bollore vincent

CHAMPAGNE BOLLORÉ - ''GLI ITALIANI SONO FRANCESI DI BUON UMORE. L'ITALIA MEGLIO DELLA FRANCIA: LÌ FANNO LE RIFORME. NON CI SONO NEANCHE PIÙ GLI SCIOPERI!'' - ROBA SERIA: TRASFORMARE MEDIASET-TELECOM-VIVENDI NEL POLO SUD-EUROPEO ANTI NETFLIX

Anais Ginori per “la Repubblica

 

bollore e de puyfontaine assemblea vivendibollore e de puyfontaine assemblea vivendi

«L’Italia sta diventando meglio della Francia». Vincent Bolloré parla per la prima volta dopo l’annuncio dell’ingresso in Mediaset e della battaglia su Telecom. È uno degli uomini più potenti di Francia, ma durante l’assemblea degli azionisti di Vivendi, l’imprenditore bretone non fa che tessere lodi di quella che sta quasi diventando la sua seconda patria.

bollore de puyfontaine assemblea vivendibollore de puyfontaine assemblea vivendi

 

«Gli italiani vogliono avanzare, hanno fatto riforme », osserva Bolloré, facendo un endorsement neanche troppo velato al governo Renzi. «In Italia non ci sono neanche più gli scioperi», aggiunge incautamente. Una lunga dichiarazione d’amore. «Gli italiani sono francesi di buon umore», continua Bolloré riprendendo una celebre citazione di Cocteau. La campagne d’Italie dell’imperatore Bolloré procede spedita. «Per Telecom abbiamo una visione di lungo periodo», assicura. «Se anche Orange e Xavier Niel si sono interessati – nota – significa che non mi ero tanto sbagliato».

bollore assemblea vivendibollore assemblea vivendi

 

Risponde per oltre un’ora a domande e risposte dalla sala, mantenendo sempre garbo e sorriso, non a caso i nemici lo chiamano “Smile Killer”. A ognuno dei piccoli azionisti presenti Bolloré fa consegnare all’uscita due bottiglie di vino, rosé e bianco di Provenza. Bolloré ha preparato un grande show per l’assemblea di Vivendi di cui ha preso il controllo da meno di un anno, provocando un terremoto ancora in corso.

bollore assemblea vivendi  bollore assemblea vivendi

 

Alla fine manda persino in onda un video in cui si scherza sull’epurazione dentro alle sue televisioni. Il nuovo Citizen Kane lancia l’operazione seduzione, non solo a base di dividendi. «Sono più di trentacinque anni che lavoro, potete fidarvi», dice dal palco dell’Olympia, mitica sala parigina di proprietà del gruppo.

 

L’obiettivo è convincere che con il suo arrivo Vivendi sta diventando una media company e non è più solo la somma di singole società. «Ogni volta che pronuncio la parola holding finanziaria devo dare due euro a De Puyfontaine», dice Bolloré prendendo una monetina dalla tasca e dandola al presidente di Vivendi, seduto accanto a lui.

VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINEVINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

Una tappa cruciale di questa trasformazione è lo sviluppo in Italia, nella sinergia possibile tra Telecom e Mediaset Premium, e un’alleanza transnazionale. «Non esiste un gigante europeo dei contenuti», nota Bolloré che conferma il «progetto latino» di Vivendi: Francia, Italia e Spagna insieme per creare una piattaforma “over the top” simile a Netflix, che potrebbe partire già con 13 milioni di abbonati, sommando anche i 2 milioni in Africa.

 

assemblea vivendi vincent bolloreassemblea vivendi vincent bollore

La sfida contro il gigante americano non sarà facile. «Sono abituato a sentir dire che sono un pazzo», commenta ricordando quando a trent’anni aveva ripreso per 2 franchi la cartiera di famiglia in liquidazione. Ora che è uno degli uomini più potenti di Francia, Bolloré maneggia un po’ di autoironia, scherza sulla sua impopolarità dentro a Canal + dove ha cacciato più di venti manager negli ultimi mesi, imponendo tagli e cancellando fasti di un tempo.

 

«Cannes è magnifica, soprattutto a maggio con il mare blu, gli aperitivi al tramonto. Lo so, e capisco che non mi amano a Canal Plus ora che ho deciso di mandare al Festival solo 50 persone al posto delle 469 dell’anno scorso ». La pay tv perde abbonati e rischia di chiudere l’anno con 400 milioni di euro di passivo.

RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINERECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

«Non sono la causa, ma la conseguenza di questa realtà. E forse sono la soluzione», osserva Bolloré che guarda sempre più a Sud. Nell’espansione internazionale, spiega, ha già investito 4 miliardi di euro. «E’ un dovere morale», dice con slancio. «Se lo faccio vuol dire che non penso sia una fregatura». E aggiunge modesto, senza troppa convinzione: «Anche se mi capita di sbagliarmi».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...