SPROFONDO ROSSONERO – VIA BALO E, FORSE, DE SCIGLIO: AL MILAN SERVONO 30 MILIONI PER RIFARE LA SQUADRA – SEEDORF SULLA GRATICOLA: L’INTERVISTA A SKY DI IERI POMERIGGIO (IN CONTEMPORANEA CON IL CAV DALLA D’URSO) NON È PIACIUTA ALLA SOCIETA’
1. VIA ANCHE BALOTELLI PER RIFONDARE
Enrico Currò per âLa Repubblica'
Per rifondare il Milan servono subito 20 milioni, possibilmente 30. Per questo Balotelli è il più serio indiziato all'addio: i comportamenti non c'entrano, è questione di vile denaro. L'altro è De Sciglio, sorvegliato speciale del Real. à un effetto combinato. Dei costi di una rosa sovrabbondante e non giovanissima, che a luglio rischia di sfiorare i 40 giocatori, con un monte ingaggi ancora superiore ai 100 milioni. Del mancato ingresso in Champions League: già 30 milioni di introiti in meno. E del deficit di bilancio: - 15,7 milioni. Come ha ammesso Galliani, l'eventuale Europa League, con i suoi potenziali 10-12 milioni, cambierebbe ben poco.
Nel groviglio delle concorrenti al 6° posto c'è anche il Milan, il cui destino dipende in larga parte dal derby di domenica. Ma quale che sia il piazzamento e chiunque sieda sulla panchina al prossimo raduno - il candidato principale resta Inzaghi - un dato è già sicuro: la costruzione della nuova squadra sarà la più complicata dell'era Berlusconi, dovendo conciliare l'esigenza del ritorno in Champions con l'austerity.
La politica obbligata del risparmio condizionerà il mercato. Fra i rientri dai prestiti e i 30 attuali, con ben 4 portieri, è infatti concreto il rischio che a Milanello si ritrovino più o meno 40 stipendiati. La priorità sarà dunque lo sfoltimento, con almeno un sacrificio illustre: oltre a Balotelli e a De Sciglio, anche Montolivo, Abate e Pazzini, di fronte a un'occasione, potrebbero finire tra i partenti.
Le cifre sono implacabili. Il monte stipendi è sceso a 105 milioni lordi, però la clausola sulla mancata Champions (20% di risparmio per la società ) può essere vanificata dal rientro di Matri (2,5 milioni netti l'anno), Nocerino (1,5) e Traoré (1,2), senza contare Niang, Didac Vilà e Vergara. Qualche trentenne e ultratrentenne è garantito da un robusto contratto dal milione in su almeno fino al 2015 - Muntari, Zaccardo, Amelia e soprattutto Robinho (2,5), Essien (2,4) e Mexès (4) - e molto difficile da piazzare. Anche per Kakà (4), attratto dagli Usa, la questione non è soltanto di cuore, così come non è soltanto tecnica la questione del riscatto di Taarabt e Rami, delle comproprietà di Poli e Paloschi e del rilancio di El Shaarawy, svalutato dall'infortunio.
Perfino l'addio annunciato di Seedorf è congelato dal suo stipendio (5 milioni netti fino al 2016). Così la tournée negli Usa (3,5) fa più gola dell'Europa League: nell'ultimo bilancio una voce in crescita (+1,8) è quella delle amichevoli. Sotto sotto il club spera di avere tanti convocati al Mondiale, anche se Seedorf ha declassato i suoi azzurri: a Euro 2012 i rimborsi fruttarono 1,5 milioni. I tempi sono proprio cambiati. Il Milan non potrà mai scendere al monte stipendi di Parma (29,5), Torino (27,1)e Verona (22,6). Ma è con loro che sta lottando in campionato.
2. GALLIANI TUTOR? GLI HO CHIESTO IO DI STARMI PIÃ VICINO
Da âLa Repubblica'
L'estremo tentativo di Seedorf di sfuggire al licenziamento a fine stagione è stata un'intervista a Sky, convocata di colpo ieri pomeriggio, dai toni concilianti. Verso Berlusconi. 'L'ho sentito anche a Pasqua'. Verso Galliani. 'Lui mio tutor? Gli ho chiesto io di starmi più vicino con i suoi consigli, come ha sempre fatto con tutti gli allenatori'. Verso Balotelli. 'Le critiche gliele faccio in privato, ma è cresciuto in campo e fuori: non è il primo a volere spiegazioni per una sostituzione'.
Due frecciate confermano tuttavia che il rapporto coi vertici è logoro. 'Galliani non è riuscito a venire spesso, ha tanti impegni. La mia conferma? Non ne ho bisogno, ho altri due anni di contratto e non sarebbe logico se mi mandassero via dopo pochi mesi'. Ma il silenzio del club resta eloquentissimo. Né aiuta Seedorf quest'autoconvocazione, all'insaputa della società e in contemporanea con la presenza di Berlusconi a Mediaset per la campagna elettorale. Anche stavolta il datore di lavoro non ha speso parole in soccorso dell'ex pupillo. Esaminerà la questione a tempo debito, ha fatto sapere agli intimi. Però il paragone più gettonato nell'ambiente - quello con Alfano - non lascia pensare al lieto fine.
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