RISIKO BANCARIO, MADECHE? ALTRO CHE STABILITA' E ITALIANITA' DEGLI ISTITUTI: DIETRO I MATRIMONI BANCARI GIOCHI DI POTERE E MANOVRE DEI MANAGER - LA GRANDE ALLEANZA A TRE TRA UBI, MPS E BPM RISCHIA DI SALTARE SOLO PERCHE' L'AD DI PIAZZA MEDA PREFERISCE L'ASSE VERONA-MILANO (CHE NON LO RIDIMENSIONA)

banco popolarebanco popolare

Dagoreport

 

Che cosa sta succedendo dietro le quinte del risiko bancario? Nella sua infinita miseria, Dagospia è andata a indagare un po' a tutti i livelli, scoprendo gustosissimi retroscena. Per esempio che l'improvvisa scintilla scattata tra il Banco Popolare e la Bpm non è frutto di chissà quali ragionamenti di mercato né la conseguenza della richiesta avanzata dalle autorità di vigilanza, Bce compresa.

 

L'asse Verona-Milano si poggia su un altro pilastro, vale a dire l'interesse dei banchieri desiderosi di mantenere lo status quo del loro potere. Come dire, le poltrone prima di ogni altra cosa. 

 

LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOLA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

L'opzione Banco-Bpm, a esempio, tutela soprattutto la posizione di Giuseppe Castagna: l'ad di piazza Meda verrebbe drasticamente ridimensionato se dovesse andare in porto il merger con Ubibanca e Monte dei paschi di Siena, mentre la sua carica non verrebbe azzerata se la PopMilano andasse a nozze con il Banco veronese tanto caro a Flavio Tosi.

 

L'asse Verona-Milano, poi, potrebbe tutelare anche l'attuale ponte di comando del Banco: l'ad Francesco Saviotti accetterebbe lo spostamento alla guida del comitato esecutivo (dove farebbe il presidente) e sarebbe al sicuro la presidenza di Carlo Fratta Pasini.

giuseppe castagnagiuseppe castagna

 

L'idea del comitato, tuttavia, non piace a Castagna che vede in questo organismo un'ombra pesante sulla sua posizione. Financo il quasi ottuagenario Piero Giarda non andrebbe ai giardinetti perché la temporanea autonomia della Bpm gli consentirebbe di avere ancora per un po' il suo ufficio a piazza Meda, che però equivarrebbe alla presidenza del Circolo bocciofilo dopolavoro della Bpm.  

 

Altro grosso problema per Castagna è rappresentato dalle deleghe da assegnare a Salvatore Poloni, ex manager Intesa e attuale capo del personale di Bpm in odore di promozione a condirettore generale. Castagna vorrebbe per Poloni le deleghe sul personale, ma Verona si oppone. 

Pier Francesco SaviottiPier Francesco Saviotti

 

Saviotti, però, cerca di mischiare le carte attraverso le colonne del Messaggero per prendere tempo: tant'è che avrebbe sussurrato al quotidiano di via del Tritone le voci di una serie di frizioni sul numero dei membri del consiglio amministrazione. Ma il vero nodo di tutta la vicenda è proprio il comitato esecutivo su cui rischiano di andare allo scontro frontale Saviotti (che lo vuole) e Castagna (contrario).

 

A pretenderlo sarebbe Fratta Pasini che non vuole consegnare la banca a Castagna. Il quale, a sorpresa, deve far fronte all'imminente attacco a testa bassa degli storici dirigenti Bpm che temono di perdere il posto e stanno preparando una lista autonoma in vista dell'assemblea di aprile, quando si dovranno rinnovare tutte le cariche societarie. Stesso discorso lo sta facendo Raffaele Mincione. 

 

fratta pasinifratta pasini

Fin qui i giochi di potere dei banchieri. Tutta l'attenzione a questo punto si sposta sull'assemblea dei soci dipendenti, decisivi per i via libera di rito. Castagna, però, non ha il controllo delle assise, mentre può contare su Mauro Paoloni (Fabi) e Marcello Priori (Uilca) gli attuali vicepresidenti del consiglio di sorveglianza ai quali l'ad ha assicurato un posto all'interno della nuova banca.

 

Ecco perché altrettanto interessante il gossip sul versante sindacale dove più di un esponente, come per prassi consolidata, è leone nelle dichiarazioni e pecora negli atteggiamenti. E' il caso di Minimo Masi: il segretario della Uilca  (in pensione da oltre un anno) come sua abitudine si agita quando c'è di mezzo la PopMilano;

 

Sileoni_LandoSileoni_Lando

Masi è conosciuto da tutti come quello che si schiera solo col vincitore, ma in realtà a piazza Meda comanda ancora Osvaldo Tettamanzi, ex capo degli Amici Bpm, finiti nella bufera degli scorsi anni e spazzati via dall'intervento a gamba tesa della Banca d'Italia. Sulla testa di molti componenti della ex associazione Amici pesano le multe inflitte da via Nazionale e non ancora saldate.

BPM BPM

 

Secondo fonti interne, Tettamanzi era una sorta di burattinaio dei soci-lavoratori e più o meno è ancora così. Del resto, dentro quella banca la segreteria nazionale della Uilca non ha mai avuto un peso specifico (perché erano gli "Amici" a utilizzare Minimo Masi e non il contrario), mentre il discorso è diverso per quanto riguarda le altre organizzazioni, cioè Fabi, Fiba-Cisl e Fisac-Cgil che riferiscono su tutto a Roma.

 

Fra gli addetti ai lavori, poi, viene preso di mira Lando Maria Sileoni: perché il segretario generale della Fabi - prima sigla del settore - è andato negli studi televisivi di Virus Rai2 ospite di Nicola Porro a difendere il governo Renzi sul salvataggio delle quattro banche? Perché se il sindacato è autonomo il suo capo non si astiene da prendere posizioni politiche? C'è forse in ballo qualche candidatura in vista delle prossime elezioni politiche? 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…