IO SPECULO, TU SPE-INCULO - IL CORVO JOHN PAULSON, RE DEI FONDI SPECULATIVI DI “AVANTAGE PLUS”, DOPO ESSERSI ARRICCHITO GRAZIE ALLA BOLLA IMMOBILIARE NEGLI USA, HA CERCATO DI FARE IL COLPACCIO SPERANDO NELLA FINE DELL’EURO - PURTROPPO PER LUI LE COSE SONO ANDATE DIVERSAMENTE: L’EUROZONA STA TENENDO E LUI HA PERSO IL 18% DEL SUO CAPITALE - EPPURE LA BOTTA NON GLI È BASTATA: LUI CI SPERA ANCORA...

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Scommettere contro l'euro si è rivelato un costoso boomerang per John Paulson, titano degli hedge fund di Wall Street abituato a spadroneggiare in tempi di crisi, che martedì si è trovato obbligato ad ammettere la perdita del 18% del valore della sua corazzata, l'Advantage Plus. Con il Gold Fund sotto del 23%, Paulson si è presentato agli investitori a testa bassa ammettendo di essere scivolato in fondo alla classifica dei rendimenti degli hedge fund - un mercato dal valore complessivo stimato in 2000 miliardi di dollari - che invece si era abituato a dominare.

I maggiori guadagni di Paulson risalgono alla sua speculazione contro il mercato immobiliare, quando riuscì a ottenere 15 miliardi di dollari in un momento in cui il resto di Wall Street andava a picco, guadagnandosi fama e numerosi clienti illustri. Ma il 2012 per lui era iniziato con il vento contro, registrando una diminuzione delle proprietà dai 38 miliardi del 2011 ad appena 22 e così la scelta era stata tentare di rifarsi speculando pesantemente contro la moneta unica europea.

Forse spinto dal desiderio di emulare i successi di George Soros contro la sterlina britannica, Paulson ha scommesso sul crac dell'euro, prevedendo che dal G8 di Camp David in poi i leader dell'Eurozona sarebbe andati incontro a una serie di disaccordi, fallimenti ed errori destinati a far implodere l'unione monetaria, innescando una tempesta valutaria di ampie dimensioni. In realtà sappiamo che il percorso degli eventi è stato differente perché dall'accordo pro-crescita di Camp David si è passati agli impegni europei sul risanamento sottoscritti al G20 di Los Cabos e quindi allo scudo anti-spread varato dall'ultimo Consiglio europeo di Bruxelles.

Paulson ha così assistito, settimana dopo settimana, ad un euro riuscito ad evitare il peggio, pur rimanendo in situazione precaria. Da qui le pesanti perdite degli investimenti fatti con l'Advantage Plus crollato dell'8% in giugno, il Credit fund sceso del 2,8, il Recovery fund del 2,3, il Partners del 2,5 e il Gold fund arretrato di un ulteriore 0,6 rispetto ai dati negati già registrati in precedenza.

Sebbene i suoi portavoce rifiutino di rilasciare dichiarazioni sulla genesi del tracollo, quanto detto da Paulson agli investitori nella riunione di martedì conferma che ad andare male è stata la «scommessa contro l'Europa» perché l'indebolimento dell'euro, pur avvenuto, si è dimostrato «insufficiente» per garantire i profitti auspicati.

Ciò non toglie che Paulson, noto per essere molto determinato nel perseguire i propri obiettivi, conferma la rotta prescelta. «Il rischio della crisi finanziaria in Europa è al momento il rischio più grande presente sui mercati - ha scritto in una lettera agli investitori - e i nostri fondi sono posizionati in maniera da proteggere il capitale quando i movimenti del mercati producono dei ribassi». Come dire, la sua convinzione è che il crac possa ancora avvenire.

 

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