debito pubblico1

SORPRESA! SUI CONTI PUBBLICI IL PREMIER CAZZARO È PEGGIO DI BERLUSCONI - DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, IL DEBITO È CRESCIUTO DI 5 MILIARDI AL MESE - CON ENRICO LETTA LA MEDIA E' STATA DI 6,6 MILIARDI AL MESE - PEGGIO DI TUTTI, MARIO MONTI - CON LUI IL DEBITO E' SALITO DI 7,6 MILIARDI AL MESE - ECCO PERCHE' L'HA VOLUTO LA MERKEL

 

Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

 

Nel documento che palazzo Chigi ha diffuso all' inizio di settembre, per celebrare i primi 30 mesi del governo di Matteo Renzi, c' erano una sfilza di dati: dall' occupazione al pil, dalla pressione fiscale ai turisti in visita nel nostro Paese. Le slide confezionate dai cervelloni del premier mostravano tutti saldi positivi, snocciolati per sostenere che l' economia italiana è in netta ripresa.

 

Miglioramenti, tuttavia, fatti emergere con raffronti in taluni casi non corretti sul piano scientifico e pertanto discutibili. E altrettanto discutibile è apparsa la scelta di nascondere i numeri sul debito pubblico. Forse perché sulla voragine nei conti dello Stato, sempre più larga, i margini per parlare di svolta non esistono.

 

BERLUSCONI-TREMONTIBERLUSCONI-TREMONTI

Il debito, del resto, cresce mese dopo mese. Ieri la Banca d' Italia ha certificato l' ennesimo record: 2.252 miliardi di euro a luglio, cresciuto di 52 miliardi in 12 mesi. Un boom cagionato, in minima parte, anche dall' aumento di 5 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro, passate da 96 a 101 miliardi.

 

L' incremento è legato a una precisa strategia di via Venti Settembre che approfitta dei tassi bassi per emettere una quota maggiore di titoli in modo da poter far fronte a eventuali, futuri rialzi dello spread, il differenziale di rendimento tra i btp italiani e i bund tedeschi.

MARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegMARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpeg

 

Sta di fatto che a Renzi non è riuscito il miracolo di arginare il «rosso» nel bilancio statale. Una rapida occhiata alle serie storiche di Bankitalia può essere utile per mettere in fila altri aspetti. Da quando l' ex sindaco di Firenze è il Primo ministro (febbraio 2014), il debito pubblico è aumentato di ben 145 miliardi: vuol dire che è cresciuto al ritmo di 5 miliardi al mese.

 

Meno di quanto sia salito durante il 2012 (a palazzo Chigi c' era Mario Monti), cioè 7,6 miliardi al mese; e meno pure rispetto all' aumento del 2013 (quando c' era Enrico Letta), ovvero 6,6 miliardi al mese.

 

 DEBITO PUBBLICO DEBITO PUBBLICO

La performance del debito durante l' era Renzi è invece peggiore rispetto a quella fatta registrare nel 2011: stiamo parlando dell' annus horribilis dello spread (superò quota 500 punti base) e il presidente del consiglio era Silvio Berlusconi (fino a novembre, poi fu imposto Monti).

 

Nell' arco di quei 12 mesi, il «buco» nei conti pubblici è passato da 1.842 miliardi a 1.897 miliardi. Calcolatrice alla mano vuol dire 55 miliardi in più in un anno, pari a una media mensile di 4,6 miliardi. Con Renzi il debito corre più veloce.

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…