TELECOM ORFANA - È DIVENTATA UNA PUBLIC COMPANY, MA SOLO PERCHÉ I SUOI AZIONISTI SONO SCAPPATI - BLOCCATA IN BRASILE DAI SUOI ATTUALI PROPRIETARI (TELEFONICA) E DAI POSSIBILI FUTURI (VIVENDI)

TELECOM c c fa a ca dd TELECOM c c fa a ca dd

Dal “Corriere della Sera”

 

Come già Alitalia, Telecom Italia si fa ora metafora di un grande Paese che rifiuta di considerarsi tale: costa troppa fatica. Dopo il negativo esito del tentativo di acquistare Gvt, gestore brasiliano di telefonia fissa di proprietà della francese Vivendi, opponendosi alla spagnola Telefónica, sua principale azionista, ora Telecom è figlia di nessuno, una public company preterintenzionale, divenuta infatti tale non per volontà di alcuno, ma per la fuga ingloriosa dei suoi riluttanti azionisti attuali.

PATUANO PATUANO

 

Questa è solo l’ultima puntata di una lunga vicenda segnata da un filo rosso: il disinteresse dell’Italia verso una delle sue poche grandi imprese, evidente in una storia i cui precedenti capitoli sarebbe troppo lungo ricapitolare. Basti dire che suoi tratti principali sono prima l’inconsapevolezza, da parte del «nocciolino duro» faticosamente messo assieme alla privatizzazione, del valore reale dell’impresa, fatto poi emergere dall’operazione dei «capitani coraggiosi» guidati da Chicco Gnutti, le gesta dei quali seguite da quelle del gruppo Pirelli portano infine all’arrivo di Telco, scatola societaria protagonista subito riluttante, per di più in via di sfaldamento.

 

VINCENT BOLLORE VINCENT BOLLORE

Come ha ricordato in un’intervista al «Messaggero» Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato, a suo tempo Franco Bernabè, ex capo azienda di Telecom, voleva acquistare Gvt e propose all’uopo un aumento di capitale, bocciato da quella Telco i cui soci a tutto pensavano tranne che a sborsare altri denari per il gruppo telefonico.

 

Franco Bernabe Franco Bernabe

Non ci si può ora stupire che Gvt sfugga a Telecom, priva dei denari per tener testa a Telefónica. Se dietro questa c’è un Paese che si sente ancora tale e che non rinuncia a cercare di darsi un ruolo commisurato alle proprie capacità, dietro Telecom ci sono azionisti il cui solo desiderio è di non essere più tali.

 

Telefónica darà a Vivendi la possibilità di divenire socio rilevante della compagnia italiana, ma non si sa se essa lo farà. Per questo ora ci attacchiamo alle vaghe dichiarazioni di interesse rilasciate da Vincent Bolloré, l’astuto finanziere bretone principale azionista di Vivendi, che ha indotto Telecom a presentare un’offerta per costringere Telefónica a rilanciare sulla propria. Esse risultano però poco credibili, dato che Vivendi ha appena venduto il suo operatore telefonico francese, Sfr, e si appresta, per l’appunto, a cedere Gvt.

GvtGvt

 

Si apre ora un lungo periodo di incertezza, che nuocerà ulteriormente a Telecom. La materiale realizzazione dell’operazione brasiliana richiederà infatti lunghi mesi, nei quali i principali azionisti del gruppo resteranno quelli attuali: Telefónica, cui Telecom ha inutilmente tentato di sbarrare la strada all’operazione brasiliana costringendola a sborsare 700 milioni in più, Mediobanca, regista del suo fallito tentativo, Generali e Intesa, prive di interesse, infine la famiglia Fossati; con il suo 5%, questa ha voce in capitolo ma non può certo divenire azionista di riferimento di Telecom, che avrebbe bisogno di un disegno imprenditoriale e dei denari per realizzarlo.

 

Telecom Argentina Telecom Argentina

Sullo sfondo, l’ombra di Vivendi che potrebbe subentrare a Telefónica come azionista di lungo termine, ma che molto probabilmente opterà per un ruolo finanziario di breve termine. Non si può non condividere l’angoscia del management, che dovrà gestire la società con un simile azionariato: quali che siano le sue capacità, neanche Superman riuscirebbe a tirar fuori Telecom dalla buca in cui i soci l’han ficcata! Costretta prima a cedere le proprie attività argentine, la compagnia si trova ora sbarrata la porta in Brasile, per scelta del suo principale azionista passato e del suo possibile principale azionista futuro.

cesar_aliertacesar_alierta

 

Il suo futuro è quindi in mani estranee, a lei disinteressate se non ostili; alla finestra, l’ombra di quella Vivendi il cui capo è un importante azionista di Mediobanca. Questo intreccio non fa un bel vedere: altro che articolo 18, se il Paese non cresce è, molto di più, per questa cappa che ancora ne soffoca le potenzialità. Par di riviver altri momenti della nostra storia: magari fra Franza e Spagna, spunterà l’Alemagna...

 

Alberto Nagel article Alberto Nagel article

 

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME