CHI SI PAPPA FCA? - PER GLI INVESTITORI, HYUNDAI E’ LA PRIMA INDIZIATA MA IL GRUPPO SMENTISCE - IL GIORNALE “ASIA TIMES” SOTTOLINEA COME I COREANI NON ASPETTEREBBERO ALTRO CHE LE AZIONI DEL GRUPPO ITALO-AMERICANO PERDANO VALORE (PIÙ SI AVVICINA L'USCITA DI MARCHIONNE E PIÙ QUESTA IPOTESI SI RAFFORZA…)
Pierluigi Bonora per “il Giornale”
É da qualche settimana che nelle sale operative gira una voce, del tipo: «Occhio, perché in estate potrebbe accadere qualcosa di grosso». Il soggetto è Fca e, indirettamente, l' ad Sergio Marchionne, che nella primavera del 2019 passerà il testimone a «Mister X». E ieri si è avuto un primo assaggio, dopo un lungo silenzio sul tema nozze, di quello che il mercato dovrà attendersi da qui all' uscita di scena, da Fca, di Marchionne.
MARCHIONNE CON GOLF E CRAVATTA
C' è voluta la smentita dalla Corea sulla volontà di Hyundai di fare di Fca un boccone, per frenare la corsa alle azioni del Lingotto, salite fino a 17,018 euro (+6%), quindi scese fino a toccare quota 16,25 euro, per poi risalire e chiudere in positivo: +1,8% a 16,33 euro. La classica giornata sull' altalena.
Il giornale Asia Times, che ha pubblicato la notizia, sottolinea come i coreani non aspetterebbero altro che le azioni del gruppo italo-americano cadano (più si avvicina il periodo indicato per l' uscita dell' ad, più questa ipotesi si rafforza, soprattutto in mancanza di chiarezza sul nome di colui che lo sostituirà).
Insieme ai coreani, però, potrebbero esserci altri candidati, anche dell' area asiatica, pronti a fagocitare tutta o una parte di Fca. Se così è realmente, non resta che tenere accesi i fari sulla Borsa e attendere il momento propizio.
Ma più che del numero uno della potente Hyundai, Chung Mong-koo, sono da capire le intenzioni del fondo Elliott, azionista del gruppo coreano che include anche Kia, e con forti interessi in Italia, visto il peso in Tim: tra i suoi consiglieri, infatti, annovera Alfredo Altavilla, coo di Fca per i mercati Emea. Se Paul Singer, fondatore di Elliott, ha altri piani per l' Italia lo si scoprirà presto. Altavilla e il cfo del Lingotto, Richard Palmer, sarebbero, in questo momento, i possibili candidati a succedere a Marchionne.
Sul tema dazi e, in particolare, sulle ultime affermazioni dell' ad di Fca («Non sono la fine del mondo, la Germania è il Paese che ha maggiormente beneficiato degli scambi...»), è da registrare la reazione di Porsche, attraverso il capo delle vendite e membro del board, Detlev von Platen. «Non capisco perché Marchionne abbia fatto questa affermazione - puntualizza il manager, a Milano per un evento -; gli Stati Uniti sono per noi un mercato importante nel quale investire molto».