tim governo

TIM NEL GUADO - GLI AVVOCATI STUDIANO UN RICORSO AL CAPO DELLO STATO CONTRO IL “GOLDEN POWER” DEL GOVERNO: IL PRESIDENTE FRANCESE DE PUYFONTAINE SOSTIENE LA LINEA “DURA”, L’AD ISRAELIANO E' RILUTTANTE. E’ LUI A TENERE I RAPPORTI CON CALENDA CHE HA GIA’ DEFINITO L’ATTEGGIAMENTO DELL’AZIENDA COME: ”CI TRATTA COME LA GUYANA FRANCESE”

 

Rosario Dimito per il Messaggero

 

BOLLORE' VIVENDI

La tregua fra Tim e governo è solo a metà. Accanto ai segnali di disgelo, il gruppo di tlc sta infatti attivando gli strumenti di difesa giudiziaria per contrastare l’obbligo di controllo imposto da Consob a Vivendi e il doppio golden power decretato dal governo. Dopo che Vivendi e Tim avrebbero depositato un ricorso al Tar contro la Commissione guidata da Giuseppe Vegas per confutare la nozione di controllo, i legali di Tim ora stanno predisponendo un ricorso al Capo dello Stato contro le decisioni del Consiglio dei ministri del 16 ottobre e del 2 novembre.

 

MATTARELLA

La prima riguarda le attività strategiche (Sparkle, Telsy) con l’obbligo di costituire un comitato di sicurezza, la seconda i piani di investimenti della rete. Al lavoro i legali di BonelliErede. Benché formalmente sia riferito al Presidente della Repubblica, il ricorso è in verità deciso dal Consiglio di Stato. Le caratteristiche che rendono preferibile questo procedimento rispetto alla strada del Tar sono essenzialmente il fatto che il termine per ricorrere è più ampio e che non è necessario il patrocinio legale (non è il caso di Tim). Il ricorso straordinario al Capo dello Stato è peraltro alternativo alla via giudiziaria, per cui se si utilizza questo strumento non si può più ricorrere ai Tar o al Consiglio di Stato.

 

VISIONI DIFFERENTI

CARLO CALENDA1

La mossa formale di contrastare i due golden power dimostra quindi che l’azionista francese di Telecom sia infastidito dagli ostacoli frapposti finora dalle Autorità italiane. In verità sul ricorso al Colle sembra che l’ad Amos Genish sia più riluttante visto che è lui a condurre i colloqui di riconciliazione con Carlo Calenda che comunque ha accusato Vivendi di trattare l’Italia «come fossimo la Guyana francese».

 

AMOS GENISH E MOGLIE

Il presidente Arnaud de Puyfontaine viene accreditato di una posizione più rigida: sullo scorporo della rete il manager francese ad di Vivendi ha manifestato idee contrastanti. Ma anche Genish avrebbe fatto intendere a Calenda nelle due riunioni al Mise, un’apertura a operazioni sull’infrastruttura che, però, nell’incontro con i sindacati di tre giorni fa non avrebbe confermato. Tutt’altro.

 

Sui poteri speciali quindi, lo studio legale potrà dilungarsi qualche settimana prima di stendere l’atto, diverso è invece il ricorso al Tar contro la delibera numero 0106341 del 13 settembre con la quale Consob ha sancito che la media company guidata da Vicent Bollorè controlla la telco italiana. La decisione di impugnare il verdetto presa a maggioranza dal cda Tim del 19 settembre, è volta a scongiurare due effetti potenzialmente esplosivi. Il primo riguarda Vivendi e Bollorè con il rischio che essi debbano consolidare riga per riga il bilancio di Tim: se da un lato ci sono 8 miliardi di ebitda, dall’altro 26 miliardi di debiti e il combinato disposto porterebbe la leva del finanziere bretone ben oltre le 2,5 volte, limitandone l’accesso al credito.

DE PUYFONTAINE BOLLORE

 

Il secondo afferisce direttamente Tim: l’avere per la prima volta un azionista di controllo potrebbe comportare la necessità di rivedere numerosi contratti con la pa piuttosto che riscrivere i prospetti di quei bond che prevedono la clausola del change of control in base al quale un obbligazionista può chiedere il rimborso anticipato in caso di cambio del controllo. Intanto, come anticipato dal Messaggero Francesco Micheli, responsabile delle Risorse Umane e dei progetti speciali di Telecom Italia lascerà l’azienda di tlc l’11 dicembre: deleghe ad interim a Agostino Nuzzolo.

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