draghi renzi schaeuble

RENZI DOVREBBE OGNI MATTINA LUCIDARE LE SCARPE A DRAGHI, LO SPREAD TOCCA I MINIMI DAL 2008 (84) - MA IL DEBITO PUBBLICO CONTINUA A SALIRE: SIAMO A 2.165,9 MILIARDI, A 2 MLD DAL RECORD DELLO SCORSO LUGLIO

1. BANKITALIA: DEBITO SALE A 2.165,9 MILIARDI A GENNAIO, VICINO A RECORD

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

(LaPresse) - Il debito pubblico italiano è aumentato in gennaio di 31,0 miliardi, a 2.165,9 miliardi, posizionandosi molto vicino al suo massimo storico di luglio 2014, pari a 2.167,7 miliardi. Lo riferisce la Banca d'Italia. L'incremento, sottolinea Via Nazionale, è dovuto all'aumento (36,3 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro, pari a fine gennaio a 82,6 miliardi (46,3 a dicembre del 2014), solo in parte compensato dall'avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche (4,6 miliardi) e dall'effetto complessivo dell'emissione di titoli sopra la pari, del deprezzamento dell'euro e degli effetti della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione (0,7 miliardi).

 

debito pubblico NewsExtra debito pubblico NewsExtra

ENTRATE IN LIEVE AUMENTO. Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in gennaio a 31,3 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto allo stesso mese del 2014, quando si erano fermate a 31,0 miliardi, riferisce ancora la Banca d'Italia, sottolineando tuttavia che "la significatività dei dati del mese di gennaio è limitata da disomogeneità nei tempi e nelle modalità di contabilizzazione di alcune entrate (la difformità temporale riguarda prevalentemente anticipi/slittamenti fra i mesi di dicembre e di gennaio)".

 

 

2. SPREAD A QUOTA 84, MAI COSÌ IN BASSO DAL 2008

Stefania Tamburello per il “Corriere della Sera

 

draghi padoandraghi padoan

La riduzione dei tassi sul mercato dopo l’avvio del programma di acquisti di titoli pubblici da parte della Bce, è rapidissima. Ieri lo spread tra i Btp decennali e i Bund di uguale durata è precipitato a 84 punti per poi risalire, in chiusura, a 88 punti, con il rendimento del titolo italiano all’1,13% — ma dopo aver toccato l’1,04% — e quello tedesco in lieve salita allo 0,25%. Si tratta dei livelli esistenti prima dello scoppio della crisi negli ultimi mesi del 2008 e del crac della Lehman, che oscurano, si spera per sempre, il picco di 575 punti raggiunto nel novembre del 2011.

 

mario draghi  2mario draghi 2

La caduta dei rendimenti coinvolge l’intera curva delle scadenze. Ieri il ribasso ha riguardato anche la Grecia, finora controtendenza, mentre si è temporaneamente fermato in Germania e negli altri paesi forti dell’Europa. E se le Borse hanno vissuto una giornata di fermo dopo l’euforia di mercoledì, l’euro-dollaro ha raggiunto il minimo da 12 anni a 1,0496, per poi risalire a 1,06. Intanto Benoit Coeuré, membro del direttorio Bce, ha aggiornato le statistiche sugli acquisti nel programma dell’Authority: 9,8 miliardi di euro di titoli di Stato in 3 giorni.

 

Ieri l’asta di Btp ha fatto registrare discese di tassi inimmaginabili fino a qualche tempo e anche richieste molto alte. Sul Btp a 3 anni, per esempio, le richieste hanno toccato i 4,7 miliardi e il Tesoro ha collocato l’importo massimo offerto di 2,5 miliardi a un rendimento di 0,15% in diminuzione di 30 punti base da febbraio. Per i Btp settennali, offerti per 3 miliardi, il tasso di assegnazione è risultato pari allo 0,71%, lo 0,50% in meno dell’asta precedente.

 

Draghi e SchaeubleDraghi e Schaeuble

I Btp a 30 anni, infine, per la prima volta in asta dopo il sindacato di collocamento di gennaio, sono stati aggiudicati (1,75 miliardi con 2,8 miliardi di richieste) ad un tasso dell’1,86%, oltre 140 punti base in meno del collocamento di gennaio. Gli esperti di Intesa Sanpaolo ieri spiegavano che il Tesoro, che nel 2014 ha già risparmiato 6 miliardi, quest’anno «potrebbe realizzare un (ulteriore) risparmio sulla spesa per interessi pari a circa 4 miliardi di euro».

 

Pur se in rapida discesa i Btp restano saldamente in territorio positivo mentre si apprestano a passare in negativo — e la cosa potrebbe accadere alla prossima asta dei semestrali — i Bot, i titoli nel passato preferiti dal pubblico dei risparmiatori. Certo è già tempo che i Bot people si sono dissolti a fronte di rendimenti che hanno offerto via via guadagni meno consistenti. Anche ora che l’inflazione è ridotta al lumicino, fra imposte e commissione, comprare Bot decisamente non conviene a meno di non essere una banca o un investitore istituzionale.

 

tsipras merkeltsipras merkel

In ogni caso il ministero dell’Economia ha previsto per tempo una clausola di salvaguardia per evitare che il risparmiatore nel comprare un Bot addirittura ci rimetta. E se non ha rinunciato ad applicare le imposte anche su pochi decimi di rendimento, ha abbassato i limiti delle commissioni in modo che i rendimenti non possano mai scendere sotto lo zero. La clausola in realtà potrebbe essere scattata già mercoledì dopo l’asta dei Bot annuali assegnati ad un tasso lordo dello 0,079% nel caso di commissioni massime. Per sintetizzare il Tesoro ha portato le commissioni massime sul Bot trimestrale allo 0,05%, quelle sul semestrale allo 0,10% e sull’annuale allo 0,15% azzerandole nel caso di rendimento nullo o negativo.

 

bassaninibassanini

Intanto a Francoforte si sta valutando (e la decisione sarà presa al consiglio direttivo del 15 aprile) l’allargamento della lista di istituzione europee i cui titoli possono essere acquistati nell’ambito del programma iniziato lunedì scorso: la Cassa depositi e prestiti potrebbe entrare, unica italiana presente.

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…