrali elettriche e lampadine (e anche bollette...) ma in realtà l’Enel è parecchio di più: ha attività in tutta la filiera dell’energia, persino nella ricerca di petrolio e gas.
E proprio in questo settore il gruppo ha appena messo a segno un doppio colpo, aggiudicandosi oggi, insieme alla multinazionale Dragon Oil, due lotti per l’esplorazione di metano: Msari Akabli, nel Sud Ovest del Paese, e Tinrhert nell’Est. A Msari Akabli la partnership sarà al 70% di Enel, che sarà operatore del progetto, e il restante 30% di Dragon Oil; per Tinrhert Nord le proporzioni e i ruoli sono invertiti. Il contratto di esplorazione e sfruttamento di idrocarburi dovrebbe essere siglato entro un mese.
MAURO MORETTI E FRANCESCO STARACE
Con questo investimento l’Enel, che è il terzo cliente dell’Algeria con l’acquisto del 15 per cento dell’export di gas, contribuirà allo sviluppo delle consistenti risorse energetiche algerine.
[lui. gra.]
3.EXOR RIACQUISTA OBBLIGAZIONI E LANCIA UN NUOVO BOND
Da “la Stampa”
Exor lancia un’offerta di riacquisto sui 690 milioni di euro di obbligazioni con scadenza nel 2017 ancora in circolazione a fronte di un corrispettivo in denaro. L’offerta sul bond, che ha un tasso del 5,375%, si chiuderà l’8 ottobre, precisa una nota del gruppo d’investimenti, controllato dalla famiglia Agnelli. Exor vuole, inoltre, emettere una nuova obbligazione in euro, a valere sull’ammontare autorizzato dal Cda il 9 aprile.
L’operazione, soggetta alle condizioni di mercato, ha come obiettivo quello di estendere la scadenza media del debito. Bnp Paribas, Credit Agricole, Citigroup, Goldman Sachs e Unicredit hanno ricevuto l’incarico di «Dealer manager» per l’offerta e di «Joint lead manager» per la nuova emissione.
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[r.e.]
4.QUEL SALOTTO DA 130 MILIONI
Da "il giornale"
Non è ancora stato costruito, ma è già l'appartamento più caro di New York. Costerà 130 milioni di dollari e diventerà realtà nel 2015 quando verrà completata la torre al 520 di Park Avenue, a due isolati dal Central Park, uno degli indirizzi più prestigiosi della Grande Mela. Il futuro regno del fortunato milionario che potrà permetterselo si svilupperà su una superficie di oltre 1.200 metri, su diversi piani.
Avrà soffitti alti 5 metri, sarà dotato delle finiture più lussuose e di tutti i comfort più moderni. Il record era finora detenuto da un appartamento al Ritz Carlton, pagato «solo» 118,5 milioni di dollari. In ogni caso, si tratta di prezzi eccezionali anche per Manhattan: basti sapere che per acquistare un appartamento nel quartiere più chic della megalopoli, Turtle Bay, bastano «appena» 1,4 milioni.
5.TAP, IL GASDOTTO STRATEGICO SENZA INVESTITORI ITALIANI
(s.agn.) Considerato una delle (poche) opere di interesse nazionale dalla Strategia energetica, il gasdotto dall’Azerbaigian alla Puglia (il Tap) vede un gran movimento tra i suoi azionisti. Ma, curiosamente, sempre nessun italiano nella compagine azionaria.
Mentre i sindaci pugliesi continuano a chiedere un approdo alternativo, è di ieri la notizia di un avvicendamento di rilievo, con l’uscita dei tedeschi di E.On e dei francesi di Total a favore degli spagnoli di Enagas e dei belgi di Fluxys. Questi ultimi si uniranno con il 16 e il 19% agli inglesi di Bp (20%), ai norvegesi di Statoil (20%), all’azera Socar (20%) e alla svizzera Axpo (5%). Fluxys, per la verità, è alleata di Snam, ma la società di Carlo Malacarne non ci pensa proprio a investire in un «tubo» con un profilo di rischio ben diverso dalle sue infrastrutture «regolate», anche se, ovviamente, guarda con favore a un’impresa che porterebbe altro gas a circolare nella sua rete.
Neppure l’Enel, spesso tirata in ballo, ha in testa il Tap: non ci interessa, l’informale quanto lapidaria risposta (nel giorno in cui si è assicurata due lotti per l’esplorazione di gas in Algeria).