GRANDI STAZIONI, ENORMI FORCHETTONI - LA SOCIETÀ “GRANDI STAZIONI” SI AGGIUDICA SENZA PROBLEMI UNA GARA PER GESTIRE ROMA TIBURTINA, LA PRINCIPALE STAZIONE PER I TRENI AD ALTA VELOCITÀ - NESSUNA CONCORRENZA, OVVIAMENTE: IL GRUPPO HA COME SOCIO DI RIFERIMENTO FERROVIE DELLO STATO OLTRE AI VARI CALTARICCONE, BENETTON E PIRELLI - E L’AUTORITÀ CHE VIGILA SU CONTRATTI PUBBLICI HA BENEDETTO LA GARA SENZA COLPO FERIRE…

Bankomat per Dagospia

L'Italia non sarà la Grecia, ma certo che qualcosa ancora ci accomuna più alle economie del basso mediterraneo e del nord Africa che non ai Paesi evoluti. Prendiamo il caso di Grandi Stazioni, che si aggiudica una fantomatica gara per gestire la stazione di Roma Tiburtina, quella che si avvia ad essere la principale stazione per i treni ad alta velocità italiani.

Socio di riferimento di questa società chi e'? Ma Ferrovie dello Stato ovviamente, accompagnata da Caltagirone (quello vero), dai Benetton e da Pirelli. MF che da' la notizia oggi accenna a tensioni passate fra la controllata e la controllante. Forse per farci pensare ad un contesto competitivo. Grandi stazioni gestisce già, casualmente, le stazioni di Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia Firenze...ecc.ecc.

Immaginiamo che tensione ai piani alti di Grandi Stazioni, che incertezze per la vittoria della gara. E che rischi corrono gli intrepidi privati che in società con Ferrovie hanno investito in Grandi Stazioni. Pensato, come se ENI scorporasse una società "grandi aree di servizio ", controllandola al 60 per cento e invitasse qualcuno ad essere socio in questo rischiosissimo business teso a fare gare per gestire le aree di servizio AGIP. Che spirito d'impresa, che marosi del mercato, che capitani d'industria.

Oppure immaginiamo la Barilla che scorporasse una fantomatica Barilla Advertising in società con la Armando Testa e un paio di altre società di pubblicità e che casualmente la neonata azienda si prendesse la torta delle campagne pubblicitarie del Mulino Bianco. L'ebbrezza della competizione.

Poi scopriamo che esiste anche una debita Autorità che vigila su contratti pubblici, notoriamente rigorosi in Italia, che ha benedetto con autorevole crisma la gara per Roma Tiburtina. Anche l'ultimo affanno, quella clausola sospensiva che angoscia le notti di tanti avvocati, " passerà indenne il contratto alla vigilanza delle competenti autorità pubbliche di controllo sui mercati e sulle operazioni del genere" , anche questa drammatica minaccia si e' dissolta. Finalmente un affare che si chiude per il verso giusto. L' ennesimo.

 

CALTAGIRONE SASSOLI Gilberto Benetton - azionista della holding Sintoniaincendio tiburtina foto gmt

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