QUANDO SI PARLA DI MERITOCRAZIA, QUASI SEMPRE C'È QUALCOSA SOTTO - "REPUBBLICA" È RIMASTA MOLTO COLPITA DALLA STORIA DI VITTORIA ZANETTI, FONDATRICE DI "POKE HOUSE": IL QUOTIDIANO DI MOLINARI NE HA SCRITTO PER BEN 5 VOLTE IN UN ANNO, ELOGIANDO LA SUA PARABOLA "DAL BASSO", DA CAMERIERA A "GOLDEN GIRL" DELL'IMPRENDITORIA ITALIANA - MA È DAVVERO TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA? SUI SOCIAL, C'È CHI RACCONTA UN'ALTRA STORIA: "EREDE DI UNA FAMIGLIA CHE FATTURA 550 MILIONI L'ANNO CON UNA MULTINAZIONALE ALIMENTARE, IL SUO PROGETTO È STATO FINANZIATO DAL FONDO DI INVESTIMENTI DI ANGELO MORATTI..."
Dal profilo Facebook di Riccardo Pennisi
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La finta storia della cameriera che si è fatta da sola fino a diventare ricca (ha lavorato "duramente" ma "grazie al merito", senza lamentarsi, né chiedere cose assurde tipo contratto e stipendio degno, ha costruito un impero economico col sudore della sua fronte e la brillantezza delle sue idee - e invece era erede di una famiglia che fattura 550 milioni l'anno con una multinazionale alimentare, e il suo progetto di portare il poke in Italia è stato finanziato dal fondo di investimenti di Angelo Moratti), questa storia Repubblica l'ha pubblicata cinque volte in un anno, CINQUE VOLTE. Una voglia davvero pervicace di prendervi in giro. Complimenti a lei, per carità; è la storia che vogliono venderci il problema.
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