TRA TORINO E MILANO, SBUCA ROMA – NELLA GUERRA ALL’ULTIMO LIBRO, LA CAPITAL S’INFILA CON LA FIERA DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA, IN PROGRAMMA A DICEMBRE – L’EVENTO SI SPOSTA DAL PALAZZO DEI CONGRESSI, ALLA “NUVOLA” – IL GIRO D’AFFARI DEL SETTORE SFIORA I 3 MILIARDI
Laura Larcan per il Messaggero
Riuscirà il piccolo eroico editore a conquistare una sua ribalta all'ombra dei giganti dei libri di consumo? Difficile dare per scontato che David superi Golia anche nell'editoria. Eppure la scommessa è tutta aperta. Ad offrire scenari alternativi, zeppi di speranze, potrebbe essere proprio Roma che punta a candidarsi come capitale di quella piccola e media editoria temeraria e appassionata, che prova a tenere testa con titoli di qualità ai ciclopi del settore.
Anzi. Nella guerra mediatica al vetriolo, senza esclusioni di colpi, tra lo storico e paludato salone del libro di Torino (giunto quest'anno alla sua trentesima edizione) e quello debuttante e rampante di Milano-Rho, ecco brillare (complici i lifting istituzionali e la cordata di sponsor) il rilancio della rassegna Più libri, Più liberi, la Fiera della piccola e media Editoria promossa dall'Associazione Italiana Editori che, per la sua XVI edizione in programma dal 6 al 10 dicembre, punta ad un restyling ad effetto. Come?
LA NUOVA CASA
Innanzitutto lascia il razionalista Palazzo dei Congressi per volare (è proprio il caso di dirlo) in via definitiva sulla Nuvola, la nuova struttura al Roma Convention Center nel quartiere dell'Eur. La festa dei piccoli libri, grazie all'accordo siglato con la proprietaria Eur spa sta tutta nel giocare con la sorpresa continua di ambienti, che si svelano e si espandono «a gemmazione continua».
Ecco, allora, la mossa strategica per moltiplicare quei numeri che possono proiettare Più libri, Più liberi sulla scena nazionale e, perché no, internazionale. «Raddoppieranno gli spazi - ci tiene a sottolineare la presidente della Fiera Annamaria Malato - e potremo passare da 2000 a 3.500 metri quadri espositivi». Il programma dettagliato è ancora top secret, ma quello che è sicuro è che ci saranno in fiera «oltre 400 marchi», un'ouverture «dedicato al tema della legalità» e già «si pensa a 1 o 2 eventi a carattere internazionali nell'Auditorium da 1800 posti» (si parla già di celebrità ospiti), incorniciati da un carnet di 562 incontri con gli editori e 150 per i ragazzi. Le aspettative sono alte per un evento che segna il bioritmo del mercato editoriale in Italia.
Come a dire, tra Torino e Milano, ecco il faro di Roma: «Dal suo debutto nel 2002 questa rassegna ha puntato tutto sulla sua identità e riconoscibilità - avverte la Malato - per questo i piccoli e medi editori l'hanno sentita come un progetto che li rappresentasse sul panorama italiano». E' lo stesso presidente dell'Aie Ricardo Levi (il cui motto è «il libro salverà questo paese») che gongolando chiede ai giornalisti, quasi in segno di sfida: secondo voi, chi si porta a casa il fatturato più alto in Italia, la musica, il cinema, i giornali, i libri o la televisione? In barba a tutti i pronostici, ecco l'editoria in pole position, con un volume d'affari solo nel 2016 di 2,7 miliardi di euro.
«I libri valgono 5 volte il cinema, sei volte la musica, un po' di più dei giornali, un terzo in più della televisione calcolando il canone», avverte Levi. Basti solo considerare che il fatturato della produzione cinematografica si aggira sui 600 milioni di euro (500 milioni sul fronte videogames), mentre per la musica si parla di appena 200 milioni. Allora, ben vengano questi piccoli editori, gli apostoli del libro, come li chiama Levi (che l'Aie ha finanziato nel 2016 con 200 mila euro).
«LA GUERRA DI CORTILE»
Che possano ricucire un equilibrio con i titani italiani? «Mai avuto una logica di contrapposizione, anzi l'anno scorso erano qui a lavorare», replica la Malato. «Bisognerebbe smetterla - incalzano dall'Aie - di leggere il mondo dell'editoria con questa guerra di cortile, priva di senso». Non fosse altro per quel tesoretto di solidarietà da 225 mila euro che la Mondadori si è impegnata a donare alla kermesse capitolina per tre anni, su indicazione dell'Authority. I numeri, tra i volteggi da archi-star, faranno la differenza?
«Il paradosso - aggiunge Fabio Del Giudice, l'altro fondatore della rassegna - è che così pensavamo di poter accogliere tutti e evadere le liste d'attesa. Invece abbiamo 200 nuove richieste di partecipazione. Per ora riusciamo ad accoglierne un centinaio in più dell'anno scorso», arrivando a «oltre 350 stand e più di 400 marchi», ma comunque «ne restano ancora un centinaio fuori».
Per il presidente di Eur spa Roberto Diacetti l'obiettivo resta quello di dare luce alla Nuvola: «ed è giusto agevolare partnership con eventi di prestigio come quello dedicato ai libri». E senza farsi «concorrenza» in famiglia (bye, bye fratello Palazzo dei Congressi).