gubitosi bollore

VIVENDI ALLA GIORNATA – BOLLORÉ VUOLE RIPRENDERSI IL CONTROLLO DI TIM MA CON LA DIPLOMAZIA: IL SENSO DEI MESSAGGI DI DISTENSIONE A ELLIOTT E SOPRATTUTTO CDP – LA CASSA HA INTENZIONE DI SALIRE FINO AL 10% E SARÀ IL VERO AGO DELLA BILANCIA NEGLI EQUILIBRI AZIONARI – I BUONI PROPOSITI? APRIRE ALLA FUSIONE DELLA RETE CON “OPEN FIBER” (PARTECIPATA DA CDP) MA SOLO SE CAMBIA IL CDA – GUBITOSI PER ORA NON RISCHIA, ANCHE PERCHÉ DE PUYFONTAINE VORREBBE AFFIANCARGLI BERNABÈ COME PRESIDENTE

bollore de puyfontaine

1 – VIVENDI E LASCIA VIVERE – LA CAROTINA DELL’AZIONISTA FRANCESE A ELLIOTT E CDP: APRE ALLA RETE UNICA CON OPEN FIBER, CALDEGGIATA DAL GOVERNO, MA PROPONE DI FAR FUORI DAL CDA I 5 CONSIGLIERI ESPRESSI DAL FONDO AMERICANO (CHE PERÒ POTREBBE SALIRE AL 15%) – BOLLORÉ E DE PUYFONTAINE NON HANNO PRETESE SULL’AD, CHE RESTEREBBE GUBITOSI, MA PUNTANO SU BERNABÈ COME PRESIDENTE – IL MOMENTO DELLA VERITÀ SARÀ IL 29 MARZO

 

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/vivendi-lascia-vivere-ndash-carotina-dell-rsquo-azionista-francese-196585.htm

 

2 – VIVENDI AVVIA LA RACCOLTA DELEGHE CONTRO ELLIOTT: «NON CONTRO L' AD»

Antonella Olivieri per “il Sole 24 Ore”

FRANCO BERNABE' ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

Sembra di assistere alla replica della campagna attivista su Telecom della primavera scorsa, ma a copioni inversi. Questa volta è Vivendi che cerca di movimentare la scena con la «proxy fight» (assistita da Morrow Sodali) e l' obiettivo di ribaltare un' altra volta il consiglio. Lo fa con un manifesto dal titolo "Restituire valore a Telecom Italia" che, curiosamente, è stato pubblicato di domenica. Nel documento l' azionista transalpino, che detiene il 23,94% del capitale ordinario, attacca ancora l' antagonista Elliott, ma fa delle aperture sui "suggerimenti" avanzati dal fondo Usa che evidentemente vanno letti come messaggi a qualcun altro, al mercato, ma forse anche alla Cdp che ha in tasca la delega a salire fino al 10% e sarà probabilmente l' ago della bilancia nella partita di ritorno tra i due contendenti che si gioca il 29 marzo in assemblea.

 

LUIGI GUBITOSI

Punto chiave del documento è la promessa a «sostenere qualsiasi proposta che si riveli nel miglior interesse a lungo termine di tutti gli azionisti e degli altri stakeholder», compresi «modelli di business alternativi di rete fissa, iniziative di riduzione del debito, vendita di asset non strategici, semplificazione della struttura del capitale e distribuzione dei dividendi».

 

vincent bollore

Come si traduca in pratica questo elenco di potenziali buoni propositi non è spiegato. Ma, a riguardo della rete fissa, Vivendi per la prima volta si dice «pronta a sostenere la fusione con Open Fiber, se le condizioni sono corrette e eque sotto il profilo operativo, finanziario e normativo» e purchè «supervisionate da un consiglio composto in maggioranza da amministratori indipendenti», nel senso di un cda rimpastato con le sostituzioni raccomandate.

 

paul singer fondo elliott

Vivendi ribadisce comunque che «la rete fissa di Telecom è fondamentale per la creazione di valore». La "semplificazione della struttura di capitale" non può che essere la conversione delle azioni di risparmio che diluirebbe la quota dei francesi a poco più del 17%, operazione che ha bisogno dell' ok del primo azionista per passare e che Vivendi, infatti, aveva già bloccato in passato.

 

fulvio conti

Sulla governance, Vivendi sostiene di non cercare il controllo, con il quale del resto ci sarebbe il rischio di dover consolidare il debito fino al Gruppo Bolloré, che è già di per sè sufficientemente levereggiato. Ad ogni modo Vivendi chiede di revocare cinque consiglieri tratti dalla lista Elliott - il presidente Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Paola Giannotti, Dante Roscini - per sostituirli con Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri e Francesco Vatalaro. Nessuno dei candidati, assicura il proponente, ha l' ambizione di rivestire la carica di ad, mentre il presidente dovrà essere «non esecutivo e indipendente». Se resta in piedi l' attuale cda - sostengono da Parigi - il rischio è che vengano prese decisioni a favore solo di alcuni azionisti, e in grado di produrre al massimo valore solo nel breve.

open fiber

 

Ambienti vicini al fondo Elliott hanno fatto notare che il documento sembra puntare il dito anche contro l' ad Luigi Gubitosi, visto che oltre a ripetere le contestazioni su alcuni punti - l' impairment da 2 miliardi alla vigilia della sfiducia all' ex ad Amos Genish, l' iter non conforme alla prassi per la sua sostituzione, il profit warning sui risultati 2018 e le prospettive deboli per il 2019 - aggiunge anche la sostituzione di manager-chiave per giustificare l' accusa di «inadeguatezza nell' ambito della gestione operativa e finanziaria all' interno dell' azienda».

FABRIZIO PALERMO

 

Un portavoce ha però replicato che «Vivendi non ha nulla contro Gubitosi, che sta cercando di costruire al meglio il suo piano industriale. La divergenza è con Elliott, i suoi membri del consiglio di amministrazione e la sua idea di governance a proprio uso e consumo che non rispetta gli interessi di tutti gli azionisti». L' ad tra l' altro inizia oggi il road-show a Londra.

 

Dalla parte di Elliott - che ufficialmente non commenta - ci si consola però osservando che le "aperture" del socio francese sembrano per l' appunto sposare - con il dovuto ritardo - proprio i suggerimenti avanzati dal fondo nella sua campagna attivista. Poco variato il titolo in Borsa - -0.33% a 53,6 centesimi - mentre rintraccia anche Inwit (-3,56% a 7,86 euro), che era volata venerdì sulla scia di una possibile combinazione con le torri Vodafone, iniziative da incoraggiare, secondo il commissario Agcom Antonio Nicita.

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…