A COSA SERVE LA TV SE C’E’ NETFLIX? IL GRUPPO VIAGGIA VERSO I 100 MILIONI DI ABBONAMENTI NEL MONDO (NON È ATTIVO IN CINA), NELL’ULTIMO TRIMESTRE 2016 HA REGISTRATO RICAVI PER 2,47 MILIARDI DI DOLLARI (+41%) E UTILI PER 67 MILIONI
Luca Salvioli per il “Sole 24 Ore”
«Siamo entusiasti» dice Reed Hastings, ceo di Netflix, della storica vittoria del primo Oscar di un video in streaming: «The White Helmets», documentario breve dedicato ai soccorritori-eroi della Siria. Tocca a lui il keynote più importante del Mobile World Congress di Barcellona, dopo il triennio di Mark Zuckerberg.
Netflix viaggia verso i 100 milioni di abbonamenti nel mondo (non è attivo in Cina), nell' ultimo trimestre 2016 ha registrato ricavi per 2,47 miliardi di dollari (+41%) e utili per 67 milioni. E qui nel tempio della tecnologia mobile si è presa uno spazio rilevante vista il crescente consumo di video sullo schermo dello smartphone, ormai di frequente oltre i 5 pollici con definizione da urlo.
«La crescita degli utenti ci aiuta a convincere i produttori a realizzare contenuti per noi. Vogliamo avere sempre più produzioni locali che possano raggiungere un audience globale». La qualità del servizio è decisiva. «Abbiamo introdotto il download perché in situazioni come aereo e metropolitana è comodo», e perché il limite della banda è ancora pesante.
«Ci sono operatori che stano sperimentando soluzioni senza tetto, magari con risoluzione più bassa: credo sia questa la strada. Il nostro lavoro è essere sempre più efficienti». Quanto alla velocità di connessione «vogliamo fare del buffering una reliquia, come oggi è il suono dial up del modem».
Sulla preoccupazione delle pay tv per la concorrenza dello streaming, Hastings dice che negli Stati Uniti gli abbonamenti sono arrivati al 50% della popolazione ma nonostante ciò la tv via cavo non ha avuto un calo sostenuto. E che oggi Netflix ha ancora 5 milioni di abbonati al servizio di noleggio dvd, business dove l' azienda nacque nel 1997. In un altro mondo.