draghi

LO SLALOM DI SUPERMARIO – DRAGHI RIESCE A ISOLARE LA BUNDESBANK, LA GAFFE DEL "FINANCIAL TIMES" E I FALCHI DEL RIGORE, MA PAGA DAZIO SUI MERCATI – LA VERA SCOMMESSA? I TITOLI PUBBLICI COMPRATI CON IL “QE” RESTERANNO NELLE CASSE DELLA BCE PER MOLTI ANNI

Alberto d’Argenio per “la Repubblica

 

«Negli ultimi giorni Jens Weidmann ha fatto di tutto per bloccare la decisione, ma alla fine Draghi l’ha spuntata». Uscendo dalla riunione della Banca centrale europea un governatore si lascia andare a uno sfogo. Il potente capo della Bundesbank si è presentato al quarantunesimo piano del Main Building della Bce spalleggiato dai falchi baltici. Tutti hanno votato contro il piano Draghi. Ma le colombe schierate con lui sono certe che dopo la prima bocciatura dei mercati il Qe2 approvato a Francoforte riuscirà a far lievitare l’inflazione e spingere la crescita dell’eurozona.

mario draghi bazookamario draghi bazooka

 

Weidmann non l’ha mandata giù e in serata ha detto pubblicamente che la manovra «non era necessaria». Ma la vera battaglia non si è svolta ieri, bensì nei giorni scorsi. La Bundesbank voleva fermare il Qe2 e questa volta era favorita dal sorteggio. Perché al Consiglio dei governatori a rotazione alcuni banchieri centrali non votano e ieri ad essere esclusi erano il francese Christian Noyer - inizialmente perplesso dalla seconda manovra della Bce ma poi a favore per le ricadute degli attentati di Parigi sull’economia - e i colleghi di Austria e Slovacchia.

 

draghi gioca  a golf a roma  2draghi gioca a golf a roma 2

Così Draghi la vera mediazione l’ha svolta nei giorni scorsi. Dopo il confronto dietro le quinte alla vigilia della riunione, spiega un banchiere centrale vicino al presidente, «Mario ha scelto la linea più morbida». Per questa ragione le decisioni della Bce sono state meno roboanti di quanto non attendessero i mercati dopo che l’ex governatore di Bankitalia a Malta in ottobre e a Francoforte il 20 novembre - si era molto esposto sui contenuti del secondo Qe.

 

Nessuno scontro in riva al Meno dunque, ma un duro confronto a distanza durato settimane al termine del quale Draghi è uscito con una soluzione che non avrebbe spaccato il Consiglio in modo clamoroso per quanto osteggiata dai falchi che però grazie alla mossa tattica di Draghi non sono riusciti a ingrossare le loro file e sono rimasti in minoranza.

 

mario draghi e janet yellen mario draghi e janet yellen

I tassi sui depositi scendono “appena” dello 0,1%, si aspettava un taglio almeno dello 0,2%, l’acquisto di titoli di Stato viene sì esteso, ma “solo” di sei mesi e la sua potenza (60 miliardi al mese) non viene aumentata. Così si spiega il tonfo delle Borse e la risalita dello spread certificato anche da Janet Yellen, numero uno della Fed: «Sembra che il mercato si aspettasse certe azioni dalla Bce che non si sono materializzate».

 

Un caos favorito anche da una clamorosa gaffe del Financial Times che a pochi minuti dall’annuncio ufficiale della Bce sui tassi ha pubblicato (sul sito e su Twitter) una anticipazione errata secondo la quale Francoforte sarebbe rimasta ferma. Dopo otto minuti sono arrivate le scuse del quotidiano della City, che ha spiegato di aver mandato in rete una delle bozze preparate per tenersi pronto di fronte a qualsiasi scelta dell’Eurotower. Ma il danno era fatto, in pochi attimi miliardi di euro sono passati di mano in base a una notizia errata, fatto che ha contribuito ad agitare i mercati e che all’interno della sala del Consiglio è stata accolta dai governatori con sconcerto.

 

Eppure, nonostante il tonfo di ieri, a Francoforte e in molte banche centrali (Bankitalia compresa) sono certi a mente fredda i mercati capiranno la portata della decisione di Draghi che l’Fmi promuove: è in grado di «centrare l’obiettivo della stabilità dei prezzi ».

weidmann osservatorio giovani editoriweidmann osservatorio giovani editori

Ci vorrà qualche giorno, giurano a Francoforte spiegando che le previsioni sull’inflazione pubblicate ieri dalla Bce (1% nel 2016 e 1,6 nel 2017) non tengono conto della nuova manovra grazie alla quale arriverà intorno al 2% proprio a inizio 2017 quando il Qe rafforzato dovrebbe terminare.

 

weidmann draghi weidmann draghi

Oltretutto Draghi ha detto chiaramente che «se necessario» sarà prolungato. E una base per questa eventuale decisione l’ha gettata proprio ieri facendo approvare l’estensione degli acquisti anche ai bond degli enti locali: se il Qe dovesse ulteriormente allungarsi oltre marzo 2017 sul mercato mancherebbero i titoli di alcuni paesi, come la Germania, che verrebbero compensati l’acquisto di quelli regionali.

Jens Weidmann e Angela MerkelJens Weidmann e Angela Merkel

 

L’estensione del piano dal prossimo settembre al marzo 2017 - giustificato con il fatto che il primo Qe ha funzionato ma con un ritmo inferiore alle aspettative - significa che la Bce comprerà 360 miliardi di bond in più rispetto al previsto, per un totale di 1500 miliardi. E qui c’è l’asso nella manica che secondo Francoforte farà svoltare in positivo i mercati appena si renderanno conto della sua portata: Draghi ha annunciato che «i titoli resteranno sul nostro bilancio dopo marzo 2017».

draghi contestato con i coriandoli  draghi contestato con i coriandoli

 

Significa che i bond in scadenza dopo la fine del Qe non saranno incassati dalla Bce, ma rinnovati in modo da mantenere sul mercato l’enorme massa monetaria iniettata dall’Eurotower e allungare gli effetti benefici del Qe a tempo indeterminato. Questa la scommessa di Mario Draghi per rilanciare l’euro.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...