ilva domenico arcuri mario draghi franco bernabe

TORNA L’ACCIAIO DI STATO! – L’INGRESSO DI INVITALIA NEL CAPITALE DELL’ILVA È IL PRIMO PASSO: L’ACCORDO PREVEDE UN SECONDO INVESTIMENTO FINO A 680 MILIONI DI EURO PER PERFEZIONARE L’ACQUISTO DEI RAMI D’AZIENDA DA PARTE DELLA NUOVA SOCIETÀ “ACCIAIERIE D’ITALIA” ENTRO MAGGIO 2022 – ALLA PARTECIPATA ANDRANNO TRE POSTI SU SEI, COMPRESO IL PRESIDENTE (CHE SARÀ FRANCO BERNABÈ) – LO SCUDO PENALE E IL RUOLO DI LUCIA MORSELLI

MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

1 - INVITALIA ENTRA NELL'ILVA CON 400 MILIONI DOPO 25 ANNI RITORNA L'ACCIAIO DI STATO

Paolo Baroni per "La Stampa"

 

Addio ad Arcelor Mittal Italia e avanti con la nuova «Acciaierie d' Italia». Dopo settimane di incertezza, ieri Invitalia (grazie ai fondi del Mef) ha sottoscritto l' aumento di capitale da 400 milioni che da subito porta il socio pubblico a controllare il 38% delle quote ed il 50% dei diritti di voto nella holding che ha in affitto l' ex Ilva.

 

domenico arcuri

Per dirla coi sindacati «si chiude una pagina fallimentare» e si torna giocoforza indietro di 25 anni, all' acciaio di Stato: una scelta che per il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti rappresenta il primo passo nella costruzione di «una strategia nazionale nel campo dell' acciaio», fondamentale per un paese a forte vocazione manifatturiera come il nostro, puntando a sfruttare la «congiuntura favorevole» prodotta dalla spinta europea per il «green» e dalla revisione degli aiuti di Stato.

incendio all'ilva di taranto 5

 

«L' accordo di investimento - ricorda poi Arcelor Mittal ufficializzando l' operazione - prevede un secondo investimento nel capitale da parte di Invitalia, fino a 680 milioni di euro. Risorse queste che serviranno a finanziare il perfezionamento dell' acquisto dei rami d' azienda di Ilva da parte di Acciaierie d' Italia, che è previsto entro maggio 2022».

 

incendio all'ilva di taranto 3

In questo modo Invitalia salirebbe al 60% prendendo il pieno controllo del gruppo, mentre ArcelorMittal investendo a sua volta fino a 70 milioni manterrebbe una partecipazione del 40%. Il tutto, però, è sottoposto ad alcune condizioni sospensive come la modifica del piano ambientale in vigore per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale, la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto all' assenza di misure restrittive - nell' ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata - nei confronti della nuova holding o di sue controllate.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA

«Nel caso in cui le condizioni sospensive non si verificassero - viene precisato - Acciaierie d' Italia Holding non sarebbe obbligata a perfezionare l' acquisto dei rami d' azienda di Ilva e il capitale in essi investito verrebbe restituito».

 

I patti prevedono che a Invitalia vadano 3 posti nel cda su sei, compreso il presidente (in pole per questo incarico l' ex ad di Telecom Franco Bernabé affiancato da Stefano Cao ed Ernesto Somma). Mentre in futuro è stato deciso che Acciaierie d' Italia Holding «operi in modo autonomo, e come tale avrà propri piani di finanziamento indipendenti da ArcelorMittal.

ARCELORMITTAL 1

 

Di conseguenza - fa sapere il gruppo franco-indiano - ArcelorMittal deconsoliderà attività e passività (compresa la residua passività relativa all' affitto e all' acquisto dei rami d' azienda Ilva) di Acciaierie d' Italia Holding al proprio bilancio consolidato». In questo modo, insomma, i Mittal si liberano del peso di un gruppo che complice la crisi è diventato sempre più difficile gestire.

 

Mentre sarà lo Stato, attingendo al Recovery plan, a farsi carico dei costi della riconversione dell' ex Ilva in chiave «green», «in maniera coerente - argomenta Invitalia - con la strategia di garantire all' Europa "zero emissioni" entro il 2050».

 

mario draghi

Per i sindacati è «la fine di un incubo e l' inizio di una fase nuova», spiega Rocco Palombella della Uilm. «Finalmente un atto concreto, ora occorre recuperare il tempo perso e riprendere il confronto su piano industriale e occupazione» chiede Roberto Benaglia (Fim Cisl). In particolare, per Francesca Re David e Gianni Venturi della Fiom, si tratta di «recuperare i colpevoli ritardi nel rilancio delle strategie industriali, ambientali e occupazionali». Ben sapendo che la nuova società pubblico-privata si carica di un' eredità «pesante».

 

ilva taranto 2

2 - VIA ALL'ILVA DI STATO E RISPUNTA LO SCUDO PENALE

Claudio Antonelli per "La Verità"

 

(…) Il futuro dell' acciaio è (…) molto più complicato e quello dell' ex Ilva assomma tutti i problemi interni a Taranto. Per prima cosa c' è un tema di strategie europee. Entro la fine di maggio la Commissione Ue sarà tenuta a prendere alcune importanti decisioni sui dazi imposti alle materie prime.

 

DOMENICO ARCURI

Potrà proseguire nel favorire i produttori intervenendo con tasse anti mercato oppure liberalizzare e quindi sostenere i trasformatori. L' Italia è nel secondo gruppo. Se l' Ue dovesse favorire il primo gruppo, noi avremmo ulteriori ostacoli da sommare ai rimbalzi dei prezzi delle commodity.

 

Di fronte a un tale scenario è importante che il governo crei una nuova strategia d' impresa. Che non tocchi solo l' ex Ilva ma anche Piombino e Terni. Forse anche per questo ieri il Senato ha approvato un ordine del giorno a maggioranza, recependo la mozione di Fratelli d' Italia a firma Adolfo Urso .

 

Il documento indica come utilizzare le risorse del Recovery fund destinate alla transizione ecologica per la riconversione produttiva nell' assoluto rispetto dell' ambiente e della salute dei cittadini e considera necessario utilizzare ove necessario anche lo strumento del golden power per evitare altre azioni predatorie.

 

ADOLFO URSO SI FA UN PISOLINO

L' odg rispetto alla mozione ha subito solo una modifica. I 5 stelle hanno chiesto che venisse accantonata la proposta di scudo penale che avrebbe riportato la situazione al primo governo Conte, quando l' avvocato del popolo tolse la clausola garantista dando l' assist ad Arcelormittal per mettere il primo piede fuori dall' azienda.

 

La mossa di ieri però non è definitiva. Quando l' Aula dovrà affrontare il dispositivo di legge, per i 5 stelle sarà un tuffo nel passato e visto che l' attuale accordo tra Invitalia e Arcelor prevede coperture legali c' è da aspettarsi una strada obbligata.

 

lucia morselli 2

D' altronde le cose sono cambiate rispetto al Consiglio dei ministri di dicembre che avrebbe dovuto approvare il decreto per la joint venture. Quel testo mai venuto alla luce è stato rivisto dal nuovo governo. Prevede all' orizzonte nuovi accordi con Fincantieri sul tema delle banchine portuali e con il gruppo Danieli (in abbinata a Saipem e Leonardo) per i forni a idrogeno. Ma soprattutto non prevede più Domenico Arcuri alla presidenza.

 

L' ex commissario non potrà sfoggiare il nuovo biglietto da visita. Mario Draghi e Giorgetti pensano a Franco Bernabè per questo ruolo e probabilmente a Stefano Cao per il secondo rappresentante dello Stato nel board. Il manager che conosce benissimo Saipem avendola a lungo guidata sarebbe un link ottimo con Ernesto Somma (head of innovation di Invitalia) Che sarà di Lucia Morselli? Per ora sicuramente ad. Poi si vedrà.

ARCELORMITTAL

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…