SPECCHIO RIFLESSO! ECCO GLI OCCHIALI “FURBI” CHE BLOCCANO QUELLI “INTELLIGENTI” DI GOOGLE
1. VIDEO - GLI OCCHIALI CHE BLOCCANO L'INTRUSIONE DELLA PRIVACY DEI GOOGLE GLASS
2. SPECCHIO RIFLESSO! ECCO GLI OCCHIALI "FURBI" CHE BLOCCANO QUELLI "INTELLIGENTI" DI GOOGLE
Andrea Andrei per Dagospia
Dal "Daily Mail"
http://dailym.ai/1aaNTqk
Da quando sono stati annunciati i Google Glass, l'azienda di Mountain View, invece che sentirsi rispondere con entusiasmo, ha dovuto fare i conti con un'infinita serie di critiche e di questioni. Le principali riguardano ovviamente la privacy.
Quando Google ha lasciato intendere che i suoi occhiali intelligenti potessero avere integrato un sistema di riconoscimento facciale, è scoppiato un putiferio. Tanto che l'azienda guidata da Eric Schmidt ha dovuto fare una rapida marcia indietro.
Ciononostante, e anche se manca parecchio tempo all'uscita nei negozi del dispositivo, contro quest'ultimo si sono formati dei veri e propri gruppi di protesta, alcuni locali lo hanno vietato, e adesso addirittura c'è chi ha inventato un sistema per neutralizzarlo.
Un team di ricercatori giapponesi dell'Istituto nazionale di informatica, ha infatti prodotto degli speciali occhiali che servono per bloccare l'eventuale meccanismo di riconoscimento facciale dei Google Glass e di altri dispositivi simili.
Sulla montatura sono montati undici LED, che emettono raggi infrarossi. Ecco che, anche se a occhio nudo sembreranno solo un paio di orrendi occhiali, gli anti-Google Glass nelle foto e nei video appariranno luminosi, tanto da non far vedere il volto di chi li indossa, come mostrano le immagini qui pubblicate
Ora, se è vero che il futuro sta andando verso la cosiddetta "tecnologia da indossare", potremmo già essere molto presto costretti a metterci gli occhiali anche se abbiamo una vista perfetta. Non solo, perché se anche non vorremo indossare degli occhiali "intelligenti" dovremo comunque inforcare quelli "furbi", che non permettono agli altri di spiarci. In pratica, vivremo in un mondo di "quattr'occhi".
O almeno così sarà finché il timore di questa ennesima invasione della privacy non svanirà e diventeremo tolleranti a farci riconoscere da un software, così come quando abbiamo accettato di buon grado che chiunque potesse scavare nei nostri ricordi e nella nostra vita tramite i social network.
Come al solito, dipende dalle lenti attraverso cui si guardano le cose.
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