NUOVA ALITALIA VECCHI SCIOPERI – PER DOMANI E PER IL 7 MAGGIO PREVISTE DUE AGITAZIONI DI PILOTI E ASSISTENTI DI VOLO – IL PROBLEMA È SUI VOLI CON INSEGNE ALITALIA E PERSONALE ESTERNO – MA PER L’AZIENDA È TUTTO UN EQUIVOCO

1.ALITALIA, CONTRO IL PIANO ETIHAD. TORNANO GLI SCIOPERI DEI PILOTI

alitalia etihad alitalia etihad

Luigi Grassia per “la Stampa

 

La nuova Alitalia ha qualcosa in comune con la vecchia: gli scioperi. Ce n’è uno dei piloti che è stato deciso per il 7 maggio dal sindacato Anpac (le trattative per evitarlo sono fallite in nottata), ma ne incombe già un altro fissato per domani dai piloti e dagli assistenti di volo della Uiltrasporti. E l’Anpac invita i suoi 1.300 iscritti ad aderire anche a questa protesta. Lo stop di domani sarà di otto ore, mentre quello del 7 maggio durerà per l’intero arco delle 24 ore. 

 

Del resto è un mal comune, segno di un disagio diffuso nel personale del trasporto aereo in Europa: fra ieri e oggi restano a terra molti voli della tedesca Lufthansa, perché il sindacato dei piloti Vereinigung Cockpit ha indetto uno sciopero dei voli a lunga percorrenza e di quelli della divisione cargo. 

 

LA NUOVA ALITALIA LA NUOVA ALITALIA

Certo il segnale da Alitalia suona un po’ sinistro: si ricomincia tutto daccapo? Pessime relazioni fra compagnia e lavoratori, scioperi a catena, eccetera? Sarebbe un brutto film giù visto. E all’opinione pubblica farà un brutto effetto. Al telefono con “La Stampa”, il presidente del sindacato Anpac, Giovanni Galiotto, spiega che ci sono tre motivi gravi per scioperare. «La compagnia ci aveva promesso che col nuovo socio Etihad ci sarebbe stato il rilancio di Alitalia anche sulle rotte a lungo raggio, che sono le più remunerative. Adesso però ci viene prospettata una cosa completamente diversa. Attività dell’Alitalia stanno per essere cedute alla Etihad e alle sue compagnie controllate, come Air Berlin e Darwin.

 

L’idea sarebbe di fare voli che si chiamerebbero Alitalia, ma operati con aerei, piloti e assistenti di volo di altre compagnie. E questo mentre Alitalia ha centinaia di piloti e hostess a stipendio decurtato coi contratti di solidarietà, e altri in cassa integrazione. È inaccettabile». 
Questa formula che non piace ai piloti di Alitalia è nota nel trasporto aereo come “wet leasing”. Invece i piloti, dice ancora Galiotto, accetterebbero il “dry leasing” che consiste nell’affittare aerei, ma facendoli pilotare e assistere in volo da personale di Alitalia. 
 

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Il nodo dei voli regionali

Galiotto cita per gli scioperi imminenti altre due motivazioni. «I voli regionali di Alitalia sono affidati alla compagnia sussidiaria CityLiner che offre condizioni di lavoro penalizzanti. A luglio ci era stata promessa un’armonizzazione, adesso scopriamo che questa riguarderà solo la parte normativa e non quella economica». Poi ci sono le tredicesime che erano state sacrificate con un vecchio accordo, nell’ambito di un taglio del costo del lavoro da 30 milioni di euro. «Chiediamo la restituzione. L’Alitalia ci risponde che ne darà indietro solo il 40%, e solo agli ex piloti AirOne».

 

2. L’AD: “PROTESTA SENZA RAGIONI. NON ABBIAMO STRANIERI A BORDO”

Da “La stampa

 

Stiamo lavorando come matti per conquistare nuovi mercati internazionali. Proprio adesso mi trovo in Brasile a incontrare degli imprenditori. Non vedo ragioni per questi scioperi. Mi sembra tutto costruito su una polemica strumentale». Silvano Cassano, amministratore delegato dell’Alitalia, reagisce così alla notizia degli scioperi in arrivo, che lo raggiunge in un altro continente. Parla con tono pacato, si indovina una nota di amarezza, ma non vuole rilanciare la polemica: «Con i sindacati abbiamo impostato relazioni corrette».

SILVANO CASSANOSILVANO CASSANO


Però le obiezioni dell’Anpac sono di peso. Se è vero che volete affidare le nuove rotte a lungo raggio a compagnie straniere del gruppo Etihad, appiccicandoci sopra il nome di Alitalia come semplice etichetta, viene meno tutta la promessa di rilancio che stava alla base del progetto Etihad.


«Questa è proprio una bolla di sapone, una cosa che non esiste. Non diamo proprio niente in outsourcing. Non c’è alcuna presenza di personale straniero sulle rotte di Alitalia».


Un momento: lei dice che non c’è adesso o anche che non ci sarà neanche in futuro?
«Non ci sarà neanche in futuro. Non se ne parla proprio».


I piloti non si saranno inventato tutto di sana pianta...

«Si parla di un leasing su due rotte interne minori, sulla base di calcoli economici. Un genere di operazioni che fanno tutte le compagnie aeree quando è la soluzione più conveniente. Non basiamo la nostra strategia su queste piccole cose, ma sulla conquista di nuovi mercati. Qui in Brasile ho scoperto che c’è interesse per nuove rotte di Alitalia. Ho fra le mani un articolo sulla nostra compagnia, pubblicato dal più grande quotidiano di San Paolo, dove si dice che in Brasile vogliono più aerei verso Roma in vista del Giubileo».


Ci sono anche le questioni di CityLiner e delle tredicesime sacrificate a suo tempo e che adesso i piloti vogliono indietro.

«Qui si parla di intese concluse e non rivedibili».

SILVANO CASSANO SILVANO CASSANO


Ma in sostanza con i sindacati siete già ai ferri corti, come nella vecchia Alitalia?
«No, al contrario. Con i sindacati abbiamo impostato rapporti cordiali, siamo in contatto costante, li incontriamo regolarmente. Non vedo proprio ragioni per questi scioperi. Mi spiace che adesso nasca una polemica strumentale. Non possiamo correre dietro a tutti i gossip». 
[lui. gra.]

 

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