SOS RCS - A POCHE ORE DAL PIANO AZIENDALE DI SCOTT JOVANE E DAL CDA CHE DEVE DELIBERARE IL MEGA-AUMENTO DI CAPITALE, SI PARLA DI DATI HORROR SULLA RACCOLTA PUBBLICITARIA DEI QUOTIDIANI: -30% A GENNAIO - L'INIZIALE TAGLIO DI ORGANICO (500 UNITÀ) NON SAREBBE PIÙ SUFFICIENTE: ORA L'ASTICELLA è A QUOTA 700, IL 14% DELLA FORZA LAVORO - ALMENO 70 PREPENSIONAMENTI AL ‘’CORRIERE’’, 30 ALLA “GAZZETTA” - MA L’ECATOMBE SARà TRA I PERIODICI: 10 CHIUSI E 5 IN VENDITA…

Andrea Montanari per "Milano Finanza"

C'è un numero che aleggia nei centri media e nelle trading room, e che sta provocando tensioni in seno ai vertici di Rcs Mediagroup. È il dato relativo al calo della raccolta pubblicitaria dei quotidiani della scuderia (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) nel solo mese di gennaio.

Una contrazione a doppia cifra mai registrata prima. Tanto che c'è chi si spinge addirittura a parlare di una diminuzione del 30%. Il dato preoccupa perché riguarda la principale area di business (pesa per il 35-40%) dell'intero gruppo editoriale e l'unica che al 30 settembre scorso presentava un ebitda positivo (39 milioni) seppure in netta flessione rispetto all'anno precedente (chiuso con 69,4 milioni).

Questo campanello d'allarme è risuonato nelle stanze del presidente Angelo Provasoli e dell'amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Manager che lunedì 11, come anticipato da MF/Milano Finanza l'1 febbraio, presenterà il business plan propedeutico alla ristrutturazione ai comitati aziendali interni di Italia e Spagna e a tutte le sigle sindacali, in vista dell'approvazione del piano fissata per il giorno seguente, martedì 12, quando si riunirà il cda decisivo sulla ricapitalizzazione da 400 milioni.

Il dato negativo sulla raccolta pubblicitaria di gennaio per l'area Quotidiani costringe ovviamente a ripensare la strategia complessiva, anche alla luce dei dati di dicembre sulla diffusione dei quotidiani.

Perché se il CorSera resta di gran lunga il più diffuso d'Italia (403.879 copie al giorno contro le 426.107 di novembre), vede il diretto rivale La Repubblica (383.653 copie diffuse) vincere la sfida sul fronte delle reali vendite in edicola: 330.105 copie per la testata diretta da Ezio Mauro contro le 306.938 del giornale diretto da Ferruccio de Bortoli. Mentre, sempre in casa Rcs sono 230 mila le copie diffuse dalla Gazzetta dello Sport.

È questo insomma lo scenario che si presenta ai vertici aziendali, agli oltre 5 mila dipendenti e ai rappresentanti sindacali a poche ore dall'ufficializzazione del progetto di risanamento del gruppo, che ha chiuso il 2012 in rosso di quasi 400 milioni e che necessita di almeno altri 300 milioni per sostenere lo sviluppo del business digitale. Così, sia in via Rizzoli che in via Solferino circolano le versioni più disparate della strategia impostata da Jovane.

Quel che è certo è che l'iniziale taglio di organico, stimato in 500 unità, non è più sufficiente: ora l'asticella sarebbe stata alzata a quota 700, il 14% della forza lavoro totale. E se al CorSera al momento si parla di almeno 70 prepensionamenti e alla Gazzetta di circa una trentina, i veri rischi li corre la divisione Periodici, che potrebbe essere fortemente ridimensionata, tra 10 chiusure e la vendita di 5 testate.

La prospettiva aprirebbe le porte a un elevato numero di licenziamenti, tuttora però difficilmente quantificabili. In vendita poi finirebbero le partecipazioni in Dada e Finelco (radio). Quanto alla Spagna, il gruppo cerca partner per lo sviluppo del Sud America.

 

 

RCS SEDE CORRIERE DELLA SERA PIETRO SCOTT JOVANEAngelo Provasolilib08 ezio mauro

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…