SIENA-BRUXELLES, SOLA ANDATA - AVVISATE I 5 STELLE: IL NUOVO PIANO STRATEGICO MPS NON CONVINCE LA COMMISSIONE EUROPEA: LA BANCA SAREBBE DOVUTA TORNARE IN UTILE GIÀ NEL 2019, SECONDO IL PIANO PRESENTATO E ''BOLLINATO''. INVECE LO SCORSO ESERCIZIO SI È CHIUSO IN PERDITA PER 1,033 MILIARDI. E CI VOGLIONO AGGREGAZIONI IL PRIMA POSSIBILE (MA I GRILLINI NON VOGLIONO FINIRE IN UNICREDIT: MPS DEVE ESSERE UNA BANCA DELLO STATO)
Rosario Dimito per “il Messaggero”
L' Europa considera il rilancio del Montepaschi in ritardo rispetto alla road map del piano 2017-2021 che autorizzò l' intervento statale e il nuovo progetto al 2021-2025 approvato giovedì 19 dal cda presieduto da Patrizia Grieco, prende ancora tempo rispetto a una scelta definitiva, proponendo una soluzione stand alone, da corroborare con un aumento di capitale di 2-2,5 miliardi, a carico del Tesoro, azionista con il 68%.
Da martedì scorso il piano strategico che Guido Bastianini aveva consegnato il giorno prima al Mef, sarebbe all' esame della struttura tecnica della Dg Comp della Commissione Ue che il dossier Mps conosce e segue con estrema attenzione avendolo sì autorizzato per consentire l' iniezione di 5,4 miliardi del Mef, al fianco di un burden sharing di 4,3, ma sulla base di certi paletti. Non è servito molto ai tecnocrati europei per manifestare le loro perplessità e preoccupazioni, fatte rimbalzare ieri pomeriggio in Italia, rispetto a una situazione complessiva insoddisfacente perché la banca senese accusa un ritardo di un anno almeno per tornare in equilibrio.
È da qui che l' Europa intende partire per analizzare il nuovo percorso. Perché il piano di ristrutturazione, bollinato dalla Ue, prevedeva una cura ricostituente fatta di tagli e dismissioni (due banche estere, filiali, dipendenti, crediti deteriorati, altre attività) che avrebbero dovuto portare nel 2019 al ritorno a un risultato operativo di 700 milioni e a un utile netto di 570 milioni. Si dà il caso invece che lo scorso esercizio si è chiuso in perdita per 1,033 miliardi per effetto delle svalutazioni per 1,2 miliardi delle attività fiscali differite (Dta). Non solo, ma anche i ricavi si sono attestati a 3,2 miliardi, in decremento del 2% a fronte di una previsione di crescita più alta.
GLI OBIETTIVI MANCATI
Ecco perché adesso si scopre che da molti mesi c' era un faro acceso della struttura guidata da Margrethe Vestager: l' istituto pubblico non centrava gli obiettivi della ristrutturazione.
Nel 2020, influenzato dal Covid, invece di avviare azioni per la ripresa, con gli indicatori in crescita dei ricavi e risultati, al contrario la banca senese aumenterà la perdita gestionale (1,5 miliardi nei primi nove mesi con una stima di superare i 2 miliardi a fine esercizio): la profittabilità risente di un affaticamento nella produzione dei ricavi, in parte attenuata dall' andamento congiunturale dei tassi vicino a zero. Siena, però fatica a far crescere le commissioni d' intermediazione e a gestire con oculatezza i costi dei servizi bancari (depositi, conti correnti, custodia) che sono le altre voci che alimentano i ricavi.
In questo contesto l' Europa si attendeva un piano accelerato di recupero da realizzare attraverso un' aggregazione che il top management avrebbe dovuto concordare con l' azionista, che peraltro stava lavorando a un matrimonio. Invece, l' istituto ha varato un aumento di capitale che fonti di Bruxelles considerano al buio perché non inquadrato in una prospettiva di consolidamento. Con il deficit di fine anno, Mps avrà i ratio patrimoniale sotto il livello di guardia.
Il cda ha promesso alla Bce un capital plan per il 31 gennaio ma per quella data è verosimile che Bruxelles si sia espressa per far integrare il piano strategico, inserendo un percorso di aggregazione rapido. Il candidato è Unicredit con cui i colloqui tecnici e fra advisor ci sono stati anche nei giorni scorsi e, comunque, per l' Europa i tempi non possono dilatarsi oltre la primavera.