IL SULTANO PREPOTENTE CHE COSTA ALL’ITALIA 600MILA $ AL GIORNO - ERDOGAN BLOCCA DI NUOVO LA NAVE SAIPEM CHE ENI HA AFFITTATO PER ESPLORARE I GIACIMENTI DI GAS VICINO CIPRO. CON LA SCUSA DI PROLUNGARE FARLOCCHE ESERCITAZIONI MILITARI, SARÀ TUTTO FERMO FINO AL 10 MARZO, PER UN TOTALE DI 18 MILIONI BUTTATI - IL PRESIDENTE CIPRIOTA PROTESTA, L’UE MIAGOLA: IL PUZZONE DI ANKARA CI TIENE PER LE PALLE COI MIGRANTI
CIPRO: NICOSIA, 'BASTA VIOLAZIONI, ANKARA TORNI A NEGOZIARE'
(ANSA) - "Desidero invitare pubblicamente ancora una volta la Turchia e la parte turco-cipriota a rispondere immediatamente al mio appello per un ritorno al tavolo dei negoziati, a condizione che pongano fine alla violazione dei diritti sovrani della Repubblica di Cipro nella Zona economica esclusiva". Lo ha detto il presidente cipriota Nikos Anastasiadis, in una nota diffusa stamani dopo che ieri le autorità turche hanno deciso di prolungare fino al prossimo 10 marzo il divieto di navigazione nell'area marittima a largo della costa sudorientale di Cipro, designata da Nicosia per le attività di trivellazione della nave Saipem 12000 noleggiata dall'Eni.
ERDOGAN RIBLOCCA LA NAVE DELL' ENI A CIPRO
Mirko Molteni per Libero Quotidiano
Rischia di costare salato all' Eni e al governo cipriota il blocco navale imposto dalla Marina turca ormai da dieci giorni alla nave Saipem 12000 con cui l' azienda italiana in accordo col governo di Nicosia intende effettuare perforazioni per prospezioni sui giacimenti gasiferi sottomarini al largo dell' isola di Cipro, nella sua Zona Economica Esclusiva che la vicina Turchia non riconosce. Ufficialmente i turchi del presidente Recep Tayyp Erdogan, che per l' ennesima volta mostra i muscoli emulando i sultani ottomani, accampano il pretesto di «esercitazioni militari» nell' area, iniziate dal 9 febbraio, ma che ieri Ankara ha comunicato di voler prolungare oltre l' originaria scadenza del 22 febbraio, fino al 10 marzo.
SEI MILIONI DI DANNI
Poiché è stato calcolato che il blocco della nave costa 600.000 dollari al giorno, si può dire che fino ad oggi il danno totale sia asceso a 6 milioni di dollari. Con la nuova estensione delle esercitazioni turche, che porterebbe a 30 giorni il «muro contro muro», può assommare a 18 milioni di dollari. Perciò nelle ultime ore si sono diffuse voci secondo cui Eni sarebbe pronta a ordinare alla nave Saipem 12000 di invertire la rotta. L' azienda, però, non conferma, né smentisce. Almeno per il momento, quindi, l' atteggiamento ufficiale di Eni è di tenere la Saipem 12000 «in posizione in attesa di un' evoluzione della situazione», come dicono i comunicati dell' azienda.
La nave resta ferma a 50 km dal tratto di mare, per la precisione l' area Cuttlefish nel «Blocco 3» della ZEE e lo stesso governo di Cipro, appoggiato storicamente dalla Grecia, è preoccupato. Dalla Farnesina fanno sapere di «voler ricercare ogni soluzione diplomatica» in una vicenda che riguarda non solo i rapporti bilaterali Roma-Ankara ma tutta la delicata situazione cipriota.
Il presidente cipriota Nicos Anastasiades si è consultato ieri per telefono col premier greco Alexis Tsipras, che gli assicura sostegno, e ha poi convocato una riunione d' emergenza del suo esecutivo. Fino a pochi giorni fa, Anastasiades cercava di minimizzare, dicendo di voler «evitare un' escalation», ma ora anche il nervosismo del suo governo cresce.
L' appoggio greco è per Cipro basilare, data la perenne tensione fra Atene ed Ankara, nonostante entrambi membri della Nato. Un divario approfonditosi fin dal 20 luglio 1974 con l' invasione turca della parte nord di Cipro, dove ancor oggi Ankara disloca 35mila soldati.
DIPLOMAZIA INUTILE
Poche settimane fa, peraltro, motovedette greche e turche si erano confrontate per isolette contese nel Mar Egeo.
L' Unione Europea non sa difendere abbastanza uno Stato membro da un altro Stato che vorrebbe accedere all' Unione, ma non ha le carte in regola. Da Bruxelles si dice semplicemente ai turchi di «astenersi da qualsiasi azione che possa danneggiare i legami di buon vicinato», mentre il presidente della Commissione Europea Juncker, incontrando il premier turco Yildrim ha glissato facendo capire che gli preme non rovinare il clima con Ankara in vista del vertice internazionale di Varna.
Non è da meno l' Italia: Paolo Gentiloni già sapeva fin dal 5 febbraio, dalla visita di Erdogan a Roma, che i turchi minacciavano colpi di testa, ma evoca una «soluzione condivisa». Che però non si vede all' orizzonte.